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SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias)<br />
È il più grande tra gli squali non planctofagi e può superare i 7 m di lunghezza.<br />
A dispetto del nome, il suo colore è grigio bruno, con il solo ventre bianco e la<br />
punta delle pinne pettorali scura. Nelle nostre coste è presente nelle acque<br />
profonde del mar Ligure, del Tirreno e dello Ionio; recenti avvistamenti si sono<br />
avuti anche in Adriatico. Predilige le acque costiere in prossimità di colonie di<br />
foche o leoni marini, le sue prede favorite; può spingersi a grande profondità.<br />
L’uomo considera gli squali come dei killer, ma in realtà è lui che ne uccide milioni<br />
ogni anno. La maggior parte degli attacchi all’uomo sembrerebbe dovuta ad un<br />
errore di identificazione dell’animale che scambia il nuotatore o il surfista sdraiato<br />
sulla tavola per una delle sue prede abituali.<br />
TARTARUGA MARINA (Caretta caretta)<br />
Questi rettili antichissimi sono perfettamente adattati al mare e tornano a terra solo<br />
per deporre le uova, sino a 200 per volta, in spiagge al riparo da predatori e<br />
dall’uomo. Particolarmente longevi, si nutrono principalmente di meduse, salpe e<br />
cefalopodi, che afferrano con il loro becco corneo dai bordi taglienti. Possono<br />
raggiungere 1 m di lunghezza e sono in grado di compiere lunghe apnee. In acqua<br />
possono raggiungere velocità superiori ai 35 km/h, nuotando agilmente con il<br />
caratteristico movimento sincrono degli arti anteriori. La Caretta caretta si riconosce<br />
dalla Chaelonya midas, per la presenza di cinque placche costali e due paia prefrontali<br />
sul carapace. L’altra tartaruga del Mediterraneo, la gigantesca Dermochelys coriacea,<br />
ha invece un rivestimento cuoioso privo di placche. La cattura accidentale durante la<br />
pesca professionale e la mancanza di spiagge per la riproduzione ne hanno<br />
gravemente minacciato la sopravvivenza; l’ingerimento di sacchetti di plastica provoca<br />
la morte per ostruzione del tubo digerente.<br />
BALENOTTERA COMUNE (Balaenoptera physalus)<br />
Dopo la balenottera azzurra, è la più grande creatura che sia mai vissuta sulla terra.<br />
Le femmine, più grandi dei maschi, possono superare i 24 m di lunghezza e le 50<br />
tonnellate di peso. Vive normalmente in mare aperto, anche se per la ricerca del cibo<br />
può avvicinarsi alla costa. È presente nei mari di tutto il mondo, anche se è meno<br />
presente in quelli tropicali. Molto frequente in estate nel mar Ligure, nel mar di Corsica<br />
e nel mar di Sardegna; meno nel Tirreno e Ionio, è raro vederla nel mar Adriatico.<br />
Nuota solitaria o in piccoli gruppi, ma può formare aggregazioni più grandi nelle aree<br />
dove si alimenta. Si nutre di plancton e piccoli crostacei, in prevalenza di piccolissimi<br />
gamberi come i krill.<br />
CAPODOGLIO (Physeter macrocephalus)<br />
Il capodoglio è capace di immergersi ad oltre 2.500 m di profondità e di cacciare<br />
anche i calamari giganti. Nella testa, lunga quasi un terzo dell’intero corpo, possiede<br />
una particolare struttura, l’organo dello spermaceti, una sorta di massa spugnosa le<br />
cui cavità sono riempite da un olio ceroso e la cui funzione è ancora oggetto di<br />
discussione; potrebbe servire da rilevatore di segnali acustici o da organo di<br />
bilanciamento idrostatico per facilitare il galleggiamento. Può raggiungere e superare<br />
i 18 m di lunghezza e le 50 t di peso. Ha un unico sfiatatoio asimmetrico posto sulla<br />
sinistra del capo, che rende il suo soffio inconfondibile: basso e denso, inclinato in<br />
avanti verso sinistra. I maschi sono molto più grossi delle femmine. È presente in tutti<br />
i mari del mondo. In Mediterraneo, dove si avvista solo ad una discreta distanza<br />
dalla costa, è presente ovunque ma prevalentemente nel Mediterraneo centrale e<br />
occidentale. Vive normalmente in branchi, composti da gruppi familiari o da gruppi<br />
di maschi, che in Mediterraneo non superano generalmente la decina di individui.<br />
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