Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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RIFORME<br />
Palazzo Cesaroni, Massimo Buconi, esprime “apprezzamento<br />
e sostegno per il parere approvato<br />
dal <strong>Consiglio</strong> delle autonomie locali in favore<br />
delle due province”. Secondo Buconi “l'<strong>Umbria</strong> ha<br />
le caratteristiche per accogliere due enti e in<br />
ballo è il futuro della gestione di tutte le funzioni<br />
delegate, non semplicemente il destino di questo<br />
o quell'altro ente”.<br />
Perugia, 5 ottobre 2012 - “Esprimo apprezzamento<br />
e sostegno per il parere approvato dal<br />
<strong>Consiglio</strong> delle autonomie locali (Cal) in favore<br />
delle due province, tassello importante verso<br />
l'approdo della discussione in Aula sul riassetto<br />
amministrativo”. E' il commento del presidente<br />
del gruppo consiliare Socialisti e Riformisti per<br />
l'<strong>Umbria</strong>, Massimo Buconi, sul parere espresso<br />
dal Cal in merito al riordino delle Province, tema<br />
che approderà in <strong>Consiglio</strong> regionale entro il 24<br />
ottobre”. “Già nel mese di giugno – ricorda Buconi<br />
- il Partito socialista italiano dell’<strong>Umbria</strong>, sia<br />
con la presentazione di una mozione in <strong>Consiglio</strong><br />
regionale da parte mia insieme al consigliere<br />
Carpinelli, sia in quello provinciale di Terni e in<br />
Comune che, attraverso una specifica conferenza<br />
stampa, ha espresso viva contrarietà alla soppressione<br />
della Provincia di Terni. Come socialisti<br />
siamo stati i primi a proporre che fosse adottata<br />
una deroga per quelle regioni che disponevano<br />
solo di due province o in alternativa di delegare<br />
gli enti regionali ad adottare un piano, con tutti<br />
gli organismi interessati, di riordino degli assetti<br />
territoriali delle attuali province in modo che fosse<br />
possibile rispondere ai criteri e i parametri<br />
individuati dalla legge. Non difendiamo le Province<br />
– afferma il capogruppo socialista - ma crediamo<br />
che la legge '35/2012' così concepita non<br />
porti alla razionalizzazione ulteriore dei costi”.<br />
“Le modifiche dell'assetto istituzionale – prosegue<br />
- soprattutto quando queste riguardano enti<br />
elettivi di rilievo costituzionale, non dovrebbero<br />
essere motivate da esclusive ragioni finanziarie,<br />
ma da valutazioni più generali riguardanti il miglior<br />
assetto istituzionale necessario a rendere<br />
più efficace la partecipazione democratica dei<br />
cittadini alla gestione del proprio territorio. Qualora<br />
non passi il principio della deroga per le regioni<br />
con sole due province, si dovrà lavorare da<br />
subito perché sia percorsa appieno l’occasione<br />
per riequilibrare i territori fra Perugia e Terni e<br />
per rendere più efficaci le azioni di governo del<br />
territorio regionale. L'<strong>Umbria</strong> ha le caratteristiche<br />
per accogliere due enti e in ballo è il futuro della<br />
gestione di tutte le funzioni delegate, non semplicemente<br />
il destino di questo o quell'altro ente.<br />
Anche se a dire l'ultima parola non sarà nemmeno<br />
la <strong>Regione</strong>, ma il Governo, è giusta l'indicazione<br />
del Cal di prevedere l'espressione dei Comuni<br />
interessati”.<br />
COMUNITA' MONTANE: “TEMPI E MODALITÀ PER<br />
DEFINITIVA COSTITUZIONE DELLE UNIONI SPE-<br />
CIALI DEI COMUNI E TRASFERIMENTO DEI 993<br />
DIPENDENTI” - PER MONACELLI (UDC) PROCES-<br />
SO DI RIORDINO “PIUTTOSTO CONFUSO”<br />
Il capogruppo regionale dell'Udc, Sandra Monacelli,<br />
interroga l'Esecutivo per conoscere tempi e<br />
modalità che porteranno alla definitiva costituzione<br />
delle Unioni speciali dei comuni e al relativo<br />
trasferimento del personale coinvolto, scongiurando<br />
l'eventualità che i 993 dipendenti delle<br />
Comunità montane umbre “risultino le vittime di<br />
un processo di riordino apparso finora piuttosto<br />
confuso”. Monacelli spiega che a tutt'oggi non<br />
risultano costituite diverse Unioni speciali dei<br />
Comuni, come stabiliva invece la legge regionale<br />
“18/2011”, e a fronte di tutto ciò “molti lavoratori<br />
delle Comunità montane si trovano oggi in una<br />
situazione di grave incertezza, rischiando di non<br />
percepire alcune mensilità”.<br />
Perugia, 15 ottobre 2012 - Il capogruppo regionale<br />
dell'Udc, Sandra Monacelli, con una interrogazione<br />
alla presidente della Giunta e all'assessore<br />
alle riforme chiede di conoscere con certezza<br />
“tempi e modalità che porteranno alla definitiva<br />
costituzione delle Unioni speciali dei comuni e<br />
al relativo trasferimento del personale coinvolto,<br />
scongiurando l'eventualità che i 993 dipendenti<br />
delle Comunità montane umbre risultino le vittime<br />
di un processo di riordino apparso finora<br />
piuttosto confuso”. Monacelli ricorda che il <strong>Consiglio</strong><br />
regionale <strong>dell'<strong>Umbria</strong></strong> ha approvato nel<br />
2011 (legge “18/2011”) la riforma del sistema<br />
amministrativo regionale e delle autonomie locali<br />
e istituito l'Agenzia forestale regionale e che, con<br />
tale legge, “si individuano le azioni, le misure e<br />
gli interventi strategici di razionalizzazione, semplificazione<br />
e riordino del sistema amministrativo<br />
regionale e delle autonomie locali definendo o-<br />
biettivi, criteri, modalità e strumenti per raggiungere<br />
gli scopi prefissati. Quella normativa –<br />
spiega l'esponente dell'Udc - prevedeva lo scioglimento<br />
delle Comunità montane e l'istituzione<br />
delle Unioni speciali dei comuni, trasferendo nei<br />
ruoli all'Agenzia forestale regionale e all'Unione<br />
speciale dei comuni il personale in carico alle<br />
Comunità montane, stabilendo un preciso cronoprogramma:<br />
entro il 30 giugno 2012 approvazione<br />
da parte dell'Esecutivo del piano di riordino<br />
territoriale con la determinazione delle Unioni<br />
speciali dei comuni; entro il 30 settembre 2012<br />
approvazione da parte delle Unioni speciali dell'atto<br />
costitutivo e dello statuto, e conseguente<br />
presa in carico del personale delle Comunità<br />
montane non rientrante nella dotazione organica<br />
dell'Agenzia forestale regionale. A tutt'oggi –<br />
sottolinea - non risultano costituite diverse Unioni<br />
speciali dei Comuni”. Il capogruppo regionale<br />
dell'Udc, spiega ancora nel proprio atto ispettivo<br />
che in <strong>Umbria</strong> le Comunità montane contano 933<br />
dipendenti tra impiegati e operai a tempo determinato<br />
e indeterminato e che alcuni sindaci, “tra<br />
cui quelli dell'Alto Chiascio, hanno chiesto<br />
all’assessore regionale, ai presidenti del Cal e<br />
dell'Anci <strong>Umbria</strong>, un congelamento o un rinvio<br />
delle scadenze, anche per verificare il percorso<br />
sindacale necessario per il trasferimento del per-<br />
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