Il significato del ritratto pittorico nella società - Artleo.It
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Enrico Castelnuovo - <strong>Il</strong> <strong>significato</strong> <strong>del</strong> <strong>ritratto</strong> <strong>pittorico</strong> <strong>nella</strong> <strong>società</strong><br />
Sarebbe <strong>del</strong> resto erroneo far derivare strettamente il<br />
<strong>ritratto</strong> di profilo fiorentino <strong>del</strong> Quattrocento dall’immagine<br />
<strong>del</strong> donatore. Altri elementi entrano in gioco e,<br />
in primo luogo, l’influenza classica.<br />
In un passaggio <strong>del</strong> trattato Della Pittura Leon Battista<br />
Alberti mostra l’interesse che portava per le proprie<br />
immagini, e la funzione celebrativa che attribuiva loro:<br />
Ebbi da dire queste cose <strong>del</strong>la pictura, quali se sono commode<br />
et utili a’ pictori, solo questo domando in premio <strong>del</strong>le<br />
mie fatiche, che nelle sue istorie dipingano il viso mio ed ciò<br />
dimostrino se esser grati et me esser stato studioso <strong>del</strong>l’arte 25 .<br />
Un’anonima vita <strong>del</strong>l’Alberti conferma questo interesse<br />
narrando come egli amasse ritrarre se stesso e i propri<br />
amici; infine il Vasari ricorda in casa di Palla Ruccellai<br />
un auto<strong>ritratto</strong> <strong>del</strong>l’Alberti fatto «alla spera». Ora<br />
quest’uomo cosí profondamente interessato alla propria<br />
immagine ci ha lasciato due autoritratti in bronzo, per<br />
l’appunto di profilo 26 . Senza voler parlare di rapporti<br />
non verificabili tra queste immagini e i ritratti dipinti<br />
fiorentini, è interessante notare la simiglianza <strong>del</strong>le soluzioni<br />
e avvertire che se l’umanista Alberti si rappresentava<br />
di profilo, non era certo per continuare la linea <strong>del</strong><br />
donatore trecentesco, ma per una voluta influenza classica,<br />
numismatica. Un centro di irradiazione di tali<br />
influenze dovette essere a Firenze la casa <strong>del</strong>l’umanista<br />
Niccolò Niccoli, ove questi, come scrive Vespasiano da<br />
Bisticci, «aveva... infinite medaglie di bronzo e di ariento<br />
e d’oro e molte figure antiche di ottone». <strong>Il</strong> <strong>ritratto</strong><br />
<strong>del</strong> Niccoli dato da Vespasiano è tra i piú vivi e diretti,<br />
e, come nota il Garin, «pittorici» che si possan trovare:<br />
Fu di bellissima presenza, allegro, che sempre pareva che<br />
ridesse, piacevolissimo <strong>nella</strong> conversazione. Vestiva sempre<br />
di bellissimi panni rosati, lunghi in fino a terra… Quando<br />
Storia <strong>del</strong>l’arte Einaudi 9