iv. il formalismo elementare della meccanica quantistica
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Esercizio 1.15<br />
¢¡¤£¦¥¨§¦©¤¡ ¢©¥¡¦©¦ ¨§¡¡©¢¨¨ ¢<br />
Dimostrare l’identità<br />
¢¡ ¡ ¡<br />
¤£ [¥<br />
= + ] + 1<br />
2! [¥<br />
¡ <br />
[¥ ]] + 1<br />
3! [¥<br />
¡ <br />
[¥ (1 [¥<br />
¥ <br />
]]] + 47)<br />
dove l’operatore , quando è continuo, va inteso nel senso di uno sv<strong>il</strong>uppo in serie,<br />
= 1 + ¥ + 1<br />
2! ¥<br />
2 + 1<br />
3! ¥<br />
3 + <br />
<br />
(1 48)<br />
<br />
dove 1 è l’operatore identità.<br />
[Suggerimento: si faccia uno sv<strong>il</strong>uppo in serie di Taylor dell’operatore £ ) = (¦ ¡<br />
£ § intorno a ¨§<br />
£ (0) = ¡<br />
e si ponga alla ¦ fine = 1.]<br />
£¥¤¦© ¦ ¢ <br />
Si definisce equazione agli autovalori l’equazione:<br />
= (2 1)<br />
Essa determina una o più funzioni , d<strong>iv</strong>erse da zero e ( ), che, per l’applicazione<br />
dell’operatore , risultano semplicemente moltiplicate per un numero, indicato genericamente<br />
con . Si dice che la funzione è l’autofunzione propria di appartenente<br />
all’autovalore proprio .<br />
Per un operatore simmetrico (e quindi in particolare per un operatore autoaggiunto,<br />
= ) gli autovalori sono reali e due funzioni e che soddisfano la<br />
(2.1) per autovalori d<strong>iv</strong>ersi, ¢= , risultano tra di loro ortogonali:<br />
<br />
= 0 (2 2)<br />
<br />
Infatti, per definizione di operatore simmetrico e dalle ipotesi<br />
segue<br />
= = <br />
0 = <br />
<br />
<br />
= <br />
= ) ( <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
cioè si deve avere = se = , oppure la (2.2), se ¢= .<br />
Se per un particolare autovalore la (2.1) è soddisfatta da una unica autofunzione<br />
, si dice che l’autovalore è semplice. Può succedere però che per un certo la<br />
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