scarica il catalogo - Orsini Arte Libri
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A R T E<br />
e volle farlo in grande st<strong>il</strong>e: fece costruire la v<strong>il</strong>la di Mezza Ratta con un elegante<br />
giardino all’inglese, diede vita a un Gabinetto delle Scienze, arricchì le proprie<br />
collezioni di libri, argenteria, gioielli e soprattutto dipinti, potendo contare già su<br />
opere di Correggio, Raffaello, Holbein e Rembrandt.<br />
Il progetto più ambizioso però riguardava <strong>il</strong> rinnovamento della sua residenza<br />
bolognese, dove già erano presenti splendidi affreschi di Pellegrino Tibaldi e<br />
Guido Reni.<br />
Come detto, <strong>il</strong> conte si affidò al gusto di Felice Giani, <strong>il</strong> quale all’epoca era l’artista<br />
più richiesto dall’aristocrazia f<strong>il</strong>ofrancese, più sensib<strong>il</strong>e agli ideali artistici<br />
post-rivoluzionari che coniugavano una nuova funzionalità degli spazi e una decorazione<br />
colta e raffinata.<br />
La Sala di Enea, delle cinque progettate da Giani, è la principale.<br />
Al centro della volta in un grande ovale è raffigurato <strong>il</strong> Convito di Enea e Didone<br />
che allude alla destinazione della sala e costituisce l’ep<strong>il</strong>ogo narrativo delle storie,<br />
tratte dal primo libro dell’Eneide, contenute nei due ottagoni e nei quattro<br />
ovali che completano la decorazione pittorica.<br />
Il pittore optò per la speciale tecnica della tempera a fresco, in modo tale da far<br />
risaltare i colori tersi e br<strong>il</strong>lanti sulla trama di stucchi monocromi che costituisce<br />
lo sfondo della volta, impreziosita anche da due riquadri decorati a grottesche eseguiti<br />
dallo stesso pittore piemontese.<br />
La tempera assolutamente inedita che qui presentiamo è anche molto rara perchè<br />
eseguita su tela: Giani, infatti, era solito eseguire come opere preparatorie per le<br />
pitture murali tempere su carta, come le quattro preparatorie per gli ovali della<br />
sala (Ottani Cavina 1999, I, pp. 171 fig. 251, 173 fig. 255, 306 fig. 431; II, pp.<br />
657 D45, 663-664 D55 D56 D57), che si differenziano dalla nostra anche per la<br />
forma (ovale, direttamente riconducib<strong>il</strong>e alla traduzione su intonaco) e le dimensioni<br />
ridotte.<br />
Enea e Acate davanti a Didone ha invece tutte le caratteristiche di un dipinto<br />
vero e proprio: <strong>il</strong> supporto in tela appunto, la forma rettangolare, ma soprattutto<br />
l’eccelsa qualità pittorica e la cura dei particolari, davvero inusuali per un semplice<br />
bozzetto.<br />
Tutte queste considerazioni, infatti, inducono a credere che la nostra tempera<br />
fosse destinata al committente assolvendo la funzione di anteprima del ciclo<br />
pittorico che Giani si apprestava ad eseguire, ma poteva parimenti essere stata<br />
ideata come opera a se stante.<br />
Certamente la sua esecuzione è precedente alla versione finale su intonaco che<br />
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