Inaugurazione anno accademico 2006-2007 - Università degli studi ...
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questa medesima Aula Volta, l’8 marzo <strong>2006</strong>, il neonato Centro Interuniversitario di Studi Romanzi ha<br />
inaugurato la propria attività con la presentazione dell’ultimo, magnifico volume postumo di Maria<br />
Corti, La lingua poetica avanti lo Stilnovo. Studi sul lessico e sulla sintassi, appena pubblicato dalle<br />
Edizioni del Galluzzo per le cure competenti ed amorose di Giancarlo Breschi e Angelo Stella. Non è,<br />
precisamente, in questa continuità fra <strong>studi</strong> antichi e <strong>studi</strong> moderni, in questa stretta connessione e<br />
interdipendenza di indagini filologiche ugualmente distribuite “tra lo stil de’ moderni e il sermon prisco”,<br />
che si identifica un aspetto fondamentale della lezione metodologica di Maria Corti (e forse, si potrebbe<br />
aggiungere, dell’intera scuola filologica pavese)? Tale aspetto emerge con nitida evidenza dall’ordinamento<br />
e dalla catalogazione, ai quali si sta provvedendo con laborioso impegno, delle sue carte, dei<br />
carteggi e della biblioteca.<br />
La resistente vitalità di quella lezione, del resto, nell’arco del lustro che già ci separa dalla sua morte,<br />
si misura anche dalla non interrotta circolazione delle sue opere, delle testimonianze su di lei, <strong>degli</strong><br />
<strong>studi</strong> sulla sua personalità di <strong>studi</strong>osa e di scrittrice, come bene risulta, per esempio, dall’aggiornamento<br />
bibliografico che accompagna questa nuova edizione del suo Dialogo in pubblico con Cristina Nesi,<br />
appena uscita nei Tascabili Bompiani e dunque destinata ad un pubblico più largo di lettori, di giovani.<br />
Ma il percorso della sua bibliografia può ancora riservare qualche sorpresa anche risalendo nel tempo,<br />
fino ai vertici della pigna: a me, per esempio, è capitato di trovare una volta, su una bancarella, quello<br />
che sembra finora risultare il lemma più antico del catalogo, le dispense, curate da una Corti non appena<br />
ventenne, di un corso universitario milanese di Nicola Zingarelli su L’epopea eroica del secolo XVI:<br />
dall’Ariosto al Tasso (col complemento, in appendice, di un’Esposizione critica di alcuni canti di carattere<br />
dottrinale del Paradiso dantesco): quasi un presagio dei suoi futuri <strong>studi</strong> danteschi?<br />
Il catalogo sempre aperto dei libri postumi <strong>anno</strong>vera, fra l’altro, Un ponte tra latino e italiano (2002),<br />
con presentazione di Angelo Stella; I vuoti del tempo (2003), una suggestiva raccoltina, fra metodi e<br />
fantasmi, sul filo della memoria appassionata e fedele, di acuti, originalissimi profili di amici e maestri,<br />
da Montale a Calvino, da Contini a Terracini, a Raffaele Mattioli, curata con devozione di discepole da<br />
Francesca Caputo e Anna Longoni; Erbonne: il soverchiante destino (2003); per tacere della ristampa<br />
anastatica, con una premessa di Emilio Pasquini, del volgarizzamento duecentesco dell’anonima Vita di<br />
San Petronio, esemplarmente curata quarant’anni prima per la bolognese Commissione per i testi di<br />
lingua e generalmente riconosciuta come uno dei capolavori della filologa (2002), nonché della nuova<br />
edizione einaudiana <strong>degli</strong> Scritti su Cavalcanti e Dante (2003), come pure delle opere narrative Il canto<br />
delle sirene (2002, con prefazione di Cesare Segre) e Voci dal Nord Est (2004).<br />
Non meno numerosi e significativi i contributi critici usciti in questo giro d’anni e intesi a ricostruire<br />
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