Testo - Camera dei Deputati

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4U — nessaria ora, non solo j)er l'esempio che ha dato la Camera, ma anche pel carattere che ha assunto il giuramento nella giurispru- denza del Senato: il termine sollecita una decisione nel caso in cui sia nominato senatore un deputato e si toglie al nominato la pos sibilità di procrastinare a tutto suo comodo la perfezione della sua nomina fino all'esito d'una campagna elettorale, iniziata magari dopo la convalidazione. 11 sen. A. Pierantoni in questo senso si era espresso nel 1882 (1). XVlll. — In base alla teorica esposta è facile risolvere la que stione sulla condizione giuridica del senatore non convalidalo, senatore è tale solo quando abbia giurato, poiché da quel momento soltanto egli entra nel pieno esercizio delle sue funzioni e delle sue prerogative: prima di quel momento egli non è che un sem plice designato a queir ufficio, col diritto di sollecitare la convali dazione della sua nomina prima, e poi una volta convalidata, di perfezionarla co! giuramento: qualora la nomina non venga conva lidata 0 il nominato, entrato in Senato, abbia rifiutato di giurare nel modo prescritto, perde altresì quei diritti. Ma tanto negli uni quanto negli altri casi il nominato non è senatore, e come non può esercitarne le funzioni, nemmeno può goderne le prerogative dirette a garantirle. Si può far questione se il nominato possa prima di aver giu rato intitolarsi senatore del regno. Io credo non incorra nelle san zioni dell'art. 186 del Cod. Pen. quegli che si qualifichi tale dopo essere stato nominato e convalidato; sussistono difatti in lui tutti gli elementi obbiettivi per essere senatore, iili manca solo (|uello subiettivo che lo renda capace di esercitarne le funzioni e goderne le prerogative tuttavia l'uso del titolo non mi sembra del tutto corretto. Non credo invece legittimo T uso della qualifica di senatore tanto per colui che non è stato ancora convalidato, quanto per quegli cui fu negata la convalidazione: nel primo caso non è ancora accertata (1) Al progetto d'iniziativa del Governo sul giuramento dei deputati (1882) r on, A. Pierantoni, relatore della commissione della Camera, oppose un controprogclto pel quale si doveva intendere annullala V elezione dei deputafi e la nomina dei senatori 1) che dichiarassero di non voler giurare secondo i termini dell' art. 40 dello statuto con riserve anteriori o posteriori all'invito del presidente, 2) che non prestassero giuramento nel termino di due mesi dalla convalidazione dei suoi poteri, salvi i casi di forza maggiore 0 di assenza giustificala.
à]b — la esistenza giuridica del decreto di nomina, nel secondo questa esistenza giuridica è negata. 11 Codacci-Pisanelli non è di questo avviso: (gli dice che i! Governo può, volendo, « concedere al senatore non convalidato la precedenza e gli onori che i regolamenti attribuiscono ai mem])ri dell'alta assemblea. Non può invece conferirgli quegli uffici e quegli incarichi pei quali una legge dello Stato richieda il possesso pieno della qualità di senatore. Il non convalidato, a sua volta, pur non avendo accesso all'assemblea, può certamente fregiarsi del titolo di senatore, senza incorrere nella sanzione dell'art. 186 del Cod. pen. e quindi legittimamente ». Accogliendo una tale soluzione si do vrebbe instaurare una distinzione tra senatori veri e propri e se natori soltanto nominali. Riepilogando le varie soluzioni date allo singole que stioni controverse dianzi esaminale a me sembra che le affermazioni poste al principio del presente studio siano sufTicientemenle dimo strate: ad esse sono pervenuto movendo sempre da un unico prin cipio direttivo, quello cioè che T ufficio di senatore non possa né debba concepirsi disgiunto dalT esercizio delle sue funzioni, e quindi sia inammissibile una distinzione tra coloro che sono chiamati alla dignità senatoria. Molte sono le anomalie presentatesi nel breve corso della nostra storia parlamentare, e forse molte altre ancora si presenteranno in avvenire: non per questo bisogna credere che il diritto costituzio nale, come fu affermato, sia il meno giuridico di tulli i diritti, perche' impotente di fronte alle esigenze e alle contingenze della vita politica reale. Se in colali questioni l'elemento politico e |)re- |)onderanle, non deve dimenticarsi che esso perde la sua legittinntà se in antitesi con Telemento giuridico: un nesso fra (juesti due elementi ha per condizione necessaria un grado elevalo d'educazione politica: esso raggiunto, ove oggi stride l'anomalia, regnerà invece l'armonia, e maggiormente s'attuerà nel senso vero della parola il concetto di Stato siuridico. Homa, HI iliccinl)i'c IDOt]. L
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