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La qualità urbana a Palermo:<br />

dati per una diagnosi<br />

Marilena Orlando<br />

Puntare sulla città per riavviare la crescita è una opportunità<br />

auspicata nel Decreto legge 83/2012 “Misure urgenti per la<br />

crescita del paese”, ed è anche una linea strategica che la<br />

Sicilia ha tentato di perseguire. In particolare, la città di Palermo è<br />

territorio di sperimentazione di processi di programmazione indirizzati<br />

allo sviluppo urbano sostenibile, tema trasversale della programmazione<br />

regionale delle politiche di sviluppo 2007-2013 (1).<br />

A partire da questa premessa, effettuare una diagnosi sul processo<br />

di sviluppo urbano può consentire di indirizzare nuovi processi<br />

di investimento in direzione della qualità urbana, che<br />

costituisce una componente della più ampia qualità della vita degli<br />

abitanti, ma anche elemento di attrazione delle città nella competizione<br />

internazionale.<br />

A tal proposito è stata condotta una analisi della variazione di un<br />

sistema di indicatori, che si ritiene possano consentire di misurare<br />

alcuni aspetti che attengono la qualità dell’ambiente urbano (2).<br />

In primo luogo sono state individuate alcune “dimensioni” generali<br />

della qualità urbana, che descrivono come l'ambiente urbano<br />

contribuisca in modo essenziale alla qualità e al benessere collettivo:<br />

capitale naturale, capitale urbanistico, capitale culturale,<br />

vivacità amministrativa.<br />

È da sottolineare che non tutte le “misure” proposte sono effettivamente<br />

costruibili: l’impedimento è dovuto, in alcuni casi, alla<br />

mancanza dei dati necessari, in altri, alla mancata rispondenza<br />

alla realtà che si voleva cogliere (Golini, 2006). Pertanto, in questa<br />

sede, dovremo parzializzare l’analisi ed evidenziare alcuni<br />

degli aspetti relativi al capitale naturale, al capitale urbanistico e<br />

alla vivacità amministrativa, ed analizzeremo il decennio 2000-<br />

2010.<br />

Capitale naturale. I dati analizzati sono stati distinti in tre categorie:<br />

gli indicatori che restituiscono la consistenza del capitale naturale,<br />

quelli riconducibili ad effetti diretti sull’ambiente, infine quelli<br />

relativi a misure di mitigazione che rispondono a politiche volte a<br />

migliorare l’ambiente e, attraverso esso, il benessere degli individui.<br />

Nel decennio analizzato si riscontra un valore costante dei terreni<br />

boschivi ed ambienti seminaturali ed un leggero incremento<br />

di circa il 5% delle aree agricole (Corine Land Cover<br />

2000), che nel decennio precedente avevano avuto un decremento<br />

notevole, di circa il 50%. I rilevamenti forniti dall’Ispra sul<br />

consumo di suolo (Ispra, 2010), che riguardano il decennio<br />

1994-2005, mettono in evidenza un aumento della percentuale<br />

del consumo di suolo dovuto all’impermeabilizzazione (3) da<br />

37,1% a 38,1% ed un aumento della superficie impermeabile<br />

da 5.888 a 6.055 ettari (circa 18 ettari l’anno), cui corrisponde<br />

un andamento demografico in lieve decremento (da 693.387<br />

ab. nel 1994 e 670.820 ab. nel 2005). Contemporaneamente,<br />

l’intensità d’uso (4) è scesa dal 118,7 a 110,8, mentre si è verificato<br />

un aumento della superficie impermeabile procapite da<br />

84 a 90 mq/ab.<br />

Questo indicatore, che mette a confronto il numero di abitanti<br />

per superficie urbanizzata rispetto alla quantità di superficie urbanizzata<br />

per abitante, ben rappresenta la progressiva tendenza<br />

alla dispersione urbana. Se da un lato, negli anni<br />

novanta il consumo di suolo cresce molto più lentamente, dall’altro<br />

si riscontra un uso antropico del territorio sempre più<br />

estensivo, che causa la progressiva perdita di aree libere.<br />

Gli altri indicatori hanno rilevato:<br />

- in relazione alla qualità dell’aria, il dato analizzato, che si riconduce<br />

al numero massimo di giorni di superamento del limite<br />

previsto di qualità dell'aria, è aumentato di circa il 12%. Questo<br />

dato è preoccupante se consideriamo le conseguenze sullo<br />

stato dell’ambiente, sulla salute umana e quindi sul benessere<br />

dei cittadini.<br />

- in relazione alla qualità dell’acqua, i dati relativi alla popolazione<br />

servita da impianti di depurazione delle acque reflue<br />

fanno emergere una situazione in miglioramento (72,9% nel<br />

2000 – 76,9% nel 2009). Parallelamente, i dati relativi al consumo<br />

di acqua potabile fanno emergere un aumento (54,7<br />

mc/ab nel 2000 – 58,1 mc/ab nel 2009), e registrano, pertanto,<br />

una scarsa attenzione all’utilizzo della risorsa idrica.<br />

Infine, i dati relativi ai rifiuti urbani hanno messo in evidenza:<br />

- una riduzione dei rifiuti urbani di circa il 4% e la conseguente<br />

raccolta di rifiuti urbani è diminuita di circa il 4,7%;<br />

- la raccolta differenziata di rifiuti è cresciuta di circa lo 0,7%.<br />

Nel 2009 il 5,5% della raccolta di rifiuti è differenziata ed il valore<br />

è molto al di sotto della media regionale (8,7%). Questo<br />

valori, se pur in leggero miglioramento sono davvero irrisori se<br />

consideriamo che la Sicilia nella classifica nazionale si colloca<br />

in ultima posizione (Regione Siciliana, Istat, 2010).<br />

Capitale urbanistico. La carenza di dati su indicatori riconducibili<br />

alle dotazioni urbanistiche ha costretto una parzializzazione<br />

dell’analisi che si è limitata alla verifica di dati su verde urbano,<br />

verde attrezzato, attrezzature scolastiche.<br />

In relazione al verde urbano, i dati ISTAT mostrano dei valori<br />

nominali lontani dalla realtà. Nel decennio analizzato ci sarebbe<br />

26 17febbraio2014 asud’europa

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