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Ippogrifo 2007 - Comune di Jesi

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14<br />

<strong>2007</strong><br />

Secondo gli attuali orientamenti<br />

della filosofia della<br />

scienza, una teoria è<br />

“potente” quando riesce a dar<br />

ragione <strong>di</strong> fenomeni, anche i più<br />

<strong>di</strong>sparati, sulla base <strong>di</strong> un ristretto<br />

numero <strong>di</strong> elementi.<br />

In astronomia per esempio, l’eliocentrismo<br />

risultò “più potente”<br />

del geocentrismo perché spiegava<br />

in maniera più semplice ciò che<br />

si poteva osservare nel cielo.<br />

La “teoria mimetica” <strong>di</strong> René<br />

Girard (n. 1923) nelle scienze<br />

umane aspira a questo titolo<br />

basandosi su poche assunzioni:<br />

l’evento fondante d’ogni civiltà è<br />

l’assassinio (ritualizzato) del<br />

cosiddetto “capro espiatorio”, sul<br />

quale si proietta mimeticamente<br />

la violenza dei gruppi umani che,<br />

riconciliati, possono ritornare alla<br />

vita, liberi e “innocenti”. Dal “tutti<br />

contro tutti”, che segna la crisi<br />

della convivenza, al “tutti contro<br />

uno”che la risolve e salva il gruppo<br />

altrimenti destinato all’auto<strong>di</strong>struzione.<br />

In questa vicenda,<br />

secondo Girard, si può in<strong>di</strong>viduare<br />

l’origine e l’evoluzione storico-culturale<br />

<strong>di</strong> ogni comunità.<br />

La violenza, dato “universale”<br />

degli uomini <strong>di</strong> ogni epoca e<br />

civiltà, si accende a causa del<br />

“desiderio mimetico” per il quale<br />

nella vita sociale tutti desiderano<br />

ciò che hanno o che desiderano<br />

gli altri. All’origine della società<br />

umana vi è un assassinio; ma<br />

alla vittima sacrificata vengono<br />

poi riconosciuti attributi <strong>di</strong>vini e<br />

sacrali, proprio perchè la sua uccisione<br />

è stata il mezzo che ha posto<br />

fine alla violenza. Scaricando su<br />

un capro espiatorio la violenza<br />

che oppone ciascuno a tutti gli<br />

altri, si placano i conflitti interpersonali<br />

e viene fondato o confermato<br />

il vincolo sociale.<br />

Siamo oggi ben lontani dalla possibilità<br />

<strong>di</strong> mostrare all’opera questo<br />

principio in tutte le vicende<br />

Tutti contro uno<br />

umane, ma si può in ogni caso<br />

affermare, sempre in linea con<br />

l’epistemologia contemporanea,<br />

che questa teoria rappresenti un<br />

fecondo programma <strong>di</strong> ricerca<br />

per future indagini.<br />

In trent’anni <strong>di</strong> attività Girard,<br />

applicando questo modello, ha<br />

ritenuto <strong>di</strong> trovarne conferme nei<br />

campi più <strong>di</strong>versi, dall’antropologia<br />

alla psicologia sociale, dalle<br />

storia delle religioni alla letteratura,<br />

rivelando nessi insospettati<br />

là dove prima si poteva osservare<br />

solo una varietà inspiegabile <strong>di</strong><br />

fenomeni.<br />

Sullo stesso piano possiamo citare<br />

come esempio l’opera <strong>di</strong><br />

Darwin il quale, avendo in<strong>di</strong>viduato<br />

nella teoria dell’evoluzione<br />

per selezione naturale un<br />

“potente” principio esplicativo<br />

unitario con cui dar conto della<br />

estrema varietà altrimenti inspiegabile<br />

delle forme viventi, si<br />

impegnò a trovarne conferme con<br />

innumerevoli indagini e osservazioni.<br />

Con queste poche parole dovrei<br />

dar a mia volta conto <strong>di</strong> centinaia<br />

<strong>di</strong> pagine <strong>di</strong> Girard, ma poiché<br />

l’impresa è impossibile mi limito<br />

a fornire qualche eterogenea<br />

“suggestione”.<br />

Innanzitutto anche Freud nell’opera<br />

“Totem e tabù” (1912)<br />

accenna, descrivendo la situazione<br />

dell’orda primitiva teorizzata<br />

da Darwin, ad un parrici<strong>di</strong>o<br />

originario come inizio dell’organizzazione<br />

sociale, delle restrizioni<br />

morali e della religione.<br />

Egli, tra l’altro, riteneva con ciò<br />

<strong>di</strong> aver presentato un sostituto<br />

cre<strong>di</strong>bile del racconto biblico del<br />

peccato originale. Lo stesso<br />

Darwin con la sua teoria dell’evoluzione<br />

riteneva <strong>di</strong> aver fornito<br />

una spiegazione sostitutiva del<br />

“creazionismo” biblico circa<br />

varietà delle forme viventi.<br />

Poiché citiamo la Bibbia notiamo<br />

che nella Genesi è presentato un<br />

omici<strong>di</strong>o “fondatore”; non nel<br />

racconto del peccato “originale”<br />

il quale non comporta uccisioni,<br />

ma nella vicenda <strong>di</strong> Caino e<br />

Abele; Caino infatti dopo l’assassinio,<br />

“<strong>di</strong>venne fondatore <strong>di</strong><br />

una città” (Gen. 4, 17), cioè <strong>di</strong> una<br />

comunità, <strong>di</strong> un gruppo umano.<br />

Per i classicisti: l’omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Remo, come è noto, è collegato<br />

alla fondazione <strong>di</strong> Roma (e anche<br />

<strong>di</strong> Romolo in alcune tra<strong>di</strong>zioni si<br />

<strong>di</strong>ce che fu ucciso dalla folla).<br />

Un altro omici<strong>di</strong>o, quello <strong>di</strong><br />

Giulio Cesare, è all’origine dell’impero.<br />

Per i grecisti: E<strong>di</strong>po<br />

nella trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Sofocle non<br />

viene ucciso, ma come capro<br />

espiatorio, viene “caricato” delle<br />

più gravi colpe e scacciato dalla<br />

comunità, che si salva con ciò dal<br />

pericolo che ne minacciava l’esistenza.<br />

La morte <strong>di</strong> Socrate, in<br />

certo senso, assume lo stesso<br />

ruolo fondativo per la filosofia.<br />

E ancora prima, nella polis ateniese<br />

è presente il rituale del<br />

pharmakos, cioè <strong>di</strong> una persona,<br />

uomo o donna, scelta per il suo<br />

aspetto ripugnante che in occasione<br />

della festa del Targhelie era<br />

fatto bersaglio <strong>di</strong> violenze collettive,<br />

cacciato fuori dalle mura<br />

delle città e spesso ucciso.<br />

Per i “cinefili”: nel film “2001<br />

O<strong>di</strong>ssea nello spazio” <strong>di</strong> Kubrik<br />

l’omici<strong>di</strong>o primor<strong>di</strong>ale perpetrato<br />

nell’orda delle scimmie, “innesca”<br />

la civiltà umana, nella celeberrima<br />

scena della<br />

trasformazione dell’arma omicida<br />

in una astronave. E visto che<br />

siamo in tema: il recente film<br />

“Apocalypto” <strong>di</strong> Mel Gibson, che<br />

tanto ha fatto <strong>di</strong>scutere per le<br />

scene <strong>di</strong> violenza, descrive in<br />

maniera eloquente i sacrifici<br />

umani fondamento delle civiltà<br />

“amerin<strong>di</strong>e”.<br />

Alla teoria del capro espiatorio,<br />

come abbiamo visto, è legata<br />

quella del “desiderio mimetico”<br />

per il quale nella vita sociale<br />

secondo un “triangolo del desiderio”<br />

tutti desiderano ciò che<br />

hanno o che desiderano gli altri.<br />

Secondo Girard il desiderio nell’uomo<br />

non si origina in maniera<br />

autonoma secondo la via linea-<br />

re: soggetto - oggetto, ma si istituisce<br />

per imitazione del desiderio<br />

<strong>di</strong> un altro soggetto, secondo<br />

lo schema triangolare:<br />

soggetto - modello - oggetto. Nel<br />

desiderare, noi imitiamo il desiderio<br />

<strong>di</strong> altri che pren<strong>di</strong>amo a<br />

modello, anche inconsapevolmente.<br />

Questo meccanismo lo<br />

possiamo vedere all’opera nella<br />

pubblicità: il “testimonial” si propone<br />

come modello: lui possiede<br />

l’oggetto e ci invita ad imitarlo<br />

“invi<strong>di</strong>ando” la sua sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Siamo indotti a desiderare<br />

anche noi quello che lui ha desiderato<br />

e quin<strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare il desiderio<br />

attraverso l’acquisto dell’oggetto.<br />

Anche questo aspetto delle teoria<br />

costituisce un programma <strong>di</strong><br />

ricerca in campo psicologico. Lo<br />

stesso Girard lo ha applicato alla<br />

critica letteraria nell’opera<br />

“Menzogna romantica, verità<br />

romanzesca” (1962) in cui la<br />

menzogna romantica presenta il<br />

desiderio come qualcosa <strong>di</strong> autonomo,<br />

mentre le vicende umane<br />

narrate dai gran<strong>di</strong> scrittori,<br />

Cervantes, Proust, Stendhal,<br />

Shakespeare, Dostoevskij, presentano<br />

la realtà umana, “troppo<br />

umana” , <strong>di</strong> un desiderio per imitazione<br />

e “invi<strong>di</strong>a”.<br />

Federico Lecchi<br />

Bibliografia.<br />

René Girard:<br />

“La violenza e il sacro” (1972), trad.<br />

it. Adelphi 1992<br />

“Menzogna romantica e verità romanzesca”<br />

(1962), trad. it Bompiani 2002<br />

“Vedo Satana cadere come la folgore”<br />

(1999) trad. it. Adelphi, 2001<br />

“Il caso Nietzsche. La ribellione fallita<br />

dell’anticristo” (con Giuseppe<br />

Fornari) Marietti, 2002

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