Chioviri di Venniri Santu - alphonse doria
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collega. Si alzarono e guardarono il forno, grande a cupola fatto con<br />
maestria con i cocci <strong>di</strong> terracotta ricavati dalle tegole rotte. Lavori<br />
tramandati da padre in figlio. Si spostarono ancora e trovarono gli uomini<br />
ch si stavano fumando un po‟ <strong>di</strong> trinciato.<br />
-Bella questa campagna! Organizzata bene! Mi complimento!- Don Carlo<br />
si è fatto avanti ed s‟inserì subito nella compagnia. Padre Spirdo con le<br />
manine nelle mani gli stava <strong>di</strong>etro in silenzio, ma i suoi occhi erano vivaci<br />
e stavano attenti ad ogni cosa.<br />
-Faccio del mio meglio. Qui i lavori non finiscono mai e c‟è molto da fare<br />
… - Il signor Mario rispose contento per quei complimenti.<br />
-Che piacere che da quest‟albero grande <strong>di</strong> pino! E giù vedo che c‟è pure<br />
un roseto! Quanta grazia <strong>di</strong> Dio! Solo mani laboriose e oneste come le sue<br />
riescono ad operare con solerzia- Don Carlo sembrava ammaliare a tutti<br />
con quel suo <strong>di</strong>re, tranne a Pasquale che scalpitava con il piede e con gli<br />
occhi a terra mentre <strong>di</strong>ssentiva con la testa. Tanto che padre Spirdo lo<br />
chiamò in causa:<br />
-Lei, come si chiama?<br />
Mario che aveva intuito l‟interessamento del prete:<br />
-Lasciatolo stare a Pasquale, perché è laico!<br />
-Io non posso frequentare la chiesa, perché mi ammazzo <strong>di</strong> lavoro per un<br />
po‟ <strong>di</strong> pane e le mie mani fanno arricchire a gli altri!- Rispose Pasquale<br />
<strong>di</strong>menticandosi le buone maniere per gli ospiti del cognato Mario.<br />
-Le ingiustizie sociali non provengono da Dio!- Rispose padre Spirdo.<br />
-E‟ vero! Ma che me ne faccio <strong>di</strong> Dio se le permette?-<br />
-Ve l‟ho detto <strong>di</strong> lasciarlo stare a Pasquale!- Rafforzava Mario.<br />
-Nostro Signore per la nostra salvezza si è fatto carne e si fatto umiliare<br />
flagellare e uccidere.- Don Carlo risentito.<br />
-Poteva fare <strong>di</strong> meglio, visto che non è servito proprio a niente!<br />
-A niente? E la vita eterna?<br />
-Mi ascolti, a me basta un po‟ <strong>di</strong> lavoro onesto senza succhia sangue<br />
attaccati al mio collo … ORA! La vita eterna, POI si vede. Tanto so come<br />
va a finire, che i padroni vi portano una mangiata <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> e la togliete a<br />
me, e quelli poveri come me, che credono a tutte le minchiate che ci<br />
raccontate e la date a loro.<br />
-Io vengo da una famiglia <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Canicattì e mio padre, sempre<br />
fedele a nostro Signore, mi ha insegnato l‟amore e non l‟o<strong>di</strong>o. Con l‟o<strong>di</strong>o<br />
non si conclude niente. Nostro Signore ha portato l‟amore per tutti. Sicuro<br />
c‟è chi lo coglierà e chi no. Ha portato il perdono per tutti. Ora lei, pensi