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2013, un anno senza politiche<br />
concrete per l’innovazione<br />
Giuseppe Raciti<br />
Improvvise accelerazioni e brusche frenate. È l’andamento<br />
delle politiche italiane per l’innovazione nel 2013, un insieme<br />
di iniziative estemporanee senza una regia unica. A tracciare<br />
questo disegno è il Report annuale sullo stato del diritto e della<br />
politica dell’innovazione in Italia. Preparato dallo Studio Legale E-<br />
LexBelisario, Scorza, Riccio & Partners, il rapporto si pone l’obiettivo<br />
di fare una panoramica delle ultime vicende che hanno<br />
interessato il mondo del diritto delle nuove tecnologie e della proprietà<br />
intellettuale. La sentenza è amara: l’anno appena concluso<br />
è stato caratterizzato da troppe occasioni mancate, che hanno<br />
contribuito a tenere il nostro paese in disparte sul palcoscenico<br />
della rivoluzione digitale.<br />
La lista delle promesse non mantenute è lunga, prima fra tutte,<br />
l’Agenda digitale approvata nel 2012, ma pressoché rimasta sulla<br />
carta. Nel 2013, secondo il rapporto, non c’è stato nessun salto di<br />
qualità, né nella produzione normativa, né nell’attuazione delle<br />
norme già adottate. Dei 51 provvedimenti previsti, ne sono stati<br />
adottati solo 11. Gli altri registrano ritardi di circa un anno. Unica<br />
norma significativa è il Decreto del fare che però si è limitato a correggere<br />
alcuni aspetti più critici e settoriali del pacchetto iniziale,<br />
senza nessun intervento di tipo sistematico.<br />
Un altro capitolo amaro riguarda il nuovo regolamento Agcom sul<br />
diritto d’autore online. Sembra che in questo caso, però, non si<br />
parli di ritardi, ma piuttosto di una vera e propria regressione. Secondo<br />
la nuova disciplina, infatti, varata il 12 dicembre 2013, l’Autorità<br />
per le Garanzie nelle comunicazioni è diventata arbitro unico<br />
nelle controversie relative al copyright di contenuti pubblicati online.<br />
I Giudici specializzati in proprietà intellettuale vengono così<br />
privati di ogni funzione, se si tratta di diritti d’autore online. L’episodio<br />
fa segnare così all’Italia un triste record: essere l’unico<br />
paese in Europa, dove un’autorità amministrativa (nel caso specifico<br />
l’Agcom) può ordinare la cancellazione di un contenuto dal<br />
web, secondo regole non dettate dal Parlamento o dal Governo,<br />
ma dalla stessa autorità. Il regolamento entrerà in vigore il 31<br />
marzo 2014, ma, ipotizza il rapporto, verrà travolto da una pioggia<br />
di ricorsi e si dovrà quindi valutare se rispetta le leggi italiane, l’ordinamento<br />
europeo e i diritti fondamentali dell’uomo.<br />
Infine un ultimo episodio triste è la conclusione della vicenda<br />
Google-Vividown, che ha dimostrato quanto i giudici italiani facciano<br />
fatica ad applicare le regole del nostro diritto alle dinamiche<br />
del Web. La storia è nota: nel 2006, alcuni ragazzini<br />
picchiano e maltrattano un compagno di classe disabile, riprendono<br />
la scena con un telefonino e la pubblicano su Google<br />
Video. Nel 2010, la sentenza di primo grado del Tribunale di<br />
Milano condanna tre top manager di Google per non aver impedito<br />
che il video venisse postato online. Il reato era violazione<br />
della privacy. Dopo quasi 4 anni di giudizio, si è arrivati, a febbraio<br />
nel 2013, all’assoluzione piena con sentenza definitiva in<br />
Cassazione. Nonostante il lieto fine, come sottolinea il rapporto,<br />
con questo episodio il nostro Paese è diventato famoso per essere<br />
“nemico di Internet”.<br />
Tra le poche iniziative meritevoli prese nel 2013, il rapporto cita<br />
alcune disposizioni all’interno del già citato Decreto del fare. In<br />
particolare la nomina di Francesco Caio come Commissario per<br />
l’Agenda Digitale e la creazione di un’Unità di missione presso<br />
la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Caio si è subito messo<br />
al lavoro, concentrandosi su tre priorità: fattura elettronica, anagrafe<br />
nazionale e identità digitale. Tre progetti importanti, ma<br />
che, secondo il rapporto, richiedono tempo e diventeranno operativi<br />
forse nel 2015.<br />
Il rischio, quindi, è che anche il 2014 sarà un anno di transizione.<br />
Istituto Statale Regina Elena<br />
Acireale, Catania<br />
25febbraio2014 asud’europajunior 9