Il significato del ritratto pittorico nella società - Artleo.It
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Enrico Castelnuovo- <strong>Il</strong> <strong>significato</strong> <strong>del</strong> <strong>ritratto</strong> <strong>pittorico</strong> <strong>nella</strong> <strong>società</strong><br />
anche laddove sono spettatori passivi, ostentano autocompiaciuti<br />
e avidi di conquista la loro bella esistenza,<br />
mentre gli occhi dei secondi sono piuttosto volti verso<br />
l’interno e raccolgono in loro, come in uno specchio, il<br />
mondo esterno 54 . Per una sorta di paradosso le stesse<br />
motivazioni – civiche, commemorative, razionalmente<br />
cognitive – che avevano permesso nel Trecento di elaborare<br />
gli strumenti atti a creare il <strong>ritratto</strong> moderno<br />
hanno costituito in seguito – ma solo temporaneamente<br />
– un limite allo sviluppo <strong>del</strong> «genere».<br />
Di privilegi assai maggiori che a Firenze l’artista poté<br />
godere <strong>nella</strong> seconda metà <strong>del</strong> Quattrocento nelle corti,<br />
e specialmente a Urbino, Ferrara, Mantova e Milano. I<br />
compiti demandati all’artista erano diversi, diverso il<br />
valore <strong>del</strong>le immagini, come diversa ne era la fruizione.<br />
Certi schemi e certe formule sono meno coercitivi e<br />
sarà a Milano che Leonardo giungerà a esternare e a realizzare<br />
al massimo le potenzialità espressive <strong>del</strong> <strong>ritratto</strong>.<br />
Ancora diverso il caso di Venezia. Parte di qui, dalla<br />
«degna et salsa riva», Jacopo Bellini per vincere il certame<br />
estense contro un agguerrito pittore di corte. <strong>Il</strong><br />
figlio di Jacopo, Gentile, fatto conte palatino probabilmente<br />
per meriti ritrattistici nel 1469 all’occasione <strong>del</strong><br />
passaggio per Venezia <strong>del</strong>l’imperatore Federico III, sarà,<br />
come è noto, addirittura inviato a Costantinopoli quando<br />
il sultano, dopo la pace <strong>del</strong> 1479, chiederà alla Serenissima<br />
un pittore abile nel fare i ritratti. La situazione<br />
veneziana differisce sia da quella fiorentina che da quella<br />
<strong>del</strong>le corti. Se da una parte il ruolo riservato all’immagine<br />
dogale l’avvicina alla particolare estetica «che i<br />
melanesi accampa», dall’altra i grandi teleri <strong>del</strong>le scuole,<br />
dalla duplice funzione civile e religiosa, sono gli equivalenti<br />
dei cicli murali fiorentini. Prima ancora che la<br />
pace col turco fosse conclusa e che Gentile, sedicente<br />
ambasciatore <strong>del</strong>la ritrattistica occidentale, ma in realtà,<br />
come ha ben visto il Longhi, superbo e arcaico profila-<br />
Storia <strong>del</strong>l’arte Einaudi 24