DONNA IMPRESA MAGAZINE cover Pierlorenzo Bassetti e Marco Gambedotti
"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee
"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com
Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee
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il processo creativo?<br />
Il web e le nuove tecnologie fanno parte integrante del nostro quotidiano e<br />
sono fondamentali per raggiungere e connettersi ad altre realtà, per poter<br />
condividere anche il proprio lavoro e ampliare il proprio business usando<br />
ogni mezzo di comunicazione in particolare anche i social network che<br />
ormai fanno parte della nostra vita quotidiana… l’importante a mio avviso<br />
e’ non esagerare, il contatto umano è quello che preferisco.<br />
Ogni uomo, fin dalla nascita, mette la propria epidermide a contatto<br />
con prodotti di natura tessile, o comunque a base di fibre,<br />
considerazione che può sembrare scontata, ma corrisponde a un<br />
fatto reale, che deve far valutare il rapporto tra tessile e salute come<br />
una grossa opportunità per le aziende, al fine di stimolare<br />
l’evoluzione dei loro prodotti verso nuovi contenuti e nuove aree di<br />
mercato…<br />
In estrema sintesi possiamo dire che, storicamente, vi è stato un continuo<br />
affinamento dei prodotti tessili, passati dal soddisfacimento dei bisogni più<br />
elementari (coprirsi, proteggersi...) ad una ricerca del bello, che li ha<br />
portati ad assumere valenze legate allo status sociale e alla moda. Solo in<br />
tempi recenti il focus dello sviluppo si è concentrato sulla funzionalità e<br />
sulle performance, in termini, ad esempio, di comfort e di sicurezza, senza<br />
per questo rinunciare ai contenuti estetici. A partire da questo assunto<br />
possiamo dunque asserire che la nuova frontiera consiste nella messa a<br />
punto di prodotti non solo belli e pratici, ma anche intelligenti e interattivi,<br />
capaci cioè di leggere i nostri bisogni e di modulare la risposta al mutare<br />
delle esigenze, contribuendo così al benessere e alla salute<br />
dell’utilizzatore. Con l’avanzare delle tecnologie in questi ultimi anni si<br />
possono ottenere delle fibre naturali che rispettano l’ambiente e l’uomo in<br />
particolare, tessuti ecologici dal cotone al bamboo o alle fibre di rose<br />
purtroppo però su questo tipo di prodotto che soddisferebbe molti<br />
consumatori ecosostenibili i costi sono molto proibitivi ed e’ per questo che<br />
questa tipologia di tessuti sono destinati ad un pubblico di nicchia.<br />
Il vestiario è dunque la nostra seconda pelle. Ci tiene al caldo e ci<br />
protegge. Di più, gli abiti raccontano di noi, chi siamo, la nostra età,<br />
di che sesso siamo, il nostro status, la classe sociale di<br />
appartenenza, la cultura, la religione, il nostro orientamento politico,<br />
l’appartenenza a un gruppo piuttosto che a un altro, i nostri gusti<br />
personali…<br />
Proprio perché il vestiario è la nostra seconda pelle è molto importante,<br />
per quanto sia possibile, indossare capi di qualità magari scegliendo con<br />
più oculatezza ciò che si acquista. E’ anche una responsabilità del<br />
consumatore orientarsi verso prodotti di qualità e oggi può farlo<br />
conservando integro il proprio gusto personale.<br />
I prodotti fatti in Italia subiscono la fortissima concorrenza dei<br />
prodotti realizzati in Paesi a basso costo di manodopera, di bassa<br />
qualità e privi delle più elementari limitazioni all’impiego di sostanze<br />
nocive. In molti Paesi stranieri (Cina compresa) esistono all’ingresso<br />
laboratori enormi che controllano parametri qualitativi e chimici su<br />
ogni lotto di produzione proveniente dall’Italia. Al contrario, sui<br />
prodotti che da quegli stessi Paesi arrivano in Italia, noi non<br />
facciamo alcun controllo, nemmeno di nocività per la salute...<br />
Se produco in Italia, oltre a sopportare costi energetici e di manodopera<br />
elevati, devo sottostare a leggi severe che mi impongono sicurezza,<br />
rispetto dell’ambiente, prodotti sani e divieti per certe sostanze coloranti e<br />
chimiche. Se invece quei prodotti li importo da lontano, taglio gran parte di<br />
costi e occupazione e ho ben pochi vincoli anche se compro in Paesi<br />
“disinvolti” in fatto di sicurezza, ambiente e nocività delle sostanze<br />
coloranti e chimiche applicate. La sfida della globalizzazione dunque va<br />
accolta ma dobbiamo tener conto che il mercato è talmente complesso e<br />
sfaccettato, che ogni cliente ha una logica diversa, non di meno<br />
dobbiamo abituarci al fatto che il prodotto è importante ma va abbinato a<br />
prezzo e servizio…<br />
“La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore” dice<br />
Gandhi… vero è però che nella società contemporanea sentirsi al<br />
meglio ed apparire al meglio oltre ad essere un must di riferimento al<br />
quale non possiamo sottarci “Essere belli fuori per sentirsi bene<br />
dentro” diventa dunque binomio inscindibile?<br />
E’ sicuramente inscindibile imposto a volte da quello che ci circonda ma la<br />
Nella foto: <strong>Pierlorenzo</strong> con il figlio Leonardo <strong>Bassetti</strong><br />
Antonio<strong>Bassetti</strong><br />
"La mia storia<br />
nell’azienda di famiglia<br />
inizia quando ancora<br />
ero giovanissimo.<br />
Appena ventunenne<br />
infatti sono stato<br />
chiamato ad affrontare,<br />
assieme a mio padre<br />
Lorenzo e mio zio<br />
Giuseppe che avevano<br />
decretato in me il<br />
successore della<br />
tradizione <strong>Bassetti</strong>,<br />
questa nuova e<br />
rischiosa avventura: il<br />
commercio dei tessuti a<br />
Roma in Via delle<br />
Botteghe Oscure n.27<br />
n.29 (ora questi locali<br />
fanno parte della Cripta<br />
Baldi). Era la domenica<br />
del 7/6/1953, lo ricordo<br />
come fosse ieri. Così<br />
come rammento che gli<br />
inizi furono molto duri in quanto ci andavamo ad inserire nel commercio di<br />
tessuti romano dove già dettavano legge i nostri futuri concorrenti. Mio padre<br />
mi aveva già preparato alle tante difficoltà da affrontare quando mi chiese di<br />
aiutarlo a provvedere al mantenimento anche dei miei fratelli più piccoli di 10 e<br />
8 anni, cosa che accettai di buon grado per la dimostrazione di fiducia che mio<br />
padre aveva in me. Fu cosi che mi dedicai anima e corpo al lavoro senza mai<br />
lamentarmi perché si lavorava dalla mattina presto alla sera tardi. E così ,<br />
briciola dopo briciola, sono riuscito ad avviare il nuovo negozio romano.<br />
Rimanemmo nei locali di Via delle Botteghe Oscure fino al maggio del 1959 per<br />
trasferirci in corso Vittorio Emanuele. Nel corso degli anni ho avuto l'intuizione<br />
di cercare ispirazione laddove si decideva la moda in maniera da essere<br />
sempre informato sulle tendenze; è stato in quel periodo che ho avuto il<br />
privilegio di conoscere la signora Clara Centinaro, creatrice di abiti di alta<br />
moda, la quale non senza molte ore di anticamera, ha accettato di realizzare le<br />
sue collezioni con i tessuti da me presentati aprendomi di fatto la strada per<br />
l’alta moda e presentando i miei tessuti negli ambienti più prestigiosi di quel<br />
periodo. In seguito, tra il 1960 e il 1972, anche mio zio ed i miei fratelli<br />
entrarono a far parte dell'azienda di famiglia. Oggi sono i miei figli <strong>Pierlorenzo</strong><br />
ed Anna Maria, ad affrontare una nuova rinascita, di nuovo in Via delle<br />
Botteghe Oscure 44, l’ennesima sfida volta a dare continuità alla lunga<br />
tradizione di famiglia e che, sono certo, sarà per me, grande motivo di<br />
orgoglio."<br />
RITRATTO DI FAMIGLIA<br />
cosa importante e’ non smarrire la propria personalità. Il vestire ci permette di<br />
esprimere e comunicare la propria natura anche uno stato d’animo scegliendo un<br />
colore a seconda del proprio umore ci permette di essere unici, di narrare la<br />
nostra unicità. Una necessità dunque per sentirsi bene con se stessi e con gli altri.<br />
Mi piace giocare con la moda da sempre e non potrei farne a meno.<br />
Dicono che il processo creativo cominci con tanto caffè e tanta angoscia.<br />
Bisogna raggiungere dentro di sé e poi vagliare innumerevoli pensieri e<br />
idee prima di trovare quella storia giusta, che ha bisogno di essere<br />
condivisa…<br />
Il mio processo creativo è un po’ anomalo in quanto non mi ritengo solo un<br />
imprenditore in realtà devo destreggiarmi come se dovessi avere due personalità.<br />
Mi sono sempre occupato di moda e il mio percorso artistico mi ha portato a<br />
Nella foto: Antonio <strong>Bassetti</strong> con il figlio <strong>Pierlorenzo</strong>