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Chioviri di Venniri Santu - alphonse doria

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26<br />

Dopo un poco, nello stesso modo, sono entrati il signore Ignazio,<br />

maniscalco, il signor Paolo, il pittore accompagnato da Fofò il riccioluto.<br />

-Come mai mi sono convinto ad uscire? Guarda, mi sono bagnato<br />

completamente … - Il signore Ignazio si lamentava. -Buongiorno<br />

Salvatore!-<br />

In quella piccola stalla c‟erano tutte quelle persone.<br />

-Accomodatevi!- Disse con molta ironia Salvatore.<br />

-Siamo entrati come dei porci … - Il signor Paolo <strong>di</strong>sse per scusarsi.<br />

-Mi bene<strong>di</strong>ca- Salutò Fofò, con quella sua voce particolare tra naso e gola.<br />

Si guardavano l‟un l‟altro come erano bagnati davanti la porta ostacolando<br />

così la luce, a tal punto Salvatore <strong>di</strong>sse a loro <strong>di</strong> entrare ancora <strong>di</strong> più.<br />

-Piovere <strong>di</strong> Venerdì Santo!- Fofò esclamava. -Io non mi ricordo mai la<br />

pioggia <strong>di</strong> Venerdì Santo … -<br />

-E‟ piovuto tanti anni fa pure <strong>di</strong> Venerdì Santo!- Disse il signor Mario<br />

battendo la spalla a Fofò, mentre il signor Ignazio acconsentiva con la testa<br />

con insistenza. -Ve<strong>di</strong> che Ignazio si ricorda quando quell‟anno ha piovuto,<br />

raccontagli cosa è successo!-<br />

Così il signore Ignazio si è messo a raccontare.<br />

LA COINCIDENZA<br />

Il signore Ignazio (padre e figlio avevano lo stesso nome) era una persona<br />

a suo modo, perché lui doveva capire le cose senza l‟aiuto <strong>di</strong> nessuno. Un<br />

gran<strong>di</strong>ssimo lavoratore, instancabile. La sua terra era coltivata con amore<br />

tanto da fare invi<strong>di</strong>a a chi la guardava. Quando Mussolini passò da<br />

Siculiana, il signore Ignazio combinò una stranezza. Mentre la folla ai cigli<br />

della strada aspettava, sorvegliata attentamente dal servizio d‟or<strong>di</strong>ne delle<br />

camicie nere e dai carabinieri. Il signore Ignazio provò un solletico, né<br />

sotto la coppola né sopra la testa, ma proprio dentro il cervello. Non gli<br />

piacevano tutte quelle persone messe in riga da quei quattro stolti delle<br />

camice nere e carabinieri. Non lo sopportava, magari non capiva il perché,<br />

ma mal sopportava lo stesso quel fatto. Così infranse le righe e si è messo<br />

proprio in mezzo alla strada.<br />

-Che cosa fai? Togliti da lì!- Gli or<strong>di</strong>nò un carabiniere.<br />

Ignazio restò fermo dove era, con la coppola calcata in testa e le mani<br />

conserte. A suo modo è stata la maniera <strong>di</strong> <strong>di</strong>re no!<br />

-Togliti, non puoi stare! Togliti!-<br />

-„Nztù!- Alzando la testa come i cavalli.

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