15.05.2014 Views

Inaugurazione anno accademico 2006-2007 - Università degli studi ...

Inaugurazione anno accademico 2006-2007 - Università degli studi ...

Inaugurazione anno accademico 2006-2007 - Università degli studi ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

scaturiscono dal gioco che si svolge in ciascuna generazione modificano le frequenze delle specie in<br />

quella successiva. Ad esempio le quote dei falchi e delle colombe evolvono in funzione del cibo ottenuto<br />

dalle combinazioni dei loro incontri. Di generazione in generazione, gli individui di tipi diversi vengono<br />

replicati secondo un tasso di crescita da cui dipende l’equilibrio finale. Se in tale esito la frequenza<br />

di una specie è positiva, essa è evolutivamente stabile. Se è positiva per più specie, queste possono<br />

coesistere stabilmente.<br />

Anche se sembra poco appropriato per il mondo animale parlare di strategie intenzionali anziché di<br />

mero adattamento, gli economisti devono tuttavia essere riconoscenti ai biologi per l’introduzione della<br />

nozione di stabilità evolutiva in contesti strategici 19 . In primo luogo perché, come ha sottolineato il<br />

premio Nobel John Nash, cui si deve la formulazione del concetto di equilibrio nella teoria dei giochi,<br />

questa nozione suggerisce un’interpretazione più realistica dell’equilibrio stesso, come termine ultimo<br />

di un processo di apprendimento, piuttosto che come esito iper–razionale capace di realizzarsi mediante<br />

un’unica scelta istantanea. Ma soprattutto perché tale nozione può venire utilizzata per selezionare<br />

un equilibrio quando, come nel caso dei giochi prima discussi, ve ne sia più di uno. Inoltre, se nessuno<br />

dei due equilibri è evolutivamente stabile, può esserlo un terzo misto in cui le due strategie (o comportamenti)<br />

coesistono 20 .<br />

Qual è allora il meccanismo che, in un mondo di individui non distinguibili, consente a una popolazione<br />

propensa all’eguaglianza e alla cooperazione di coesistere e di non soccombere del tutto quando<br />

gli egoisti, a differenza dei falchi, approfittano opportunisticamente della generosità altrui ma non<br />

lottano tra di loro?<br />

In biologia, Robert Trivers e William Hamilton h<strong>anno</strong> spiegato questa circostanza ricorrendo a modelli<br />

basati sull’altruismo parentale, in cui l’aiuto ai discendenti aumenta la probabilità dei comportamenti<br />

altruistici nelle generazioni successive, grazie a meccanismi di trasmissione genetica. L’altruismo<br />

parentale non è tuttavia un tratto specifico dell’uomo, essendo comune a molte specie. Inoltre esso non<br />

riesce a spiegare l’emergere di comportamenti interessati al benessere altrui al di fuori delle relazioni<br />

familiari o comunque in comunità ampie. La sua capacità di diffondersi dipende sì dal beneficio elargito,<br />

ma anche dalla frequenza delle interazioni con i beneficiati. Se ci limitiamo a gruppi strettamente familiari,<br />

tale frequenza è abbastanza elevata da mantenere nel tempo la propensione altruistica trasmessa<br />

geneticamente. Ma se ci interroghiamo sulla possibilità che i benefici dell’altruismo si estendano al di<br />

fuori delle famiglie, quando ciascuna di queste è una frazione molto piccola dell’intera popolazione, la<br />

frequenza delle interazioni con i beneficiati si abbassa a tal punto che la condizione di stabilità evolutiva<br />

del comportamento beneficiante viene meno 21 .<br />

28

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!