Testo - Camera dei Deputati

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, — 370 — suoi membri (h tre |)ersone nominale da! Re, m'inducono a rii)ren- dere in esame la questione sulle condizioni richieste dal nostro diritto costituzionale per essere nominalo senatore. 1 testi legislativi, cioè lo Statuto e il regolamento del Senato che, in virtù delT art. 61 dello Statuto, checché altri ne dica (1), per il Senato ha forza di legge in quanto ad altra legge non con tradica ), la consuetudine, che nel diritto costituzionide è fonte iuridica di primaria im))ortanza, e la giurisprudenza della Camera vitalizia mi persuadono a ritenere che una persona possa divenire senatore soltanto in seguito al concorso dei tre seguenti fattori: 1) Il decreto reale di nomina; 2) La convalidazione del Senato; 3) 11 giuramento del candidato. Ritengo inoltre che il decreto reale per essere convalidato dal Senato anzitutto debba essere legalmente valido come decreto, e cioè che sia ninnilo della firnìa del Ile o del Reggente e del ministro re- S])onsabilo, non imponga all'esercizio delle funzioni senatorie limiti 0 rondizioiìi contrarie al diritto vigente ecc.; in secondo luogo si riferisca ad un individuo che possegga i seguenti requisiti: Statuto. ì) La cittadinanza italiana; 5) L'età di qu ara ni'anni compiuti; 3 ]] godimento dei diritti civili e politici; 4) L'appartenenza ad una delle categorie dell'art. 33 dello 11. — Cominciando dai requisiti necessari al designato della Corona per essere ammesso dal Senato tra i suoi menibri, innanzi tutto escludo che la nomina regia possa cadere sopra una donna, conte fu sostenuto contro il Codacci-Pisanelli dall'anonimo autore dell'opuscolo «: Il Senato e la nomina dei nuovi senatori » (2). Lo Statuto né altra legge contiene un espresso divieto a che la donna abbia 1'eleltoralo attivo e passivo, ma glielo contestano i principi generali del nostro diritto |ìubblico e la coscienza giuridica del (1) ANONIMO citalo. Ivi si legge: « Il licgolamcDlo del Sonalo iJoU'à es sere e sai'à legge iiiolutMidissinia nel sacro rccinli) di Palazzo Madama, ma, un millimetro fuori di quella soglia, è un pezzo di caria, siMiza valoie per chi, al paro di me, professa il vecchio principio, sub lejje liòerla^ ». iì) Ivi si legge: « Se domani il Capo dello Slato voltasse mostrare so- Icnnemenle la siui adesione alle teorie femministe,... io non veggo chi poirehhe cosn'fuzionalmi'nle oitporsi a ijiiesla sovrana risohiziooe •*.
4 ! i i. 1 vTJ 371 paese. Le varie |iroposte del voto alle donne presentale alla Ca mera (1) e rinsuccesso de! recente tentativo di ricoiìoscerìo per via d'interpretazione giudiziaria (^2) dimostrano air evidenza T esclu sione delle donne nello stato attuale del diritto dalla parleeipazione alla vita politica dello Stato. 111. — Come primo requisito per la nomina a senatore ho sta bilito la cittadinanza italiana, sebbene gli articoli dello Statuto ri guardanti il Senato non ne parlino affatto. Re))iito la cittadinanza requisito necessario non soltanto in analogia a quanto dispone l'ar ticolo 40 dello Statuto per i deputati, ma anche come regola ge nerale del nostro diritto pubblico. L'anonimo autore delT oj)UScolo citato, manco a dirlo, neâ ,a la necessità necess"' di questo requisito (3). Lo CI? I) La proposta di estendere l'elettorato politico alla donna fu per la prima volta presentata alla Camera dall'on. Mirabelli ed altii 18 deputati il 17 maggio 1901; sulla pi'oposla, letta nella sedata del 21 successivo, lo slesso on. Mirabelli presento una relazione il 15 giugno, (badalo il progetti» per lo scioglimento della Camera T on. Mirabelli ripresento la sua proposta nella 1.''' sessione della legislatura nuova, il 21- gennaio 1905 che fu letta il giorno successivo e svolta e presa in considerazione il 0 dicembre. (2) 11 tentativo di riconoscere Y elettorato politico attivo alle donne, ed in conseguenza quello passivo, per via di interpretazione giudiziaria rappre- _ j senta una imitazione poco seria di tentativo analogo fatto anni sono in In ghilterra in occasione della interpretazione della sez. 3 del Representalioìi of ike People Ad 1867. In base allo Slal. 13 e li îct, e, 21 nel quale è dello che le parole man e person usate nelle leggi si l'iferiscono agli in dividui d" auibo i sessi e che la limilazioiê del sesso maschile deve essere • espressamente ii\dicata con la locuzione mah person, fu chiesta da alcun* l donne l'iscrizione nelle liste elettorali politiche, essendo nell'alto citato usata \ solo la parola man. Alcuni Revisìng Ihirrislers accolsero V istanza ed in qualcbe luogo la donna esercito il suo diritto di voto. Ma la Court of Common Pleas respinse la bizantina interpretazione all'ermando cbe l'atto del 18()7 doveva spiegarsi in l'elazione al Iteform Ad del 1832 il (juale negava alla donna il vot(» politici», e che dallii
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