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Londra, in modo particolare. Come mai proprio questa metropoli?<br />

“In verità, volevo tornare negli Stati Uniti, che avevo visitato per<br />

un breve periodo, ma da non studente era difficile perché ci voleva<br />

la green card, così optai per l’Inghilterra. Il mio desiderio, però, era<br />

frequentare una scuola di teatro. Feci un’audizione nella migliore<br />

di musical del mondo allora esistente a Londra, e mi presero subito.<br />

Uno dei miei insegnanti, poi, aveva una compagnia e mi scritturò,<br />

così ingaggio dopo ingaggio, venti anni dopo vivo e lavoro<br />

ancora lì. Inevitabile anche perché ci sono almeno 60 teatri stabili<br />

e quelli più grandi sono sempre tutti esauriti. Tanto per fare un<br />

esempio, “La Trappola per Topi” di Agatha Christie è in scena ogni<br />

sera, otto volte alla settimana, quindi con più di uno spettacolo al<br />

giorno, e sta festeggiando i 60 anni di cartellone. Così come “Le<br />

Miserable” e “Il Fantasma dell’Opera”, sono in auge da quasi 40<br />

anni. Non è come da noi, perché in una città come Londra la gente<br />

va sempre a teatro, fa parte della cultura. Poi c’è anche una<br />

grande varietà: il teatro del west end, quello commerciale; quello<br />

off, più di ricerca; il fringe, di avanguardia folle. Grazie a Lindsay<br />

Kemp, che 18 anni fa mi prese nella sua compagnia di mimo internazionale,<br />

dandomi la parte della soubrette, mi si è aperto un<br />

mondo fantastico. Ho, infatti, cominciato come attore nei grandi<br />

musical, raccogliendo sempre ampi consensi”.<br />

A un certo punto, però, cominci a meditare una voglia di cambiamento.<br />

“Lavorare anno dopo anno, ogni sera della settimana, dopo un po’<br />

di tempo diventa dura. Non hai più vita, vai a letto presto, stai attento<br />

a quello che mangi, a quello che bevi, non parli perché la<br />

voce la devi conservare per lo spettacolo. Le soddisfazioni ci sono,<br />

ma prima o poi devi decidere. Ho, così, voluto rischiare e cominciare<br />

a proporre le mie cose. Certo, ho avuto grande fortuna perché<br />

un mio lavoro, scritto, diretto, prodotto e interpretato da me è<br />

approdato a un festival di Edimburgo e da lì é stato lanciato in una<br />

tournée mondiale in 3 lingue (inglese, spagnolo e tedesco), aprendomi<br />

altre strade, del tutto inaspettate. In Olanda, per esempio,<br />

ho portato una versione multilingue perché gli olandesi le parlano<br />

tutte. Ero solo io, il classico “one man show”, e facevo anche più<br />

di 35 personaggi, narrando la storia dei castrati: 500 anni di musica,<br />

religione e politica. Siamo stati anche in Spagna, nonostante<br />

sia un paese in cui la presenza della chiesa cattolica è<br />

molto forte. Lo dico perché, proprio rispetto al tema, non possiamo<br />

dimenticare i Papi che castravano e negavano i diritti civili<br />

alle stesse persone su cui usavano violenza”.<br />

Poi è arrivata la musica, sancendo l’ulteriore tua eccezionalità<br />

canora. Che qualcuno, forse anche erroneamente,<br />

tende a definire lirica.<br />

“Si, da 6 anni sono quasi esclusivamente cantante di musica<br />

sperimentale, progetti miei con i quali giro il mondo. Ne ho uno<br />

di musica classica contemporanea e un altro di elettronica “prog<br />

rock”. Ovviamente sono concerti molto teatrali. Sbaglia, infatti,<br />

chi pensa che io sia un tenore perché la mia, avendo un’estensione<br />

di 4 ottavi, è una voce più leggera. Direi che il mio genere<br />

è più “alternative”, con un repertorio tutto mio,<br />

inclassificabile”.<br />

Rispetto ai progetti in corso e quelli futuri?<br />

“Per esempio, a gennaio sono stato in India con una pièce teatrale,<br />

scritta apposta per me da Andrea Cusumano, un palermitano<br />

che vive da una vita anche lui a Londra, dove riesce a<br />

esprimere al meglio la sua arte. E’ vero,“cu nesci arrinesci”, ma<br />

funziona se hai veramente qualcosa da dire. Io sono stato fortunato<br />

perché Londra la conoscevo da sempre, ci ho fatto la<br />

tesi di laurea prima di trasferirmi, quindi non ci arrivavo con le<br />

valigie attaccate con lo spago.<br />

A fine marzo, invece, uscirà il mio album, dal titolo “Pineal”, poi<br />

ad aprile sarò a Torino per cominciare le prove dello spettacolo<br />

che andrà in scena a settembre. C’è anche un altro progetto, un<br />

“concert album” di uno spettacolo che terremo a Berlino sulla<br />

Madama Edwarda di George Bataille: un adattamento teatrale<br />

che dovrei dirigere. Devo, però, anche confessare che, dopo il<br />

premio di settembre e l’appuntamento con il Biondo, potere tornare<br />

a Palermo con un progetto tutto mio non sarebbe proprio<br />

male. Un sogno? Che magari, prima o poi, riuscirà ad avverarsi.<br />

Chissà”.<br />

17febbraio2014 asud’europa 41

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