Ippogrifo 2007 - Comune di Jesi
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Essere citta<strong>di</strong>ni: uno stile <strong>di</strong><br />
vita, una ricchezza interiore<br />
Iseminari del corso <strong>di</strong> formazione<br />
“Il bene comune.<br />
Ragioni e passioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza”<br />
tenuti dal professor Viroli,<br />
docente <strong>di</strong> Teoria Politica<br />
all’Università <strong>di</strong> Princeton, sono<br />
iniziati ad Ancona nel <strong>di</strong>cembre<br />
2006. L’iniziativa è nata a seguito<br />
della prima e<strong>di</strong>zione dell’evento<br />
“Europa e non solo. Dialoghi<br />
intorno ai confini” che ha permesso<br />
l’incontro <strong>di</strong> docenti e ragazzi<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi paesi del mondo per<br />
riflettere sul “ricercare le tracce <strong>di</strong><br />
una comune umanità”.<br />
Il 16 gennaio si è tenuto il seminario<br />
conclusivo durante il quale<br />
ho avuto occasione <strong>di</strong> leggere il mio<br />
“racconto”, che qui ora trascrivo,<br />
della mia partecipazione a quest’esperienza:<br />
I nostri seminari sono iniziati ad<br />
Ancona con due prime giornate il<br />
22 e il 23 marzo 2006 dal titolo “Il<br />
comune sentire dei maestri <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza”.<br />
Abbiamo poi proseguito<br />
con altre giornate in <strong>di</strong>versi<br />
luoghi delle Marche.<br />
Per parlare <strong>di</strong> questo progetto<br />
comincerei prima <strong>di</strong> tutto a raccontarvi<br />
dell’atmosfera vissuta in<br />
queste giornate <strong>di</strong> lavoro. È proprio<br />
l’atmosfera, fatta <strong>di</strong> emozioni<br />
e sensazioni, che mi è rimasta nel<br />
cuore. Ascoltare pensieri, concetti<br />
e valori in cui ho sempre creduto,<br />
poterli in qualche modo vivere con<br />
la guida del nostro professor Viroli<br />
è stata una vera e propria ricarica<br />
<strong>di</strong> energia.<br />
Bello è stato guardarsi intorno e<br />
aver trovato tanti ragazzi, tante<br />
persone con cui con<strong>di</strong>videre questi<br />
valori. È stato bello vedere come<br />
sia forte questo bisogno <strong>di</strong> parlare<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza e vedere come<br />
siamo in tanti a credere in quest’avventura<br />
che ci è stata proposta.<br />
Un’avventura. Si è trattato proprio<br />
<strong>di</strong> un’avventura del pensiero che<br />
è iniziata scoprendo, come veri e<br />
propri archeologi delle parole,<br />
come ci ha insegnato il professore<br />
a fare, quel qualcosa <strong>di</strong> magico<br />
che c’è nell’idea <strong>di</strong> come si può<br />
essere citta<strong>di</strong>ni.<br />
È così che abbiamo scoperto il cit-<br />
ta<strong>di</strong>no come colui che sa assolvere<br />
dei doveri oltre che possedere<br />
<strong>di</strong>ritti, doveri verso i concitta<strong>di</strong>ni,<br />
doveri che vogliono <strong>di</strong>re possedere<br />
quel particolare tipo <strong>di</strong> saggezza<br />
che ci permette <strong>di</strong> vedere quello<br />
che è il bene comune e la corda<br />
<strong>di</strong> questa saggezza l’abbiamo ritrovata<br />
anche nell’arte del Lorenzetti<br />
nel suo affresco “Il buon governo”.<br />
Abbiamo ritrovato l’importanza<br />
del lavoro della mente e dell’anima;<br />
l’importanza delle passioni<br />
come la carità, quella capacità <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>videre una sofferenza, <strong>di</strong> sentire<br />
vicino chi soffre e accanto alla<br />
carità lo sdegno, la passione che<br />
si prova quando un principio è<br />
offeso. E poi la mitezza.<br />
Abbiamo incontrato l’idea <strong>di</strong><br />
libertà che non vuol <strong>di</strong>re solo<br />
assenza <strong>di</strong> interferenze ma vuol<br />
<strong>di</strong>re non essere dominati, non<br />
<strong>di</strong>pendere dalla volontà arbitraria<br />
<strong>di</strong> un altro; abbiamo immaginato<br />
lo “sguardo abbassato” che è segno<br />
della persona non libera, della<br />
persona che ha paura; abbiamo<br />
ascoltato l’idea <strong>di</strong> uguaglianza non<br />
assoluta ma <strong>di</strong> una <strong>di</strong>suguaglianza<br />
dei meriti e allora abbiamo<br />
anche appreso quale è la vera<br />
nobiltà: “vera nobilitas virtus sola<br />
est” e la “dolcezza del vivere libero”<br />
<strong>di</strong> Machiavelli; la “virtù leggera”<br />
come capacità del citta<strong>di</strong>no<br />
<strong>di</strong> non prendersi sempre troppo<br />
sul serio, <strong>di</strong> fare ironia su sé stesso.<br />
Abbiamo incontrato le figure<br />
del sud<strong>di</strong>to, del minore e dell’immigrato.<br />
Abbiamo appreso la pericolosità<br />
dell’adulto bambino e del sovrano<br />
padre. Abbiamo scoperto chi è il<br />
minore, cosa è l’immaturità e il<br />
rischio enorme della banalità.<br />
È stato bello.<br />
È stato bello aver imparato <strong>di</strong> poter<br />
essere citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una patria e citta<strong>di</strong>ni<br />
del mondo.<br />
Abbiamo parlato <strong>di</strong> religione della<br />
libertà. E soprattutto è stato bello<br />
provare a scoprire se…<br />
vale la pena essere citta<strong>di</strong>ni?<br />
Riprendendo le parole del professore:<br />
“È naturale crescere, se<br />
hai buona salute, <strong>di</strong>ventare adulti<br />
e invecchiare, amare, o<strong>di</strong>are,<br />
avere invi<strong>di</strong>e, avere fame e sete,<br />
ma citta<strong>di</strong>no<br />
non è naturale,<br />
è artificiale,<br />
nel senso<br />
che è sempre<br />
il risultato <strong>di</strong><br />
uno sforzo…”<br />
Vi vorrei<br />
anche <strong>di</strong>re<br />
che è stato<br />
bello capire<br />
come la strada<br />
per scoprire<br />
se vale<br />
la pena essere<br />
citta<strong>di</strong>ni<br />
sia quella <strong>di</strong><br />
chiederlo a<br />
chi, vivendo da citta<strong>di</strong>no, vede e<br />
sente una particolare eccellenza.<br />
Altrettanto bello è stato apprezzare<br />
come si può essere citta<strong>di</strong>ni<br />
nella vita quoti<strong>di</strong>ana, “nel modo in<br />
cui educhi i figli, ricerchi la verità,<br />
nel modo in cui fai gli affari”. È<br />
stata proprio questa la specialità:<br />
poter tornare a casa dopo le giornate<br />
trascorse a <strong>di</strong>scutere sulla<br />
citta<strong>di</strong>nanza con un arricchimento<br />
dentro, quella ricchezza interiore<br />
<strong>di</strong> cui parlava il professore, tornare<br />
con l’entusiasmo <strong>di</strong> provare a raccontare,<br />
rendere partecipi, le persone<br />
con cui trascorri il tuo tempo<br />
<strong>di</strong> questa piccola grande crescita<br />
vissuta, <strong>di</strong> questa gioia acquisita.<br />
E spero proprio possa trasparire da<br />
queste poche parole un po’ <strong>di</strong> quel<br />
qualcosa <strong>di</strong> magico che ho avuto<br />
occasione <strong>di</strong> ascoltare e <strong>di</strong> vivere.<br />
Ora, quale occasione per con<strong>di</strong>videre<br />
all’interno dell’esperienza<br />
scolastica quanto detto durante<br />
i seminari tenuti dal prof.<br />
Viroli?<br />
Spesso, tra i partecipanti ai seminari,<br />
ci si è posti questa domanda,<br />
e l’occasione è stata trovata<br />
nell’ambito <strong>di</strong> un’assemblea<br />
d’Istituto a seguito della visione<br />
<strong>di</strong> un film, come spunto per iniziare<br />
un <strong>di</strong>battito. Il film, “La<br />
Rosa Bianca” <strong>di</strong> Marc<br />
Rothemund, ambientato durante<br />
il totalitarismo nazista, racconta<br />
la storia <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong><br />
giovani che si opposero al regi-<br />
me trovando la morte.<br />
Quale lo spunto per iniziare un<br />
<strong>di</strong>battito dopo la visione <strong>di</strong> questo<br />
film? L’intento era quello <strong>di</strong><br />
attualizzare una realtà che, sempre<br />
viva nella nostra memoria,<br />
appartiene al passato: i ragazzi<br />
della Rosa Bianca vissero da<br />
forti e coraggiosi citta<strong>di</strong>ni.<br />
Che vuol <strong>di</strong>re essere citta<strong>di</strong>ni<br />
oggi? Come essere citta<strong>di</strong>ni? Vale<br />
la pena esserlo? Da questi spunti<br />
e riprendendo alcune delle<br />
parole del professor Viroli, si è<br />
avviato il nostro <strong>di</strong>battito, che ci<br />
ha permesso <strong>di</strong> confrontarci e <strong>di</strong><br />
porci domande sul nostro modo<br />
<strong>di</strong> vivere, sul nostro essere citta<strong>di</strong>ni.<br />
È nata una lunga e ricca<br />
<strong>di</strong>scussione ed è stato bello con<strong>di</strong>videre<br />
almeno parte <strong>di</strong> ciò che<br />
è stato appreso, vissuto e scoperto<br />
durante i seminari.<br />
La bellezza <strong>di</strong> questo corso, al<br />
quale ho avuto occasione <strong>di</strong> partecipare<br />
è stata proprio quella<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere, approfon<strong>di</strong>re, scoprire<br />
temi che non sono <strong>di</strong>fficili<br />
da comprendere ma <strong>di</strong> cui<br />
quasi mai si sente parlare in<br />
modo esplicito, pensieri che <strong>di</strong>fficilmente<br />
si concretizzano in<br />
parole ben definite proprio perché<br />
quello del citta<strong>di</strong>no è uno<br />
stile <strong>di</strong> vita, è un qualcosa che<br />
si sente nel profondo del cuore.<br />
E credo proprio valga la pena<br />
trovare un modo per poter con<strong>di</strong>videre<br />
queste emozioni.<br />
Laura Pontoni, III C L. C.<br />
29<br />
<strong>2007</strong>