Inaugurazione anno accademico 2006-2007 - Università degli studi ...
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e che si possa anche fare a meno dei soldi. Anzi, c’è una certa teoria che corre, secondo la quale<br />
definanziando si aumenta l’efficienza. Anch’io mi accorgo che esistono <strong>degli</strong> sprechi a livello generale,<br />
però temo che avesse ragione un mio grandissimo predecessore, il Ministro Antonio Ruberti, il quale un<br />
po’ di anni fa diceva: “…Nell’Università ci sono sprechi ma resta uno dei settori più efficienti della<br />
Pubblica Amministrazione…”. Questa considerazione, se misurata con standard internazionali indica<br />
che ce n’è di strada da fare, se rapportata agli standard nostrani, mostra che non è uno dei settori della<br />
Pubblica Amministrazione che sta peggio, anzi il contrario. L’idea che definanziando si aumenta l’efficienza<br />
contrasta con l’esperienza e con l’evidenza. Arriviamo da un periodo di sostanziale<br />
definanziamento della ricerca e dell’Università di circa il 20% in cinque anni. Aveva ragione il Rettore a<br />
dire che questo è l’equivalente di circa un miliardo di euro in meno all’Università. Questo definanziamento<br />
ha aumentato l’efficienza o i comportamenti virtuosi? La risposta è negativa, ha sviluppato sostanzialmente<br />
una certa arte di arrangiarsi. Contrasta poi con l’evidenza di quanto sta succedendo al mondo,<br />
dopo averla per tanto tempo annunciata forse noi siamo esattamente testimoni di quella conoscenza che<br />
può segnare la civiltà umana. Dal 1990 al 2003 gli investimenti in ricerca e sviluppo su scala mondiale<br />
sono passati da 377 a 810 miliardi di dollari, sono stati praticamente quasi triplicati. È vero che quelli in<br />
armamenti sono stati circa 1.100 miliardi di dollari, questo a riprova di quanto cammino deve fare<br />
ancora la nostra specie per diventare quell’essere razionale e sociale che solo un compiuto stato di pace<br />
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