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Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria

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SANITà<br />

Perugia 12 ottobre 2012 - In <strong>Umbria</strong> ci sono diverse<br />

zone impervie e montane dove capita<br />

spesso che interventi di soccorso sanitari possono<br />

essere portati a compimento con l'elicottero;<br />

ma a quanto pare l'ospedale più importante e<br />

qualificato della regione, il Santa Maria della Misericordia<br />

di Perugia, sarebbe privo di una piazzola<br />

adeguata per l'atterraggio di mezzi dell'elisoccorso.<br />

Lo scrive il consigliere regionale Orfeo<br />

Goracci (Comunista umbro) in una interrogazione<br />

rivolta congiuntamente al presidente della<br />

Giunta regionale ed all'assessore alla sanità,<br />

nella quale si chiede conferma sulla “presunta<br />

assenza” di una piazzola per l'atterraggio di elicotteri<br />

all'ex Silvestrini e, in caso affermativo,<br />

“quali azioni si intendono attivare per superare<br />

questo grosso limite”. Goracci evidenzia come il<br />

problema dell'elisoccorso, se da un lato può apparire<br />

una piccola cosa a fronte della discussione<br />

in atto sulla nuova riforma sanitaria - “piena di<br />

ostacoli e difficoltà, non ultima la mazzata della<br />

legge di stabilità – dà il segno di attenzione, efficienza<br />

e qualità dei servizi, anche in considerazione<br />

del fatto che ospedali più piccoli e meno<br />

importanti di quello regionale sono dotati della<br />

pista per elisoccorso”. Il consigliere, che cita gli<br />

interventi spesso decisivi per il salvataggio di<br />

vite umane assicurati dal Gruppo di soccorso<br />

alpino “con il quale andrebbe rinnovata la convenzione”<br />

definisce assurdo il fatto che un infortunato<br />

che ha avuto il primo soccorso dall'elicottero<br />

fino al primo ospedale territoriale, debba<br />

essere successivamente caricato in ambulanza<br />

per essere trasferito al Santa Maria della Misericordia<br />

di Perugia per avere le cure adeguate che<br />

solo lì si trovano”.<br />

SEDI FARMACEUTICHE: “NECESSARIO ULTERIO-<br />

RE CONFRONTO CON ALCUNE AMMINISTRAZIO-<br />

NI LOCALI SU SCELTE CHE POTREBBERO CON-<br />

DIZIONARE REALTÀ CONFINANTI” - LA TERZA<br />

COMMISSIONE RIMANDA L'ATTO ALLA GIUNTA<br />

REGIONALE<br />

La Terza Commissione consiliare, nella riunione<br />

odierna, si è occupata dell'atto predisposto dalla<br />

Giunta regionale circa le sedi farmaceutiche individuate<br />

dai Comuni. Al termine dei lavori è stato<br />

deciso di rimandare l'atto all'Esecutivo affinché<br />

“in tempi ragionevolmente rapidi”, possano essere<br />

acquisiti, dalla stessa Giunta, ulteriori elementi<br />

da parte di alcuni Comuni per poi riformulare<br />

una nuova proposta all'organismo di Palazzo<br />

Cesaroni. La finalità dell'apertura di nuove sedi –<br />

come è stato ribadito in ogni intervento – deve<br />

essere quella di garantire assistenza ai cittadini<br />

in maniera uniforme senza dare tuttavia vita a<br />

sovrapposizioni che potrebbero verificarsi in zone<br />

di confine tra due o più Comuni.<br />

Perugia, 15 ottobre 2012 – Sull'approvazione<br />

delle sedi farmaceutiche individuate dai Comuni,<br />

la Terza Commissione consiliare, presieduta da<br />

Massimo Buconi, ha deciso all'unanimità di rimandare<br />

l'atto alla Giunta regionale affinché lo<br />

stesso Esecutivo, “in tempi ragionevolmente rapidi”,<br />

possa acquisire ulteriori elementi da parte<br />

di alcuni Comuni per poi riformulare una proposta<br />

all'organismo di Palazzo Cesaroni. Il documento,<br />

sul quale si è sviluppato un articolato<br />

dibattito, è stato illustrato dal dirigente regionale<br />

Antonio Perelli e da Linda Richieri (assessorato)<br />

che non hanno mancato di sottolineare la complessità<br />

della materia. Sostanzialmente – ha detto<br />

Perelli – l'ultimo decreto governativo, “lascia<br />

le cose come erano in fatto di distanza e problematiche<br />

relative ai confini territoriali. Nelle realtà<br />

con popolazione superiore a 12.500 abitanti (all'interno<br />

delle città) la distanza tra due farmacie<br />

è fissata in un minimo di 200 metri, mentre nei<br />

Comuni con abitanti inferiori a 12.500 la distanza<br />

minima è di 3 chilometri”. È stato anche ribadito<br />

ed evidenziato che spetta esclusivamente ai Comuni<br />

individuare la collocazione di nuove farmacie,<br />

mentre compete alla <strong>Regione</strong> l'autorizzazione<br />

all'apertura e alla chiusura di esse. La finalità<br />

e l'obiettivo dell'apertura di nuove sedi – come è<br />

stato ribadito in ogni intervento - è quella di garantire<br />

assistenza ai cittadini in maniera uniforme<br />

senza dare tuttavia vita a sovrapposizioni che<br />

potrebbero verificarsi in zone di confine tra due o<br />

più Comuni. Nel ricordare che compete al <strong>Consiglio</strong><br />

regionale l'approvazione del Piano e quindi<br />

delle sedi farmaceutiche da mettere a bando<br />

(attualmente la previsione è di 41), Buconi, a<br />

margine della riunione, ha voluto ribadire che<br />

“sono i Comuni a decidere dove istituire una<br />

nuova farmacia, mentre al <strong>Consiglio</strong> regionale<br />

spetta l'ultima parola sulla scelta”. Il presidente<br />

della Commissione ha quindi spiegato che “vista<br />

la complessità delle questioni e degli atti in discussione,<br />

si è ritenuto di chiedere alla Giunta<br />

regionale un ulteriore approfondimento della<br />

pratica e quindi una riformulazione complessiva<br />

dell'atto che rimetta in fila le questioni tenendo<br />

conto di alcune puntualizzazioni richieste dal<br />

nostro Ufficio legislativo, oltre ad più approfondito<br />

lavoro di confronto con alcune amministrazioni<br />

comunali rispetto a scelte di merito, in quanto la<br />

norma stabilisce che i criteri validi all'interno di<br />

un territorio comunale, attraverso alcune scelte,<br />

potrebbero ricadere su altri comuni confinanti. È<br />

quindi corretto – ha detto Buconi - che la <strong>Regione</strong><br />

si faccia carico di ascoltare le istanze degli<br />

stessi Comuni interessanti al fine di trovare intese<br />

territoriali più vaste”. Franco Zaffini (Fare<br />

Italia), dopo aver rimarcato la sua contrarietà<br />

verso “la decisione del Comune di Spoleto di<br />

chiedere l'istituzione di una nuova sede farmaceutica<br />

a San Martino in Trignano senza tenere<br />

conto dell'irrisolto problema che riguarda il gestore<br />

della farmacia di Strettura (calo demografico:<br />

da oltre 1000 residenti a circa 200)”, ha definito<br />

“assolutamente importante che la Giunta<br />

regionale presenti in <strong>Consiglio</strong> atti approvabili.<br />

Se un atto è infarcito di contenziosi, ricorsi, inadempienze<br />

o zone d'ombra – ha concluso - è<br />

evidente che il <strong>Consiglio</strong> non viene messo in<br />

condizioni di decidere”.<br />

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