Senato - Camera dei Deputati

186 Problemi costituzionali e parlamentari
tanto questo può dare vita ad un'oratoria di facile comprensione ed
esauriente sotto l'aspetto stilistico-formale. Si comprende bene allora
come sovente sia necessario per lo stenografo parlamentare « intervenire
» per rendere esplicito un concetto mal formulato, per correggere
un'imperfezione di linguaggio, una citazione sbagliata. Anche un
discorso caratterizzato da eloquenza ed erudizione può presentare, nel
passaggio dalla forma orale alla forma scritta, difficoltà e problemi.
Quel che a prima vista appare affascinante nell'espressione oratoria,
tradotto graficamente può perdere molto del suo fascino.
È tuttavia necessario dosare le tecniche con le quali si deve rendere
formale ciò che è informale. È questa la tematica sviluppata nel
corso di un seminario tenuto due anni fa circa alla Camera dal professor
De Mauro, titolare della cattedra di filosofia del linguaggio presso
l'ateneo romano, il quale affermò in quella occasione che nel rappresentare
graficamente il parlato bisogna evitare di ucciderne la
vivacità. Bisogna pertanto adoperare con estrema cautela il filtro della
revisione nell'attività di resocontazione, evitando ogni appiattimento di
espressioni ed ogni aftievolimento del carattere spontaneo ed improvvisato
che contraddistingue un discorso.
È noto che una delle accuse che vengono mosse alla classe politica
è quella di non essere adeguatamente preparata. Non è il caso di
entrare nel merito della disputa aperta nel paese tra i fautori della
formazione di una classe politica àHélite da cui far dipendere, come da
causa ad effetto, la funzionalità effettiva del sistema parlamentare, e
coloro che invece vorrebbero affidare ai partiti politici la responsabilità
di selezionare gli elementi ritenuti più idonei ad affrontare in modo
adeguato i problemi che emergono nei vari momenti congiunturali che
il paese attraversa. Non si può comunque disconoscere che talora
l'impreparazione e l'incompetenza, unite spesso anche alle deficienze
espressive e ad un particolare ermetismo congenito al linguaggio parlamentare,
influenzano negativamente un discorso, che può presentare,
oltre a lacune concettuali, anche disarmonie di espressione ed imperfezioni
sintattiche.
« Anche quei politici che hanno le idee chiare » — sostiene Gianluigi
Beccaria — «parlano oscuro [...]. Tra loro si capiscono perfettamente.
Non li capisce il pubblico quando essi si scambiano messaggi
cifrati che il pubblico scavalcano [...]. Non posso però dimenticare
che il politico (non in veste di scienziato della politica, ma di informatore
delle decisioni prese per il bene di tutti) è al servizio della
comunità: deve parlare per tutti ». 13 Interessante e degno di menzione,