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CERNIA BRUNA (Ephinephelus marginatus, E. guaza)<br />

Grosso pesce dal corpo massiccio e dalla mandibola inferiore prominente, può<br />

superare anche 1,5 m di lunghezza ed i 50 kg di peso. Il suo colore è generalmente<br />

scuro, verde oliva, bruno o rossiccio, con il dorso bruno a chiazze più chiare, fianchi<br />

chiari e ventre giallastro. È la regina delle tane e degli anfratti e vive in fondali rocciosi,<br />

da pochi metri di profondità ad oltre 200 m. È ormai raro avvistarla a profondità<br />

inferiori ai 40 m. Trascorre l’intera esistenza nei pressi della sua tana, allontanandosi<br />

solo per cacciare prede, in preferenza molluschi cefalopodi come polpi e seppie, ma<br />

anche crostacei e, in età adulta, pesci. La cernia bruna nasce femmina, raggiunge la<br />

maturità sessuale verso i 4 – 5 kg di peso (5 – 6 anni di età) e al raggiungimento dei<br />

circa 10 kg inizia a trasformarsi in maschio. La cernia può vivere sino ai 25 anni, ma<br />

ci sono casi documentati di esemplari più longevi.<br />

DATTERO (Litophaga litophaga )<br />

Mollusco bivalve dalla conchiglia ovale e allungata, e di colorazione lucida bruno<br />

dorata, può raggiungere i 10 cm di lunghezza. Una colonia di datteri conta<br />

normalmente circa 150 individui per metro quadro, ma può arrivare sino ad una<br />

densità doppia, dando alle rocce un caratteristico aspetto di crivello. Il dattero cresce<br />

con estrema lentezza, impiegando più di vent’anni per raggiungere 5 cm di lunghezza;<br />

vive sulle rocce calcaree sino a 35 m di profondità, in cui scava cunicoli fusiformi,<br />

raggiungendo una densità massima di popolazione nei primi 10 m di profondità. Si<br />

incontrano individui sino a 100 m, ma preferisce fondali a forte inclinazione. Il dattero<br />

penetra nelle rocce, praticando fori profondi, e si pensa che ciò avvenga per la<br />

secrezione, da parte di ghiandole del mantello, di sostanze in grado di sciogliere il<br />

calcare. La sua pesca, l’importazione e la commercializzazione è vietata dal 1998. La<br />

specie è protetta dalle Convenzioni internazionali di Barcellona e di Berna.<br />

CAVALLUCCIO MARINO (Hippocampus antiquorum, H.<br />

brevirostris, H. hippocampus, H. guttulatus)<br />

I cavallucci marini sono pesci di piccole dimensioni, raggiungono al massimo i 15 cm<br />

di lunghezza. Si nutrono di piccoli crostacei e di altri organismi che aspirano con la<br />

bocca a forma di tubo. Frequentano fondali sabbiosi o detritici e si possono osservare<br />

sino ai 30 m di profondità, su ciuffi di alghe o gorgonie cui si attaccano con la coda<br />

prensile. Il cavalluccio si può incontrare a basse profondità tra le praterie di<br />

fanerogame marine, dove scivola fra le piante che offrono loro rifugio, ancorandosi<br />

con la coda che funge anche da timone. Le uova sono trasportate per quattro<br />

settimane dal maschio in una tasca incubatrice, posta sulla parte inferiore del tronco,<br />

in cui la femmina spruzza le uova, sino a 200, al momento dell’accoppiamento. La<br />

nascita di tutti i piccoli avviene nel corso di molte ore, espulsi singolarmente o a<br />

gruppi più o meno numerosi con movimenti a sbalzi del maschio, che proietta in<br />

avanti la coda. Il cavalluccio è una specie a rischio di prelievo ed è protetto dalla<br />

Convenzione internazionale di Berna.<br />

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