Ippogrifo 2007 - Comune di Jesi
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L’ETICA ’ETICA SPORTIVA<br />
SPORTIV<br />
importanti cariche pubbliche.<br />
Precisiamo quin<strong>di</strong> che il buon<br />
esito della gara, come d’altronde<br />
ogni cosa a buon esito, aveva<br />
un suo profitto anche concreto,<br />
una como<strong>di</strong>tà indubbiamente<br />
non trascurabile ma totalmente<br />
in secondo piano.<br />
Non è azzardato <strong>di</strong>re che lo sportivo<br />
dell’età moderna gareggi <strong>di</strong><br />
certo per passione e per talento,<br />
ma sospinto in gran parte dal<br />
desiderio <strong>di</strong> arricchirsi e <strong>di</strong> raggiungere<br />
un ambita notorietà,<br />
mentre non è altrettanto esagerato<br />
<strong>di</strong>re che lo sportivo dell’antica<br />
Grecia partecipasse ad<br />
ogni competizione allettato,<br />
prima <strong>di</strong> ogni altra cosa, dalla<br />
voglia <strong>di</strong> completarsi come persona.<br />
Non è mio intento però, quello<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere gli atleti attuali<br />
come fredde macchine che usufruiscono<br />
delle loro doti al solo<br />
fine <strong>di</strong> guadagnare ed avere prestigio,<br />
ma sicuramente i loro<br />
propositi sono alquanto <strong>di</strong>fferenti<br />
rispetto a quelli degli atleti<br />
del passato; risultare vincitori,<br />
riferendoci a questi ultimi,<br />
significava incarnare l’emblema<br />
dell’ uomo ideale, aver raggiunto<br />
la completezza e l’assolutezza<br />
in quanto essere umano,<br />
la rappresentazione concreta <strong>di</strong><br />
un in<strong>di</strong>viduo kalòs kai agathòs.<br />
Oltre a questo, c’è da <strong>di</strong>re che lo<br />
sport costituì un fattore <strong>di</strong> primaria<br />
importanza nella vita politica<br />
greca in tutte le fasi della sua<br />
storia, esercitando sulla società<br />
un grande impatto; i politici ne<br />
erano consapevoli e cercavano <strong>di</strong><br />
sfruttare il suo grande potenziale<br />
propagan<strong>di</strong>stico. Gli stessi<br />
epinici che venivano commissionati<br />
a poeti come<br />
Simonide, Bacchilide e Pindaro<br />
dagli atleti, possono essere letti<br />
anche come strumenti <strong>di</strong> propaganda.<br />
Si può <strong>di</strong>re che lo stesso insegnamento<br />
morale derivi dal<br />
modo <strong>di</strong> porsi verso le<br />
Olimpia<strong>di</strong>, a cui si era educati:<br />
la sola regola, mai violata, <strong>di</strong><br />
sospendere ogni guerra, ogni<br />
battaglia, non importa <strong>di</strong> che<br />
genere o rilievo, bastava ad<br />
impartire a tutti coloro che assistevano,<br />
la devozione e l’asso-<br />
luto rispetto per una manifestazione<br />
<strong>di</strong> tale tipo, la comprensione<br />
che in quel momento nulla<br />
poteva precedere ed esigere più<br />
attenzione della gara in svolgi-<br />
mento.<br />
Ma, alla fine dei giochi, dopo<br />
tanto <strong>di</strong>lungarsi su valori, obbiettivi<br />
mancati, guadagni e potere,<br />
forse il vero significato della<br />
parola etica va colto nel messaggio<br />
che una manifestazione<br />
sportiva è in grado <strong>di</strong> inviare al<br />
proprio pubblico: se, quin<strong>di</strong>, il<br />
messaggio in questione porta<br />
tanti tifosi alla violenza, agli<br />
insulti e a commettere danni a<br />
volte irreparabili, allora può solo<br />
voler <strong>di</strong>re che il motivo dell’istituzione<br />
della gara non è stato<br />
poi tanto chiaro e che il suo valore<br />
morale non sia stato proprio<br />
recepito.<br />
Ciò su cui occorre riflettere è a<br />
mio parere la negativa trasformazione<br />
che l’atteggiamento<br />
degli spettatori ha subito negli<br />
anni: sono nati tanti altri generi<br />
<strong>di</strong> sport, le continue innovazio-<br />
ni hanno agevolato in ogni modo<br />
l’uomo nella visione <strong>di</strong> qualsiasi<br />
competizione, queste ultime si<br />
sono arricchite e sono <strong>di</strong>venute<br />
più interessanti: e allora perché<br />
la maggior parte dei tifosi, <strong>di</strong><br />
tutto il bello che ha il privilegio<br />
<strong>di</strong> vedere, spesso vede unicamente<br />
l’agonismo, la competitività<br />
e li trasferisce su <strong>di</strong> sé<br />
come arma <strong>di</strong> contesa, <strong>di</strong>scussione<br />
contro altri? Perché, anni<br />
ad<strong>di</strong>etro, la gente percepiva l’intoccabilità<br />
<strong>di</strong> questi eventi e ne<br />
faceva motivo <strong>di</strong> unione, unione<br />
sostenuta dalle solide basi <strong>di</strong><br />
una passione reciproca e invece<br />
adesso, che materialmente abbiamo<br />
molto più <strong>di</strong> prima, questa<br />
intoccabilità non la sentiamo<br />
proprio ed ogni spunto è buono<br />
per farci la “guerra” tra noi?<br />
È troppo facile, però, puntare il<br />
<strong>di</strong>to solo sull’essere umano che<br />
<strong>di</strong> per sé non riesce più a cogliere<br />
i valori dello sport: perché<br />
non è un crimine, credo, perdere<br />
ogni sentimento <strong>di</strong> nobiltà nei<br />
confronti <strong>di</strong> questo mondo nel<br />
momento in cui si viene a conoscenza<br />
(come se ne sta venendo<br />
a conoscenza in questi anni) <strong>di</strong><br />
tutte le falsità, le bugie passate<br />
per vere, le ipocrisie e i doppiogiochismi<br />
che vengono alla luce.<br />
È vero, spesso il tifoso assume<br />
comportamenti vergognosi, esasperando<br />
situazioni che dovrebbero<br />
rimanere tranquillamente<br />
nella norma, ma ugualmente<br />
vero è sostenere che spesso il<br />
tifoso ha sotto gli occhi questi<br />
illustri esempi proprio nel campo<br />
da gioco, nella televisione, ecc.<br />
Lo sport che ve<strong>di</strong>amo oggi è<br />
spesso inquinato, la gente se ne<br />
accorge, e molti rispondono <strong>di</strong><br />
conseguenza: lo stesso fatto <strong>di</strong><br />
veder <strong>di</strong> continuo spuntar fuori<br />
atleti dopati, è alquanto sconcertante.<br />
Per chiunque non<br />
sapesse <strong>di</strong> preciso (oramai è piuttosto<br />
improbabile) cosa sia il<br />
doping, rispondo che è l’uso <strong>di</strong><br />
sostanze che consentono <strong>di</strong><br />
migliorare artificialmente,<br />
soprattutto scorrettamente, le<br />
prestazioni dell’atleta.<br />
Cosa che non va unicamente<br />
contro l’etica sportiva, ma<br />
anche contro quella della<br />
scienza me<strong>di</strong>ca; fenomeno<br />
ormai <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>ffusione,<br />
che purtroppo non ha invaso<br />
solamente l’ambito professionistico,<br />
ma anche quello <strong>di</strong>lettantistico<br />
e perfino amatoriale.<br />
Nonostante ora sia <strong>di</strong>venuto<br />
un reato, quin<strong>di</strong> una colpa più<br />
facilmente sanzionabile, ciò<br />
non toglie che se ne faccia<br />
comunque largo uso: ennesima<br />
prova che tanti atleti antepongono<br />
la voglia <strong>di</strong> vincere e <strong>di</strong><br />
portare in alto il loro nome, al<br />
senso <strong>di</strong> lealtà, correttezza,<br />
voglia <strong>di</strong> farcela unicamente con<br />
le proprie forze, senza dover <strong>di</strong>re<br />
grazie a nessuno a parte se stessi.<br />
Non importa il rischio che<br />
corrono, il fatto che lo strumento<br />
<strong>di</strong> cui si servono sia ingiusto a<br />
livello morale, il danno che comportano<br />
al loro fisico: ciò che<br />
conta è raggiungere l’obbiettivo,<br />
non conta il mezzo.<br />
Etica. Sarà pur bella come parola,<br />
ma quanto costa.<br />
Elena Car<strong>di</strong>nali, II B LC<br />
L ’etica sportiva<br />
7<br />
<strong>2007</strong>