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Raffaele Albertolli<br />
(Bedano, Lugano, 1770 – M<strong>il</strong>ano, 1812)<br />
A R T E<br />
La V<strong>il</strong>la Reale di Monza, 1804<br />
Tempera su carta, 43,5 x 65 cm<br />
Firmata e datata in basso a sinistra: “Raffaele Albertolli fecce (sic) 1804. M<strong>il</strong>ano”.<br />
Questa splendida tempera che raffigura la V<strong>il</strong>la Reale di Monza e una<br />
parte dell’immenso parco che la circonda è una rarissima testimonianza<br />
dell’opera pittorica di Raffaele Albertolli, figlio di Giocondo,<br />
famoso progettista di arredi e decoratore d’interni della M<strong>il</strong>ano neoclassica.<br />
Noto soprattutto per la sua ab<strong>il</strong>ità di incisore, di Raffaele si conoscono un numero<br />
veramente esiguo di vedute, tutte eseguite durante le lunghe escursioni fuori<br />
città nelle quali <strong>il</strong> padre lo accompagnava nel tentativo di migliorare la sua cagionevole<br />
salute.<br />
Nel 1805, alla mostra in onore di Napoleone che si svolse nel Palazzo di Brera,<br />
Raffaele presentò una veduta del Lago di Como, una veduta della Rocca di Arona<br />
e una veduta della V<strong>il</strong>la Reale di Monza, di cui è nota un’altra versione in collezione<br />
privata che differisce dalla nostra per piccoli particolari rendendo quasi<br />
impossib<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire quale delle due venne esibita.<br />
Raffaele mostra di possedere una grande padronanza della prospettiva, ut<strong>il</strong>izzando<br />
prima la vegetazione e la geometria del giardino per scandire l’articolata<br />
serie di piani che rivelano per gradi al riguardante <strong>il</strong> mirab<strong>il</strong>e scorcio della<br />
v<strong>il</strong>la.<br />
In primo piano, all’ombra di un grande albero che esercita la funzione di quinta<br />
naturalistica insieme al suo omologo posizionato sul lato opposto, è ambientata<br />
una piccola scena di conversazione: padre, madre e figlia si accingono a percorrere<br />
<strong>il</strong> sentiero che penetra nel rigoglioso giardino all’inglese, fornendo l’occasione<br />
all’artista di fare sfoggio della propria ab<strong>il</strong>ità pittorica e di sorprendenti conoscenze<br />
botaniche nel rappresentare con estrema fedeltà una grande varietà di specie<br />
arboree.<br />
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