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io l'impresa febbraio 2013 - CNA Informa

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Il candidato<br />

risponde a Cna<br />

“Colpire la speculaz<strong>io</strong>ne<br />

e favorire gli investimenti”<br />

Michela Montevecchi<br />

candidata Movimento 5 Stelle al Senato<br />

Circoscriz<strong>io</strong>ne Emilia Romagna<br />

1) Nel 2012 in Italia ha chiuso un’impresa al minuto.<br />

Cosa devono fare il prossimo Governo e la<br />

prossima Legislatura affinché le imprese riescano<br />

a reggere il peso della crisi?<br />

Una delle cause della crisi è la diminuz<strong>io</strong>ne della domanda.<br />

Per l’Italia la minore domanda di beni soffre anche di<br />

una loro minore competitività, sia interna rispetto ai beni<br />

stranieri, sia verso l’estero. Puntando nel breve su una<br />

distinz<strong>io</strong>ne qualitativa tra beni italiani e beni di bassa<br />

qualità importati, oggi ci troviamo comunque di fronte<br />

ad un camb<strong>io</strong> di scelta di consumo, che si dirige verso<br />

beni a basso costo. Direz<strong>io</strong>ne imposta dal minore potere<br />

di acquisto dei cittadini, e condita da press<strong>io</strong>ne fiscale<br />

elevata, conseguente all’evas<strong>io</strong>ne fiscale, all’economia<br />

sommersa e ad interessi alti sul debito. Se aggiungiamo<br />

l’aumento del costi previdenziali dovuti all’invecchiamento<br />

della popolaz<strong>io</strong>ne e allo scarso apporto contributivo dei<br />

pochi g<strong>io</strong>vani che accedono al mondo del lavoro, possiamo<br />

completare il quadro della spirale depressiva con la sempre<br />

magg<strong>io</strong>r fetta di ex-lavoratori contribuenti, ora passati ad<br />

essere un costo per cassa integraz<strong>io</strong>ne e disoccupaz<strong>io</strong>ne.<br />

Alcune nostre proposte: puntare al Made in Italy vero,<br />

ovvero il prodotto Italiano deve essere prodotto in Italia,<br />

e non solo assemblato o marchiato di nuovo. Puntare alla<br />

filiera produttiva corta, in special modo nella produz<strong>io</strong>ne<br />

agricola, fondamentale per garantire la resilienza del<br />

paese, per preservarla dalla speculaz<strong>io</strong>ne. Puntare a una<br />

magg<strong>io</strong>re distribuz<strong>io</strong>ne del reddito tra i cittadini attraverso<br />

il lavoro, meno ore di lavoro per ciascuno per dare lavoro<br />

a tutti o, nell’immediato, reddito di cittadinanza. Sarebbe<br />

utile anche promuovere nuovi modelli di impresa, dove il<br />

lavoratore è partecipe non solo alla produz<strong>io</strong>ne ma anche ai<br />

risultati. Nelle aziende a partecipaz<strong>io</strong>ne pubblica serve un<br />

indice di proporz<strong>io</strong>ne del reddito tra il compenso massimo<br />

e compenso minimo tra i dipendenti (ad es. 12 a 1).<br />

2) La press<strong>io</strong>ne fiscale oggi è di oltre il 56% per i<br />

contribuenti in regola. Cosa propone in tema di<br />

fisco per le imprese e i cittadini?<br />

Diminuz<strong>io</strong>ne graduale della tassaz<strong>io</strong>ne sul reddito,<br />

adeguandola alla media della tassaz<strong>io</strong>ne europea. E<br />

compensare l’adeguamento facendo emergere l’economia<br />

sommersa. Defiscalizzaz<strong>io</strong>ne degli investimenti, sconti<br />

contributivi per l’assunz<strong>io</strong>ne di g<strong>io</strong>vani fino a 35/40 anni<br />

(indicativamente). Defiscalizzaz<strong>io</strong>ne dei redditi nei primi 2<br />

anni di vita dell’impresa, crediti di Stato in pagamento non<br />

oltre 60 g<strong>io</strong>rni, magg<strong>io</strong>re tutela fiscale, quando un’impresa<br />

<strong>CNA</strong> Bologna<br />

10<br />

si trova in accertata difficoltà finanziaria dovrebbe essere<br />

alleggerita fiscalmente (come accade in Francia) e<br />

non colpita da sanz<strong>io</strong>ni sui ritardi contributivi. Premiare<br />

fiscalmente le aziende che fanno imprenditoria etica e<br />

rispettosa dell’ambiente.<br />

3) Ad ogni impresa la burocrazia richiede 120<br />

adempimenti fiscali e amministrativi all’anno. Cosa<br />

propone in tema di semplificaz<strong>io</strong>ne?<br />

L’accorpamento di alcune imposte porterebbe ad una<br />

semplificaz<strong>io</strong>ne burocratica e ad un risparm<strong>io</strong> del tempo<br />

richiesto per i pagamenti: in Italia circa 285 g<strong>io</strong>rni all’anno,<br />

contro i 135 della Danimarca, per esemp<strong>io</strong>. Sempre<br />

in Danimarca (dove gli adempimenti sono pochi e chiari)<br />

la burocrazia è semplificata anche per il cittadino, a cui è<br />

lo Stato stesso che manda la dichiaraz<strong>io</strong>ne dei redditi già<br />

compilata; il cittadino deve semplicemente firmarla prev<strong>io</strong><br />

controllo.<br />

4) Nel 2012 il sistema del credito ha ridotto di 32<br />

miliardi l’erogaz<strong>io</strong>ne di finanziamenti alle aziende.<br />

Cosa propone perché questa tendenza sia invertita?<br />

Prima della crisi del ‘29 fu abolita la distinz<strong>io</strong>ne tra banche<br />

commerciali e banche d’investimento. Dopo il ‘29 fu reintrodotta<br />

tale distinz<strong>io</strong>ne, che fu poi nuovamente abolita dal<br />

governo Clinton. Se calcoliamo che nel 2008 (anno della<br />

cosiddetta crisi dei sub-prime) il Pil del mondo ammontava<br />

a circa 60 tril<strong>io</strong>ni di dollari, mentre la speculaz<strong>io</strong>ne finanziaria,<br />

fatta di derivati, raggiungeva la cifra di 2.400 tril<strong>io</strong>ni<br />

di dollari, si comprende la necessità di colpire le banche<br />

commerciali (e tutte le speculaz<strong>io</strong>ni) e favorire le banche<br />

di investimento (per esemp<strong>io</strong> le Banche di Credito Cooperativo).<br />

Ricordiamo in proposito la celebre frase di Henry<br />

Ford: “La speculaz<strong>io</strong>ne è soltanto una parola che “copre”<br />

il fare soldi manipolando i prezzi, invece che produrre beni<br />

e servizi”.

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