Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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ECONOMIA/LAVORO<br />
ninica umbra, due vertenze vedranno passaggi<br />
importanti e forse decisivi nei prossimi giorni: il<br />
16 ottobre verrà firmata al Ministero delle Attività<br />
produttive la rimodulazione dell’accordo di<br />
programma per la Merloni, il 18 si terrà la riunione<br />
del tavolo regionale per la Sirio Ecologica. A<br />
ricordare il rilievo dei due appuntamenti è il consigliere<br />
regionale Andrea Smacchi del Pd che<br />
riassume così le due vicende: “Per quanto concerne<br />
la Sirio, si tratterà di verificare gli impegni<br />
assunti dalle parti, stante la ribadita volontà del<br />
Gruppo Maio di investire sul sito di Gubbio, ritenuto<br />
strategico a patto che il piano industriale<br />
possa esplicitarsi in tutta la sua ampiezza, in<br />
primo luogo l’avvio dello sterilizzatore. Ad oggi<br />
nello specifico di questa vicenda sembra esserci<br />
una fase di stasi che auspico in sede di confronto<br />
possa essere superata positivamente, al fine di<br />
avviare tutta la fase propedeutica all’acquisto<br />
dello stabilimento, la cui asta è stata fissata dal<br />
curatore fallimentare per il prossimo 17 gennaio<br />
2013. L’obiettivo da raggiungere, precisa Smacchi,<br />
è la ripresa a pieno regime dell’attività, con<br />
la conseguente riassunzione di tutti i 33 ex dipendenti,<br />
dei quali oggi solo 11 operano<br />
all’interno dello stabilimento di Padule”. A proposito<br />
della Merloni Smacchi evidenzia che, “subito<br />
dopo la firma del nuovo accordo di programma,<br />
occorrerà iniziare una fase serrata di confronto<br />
tesa a fare chiarezza su due aspetti. Innanzitutto<br />
sulle reali intenzioni della JP Industries di Porcarelli,<br />
stante il fatto che dopo l’assunzione di 300<br />
dipendenti lo scorso 1 gennaio, la produzione nel<br />
sito di Gaifana nei fatti non è mai partita veramente<br />
ed i lavoratori sono stati impiegati a periodi<br />
alterni per non più di un mese. Occorre pertanto<br />
il massimo della chiarezza sul futuro del<br />
sito umbro che da quasi un anno ormai stenta a<br />
decollare e ad oggi vede operare al proprio interno<br />
non più di 20 persone fra amministrativi ed<br />
addetti alla manutenzione degli impianti e dei<br />
prototipi, di fatto le linee di produzione non sono<br />
mai ripartite. In questo contesto, diventa ancor<br />
più necessario, stante la rimodulazione<br />
dell’accordo di programma, stringere rispetto alle<br />
manifestazioni di interesse pervenute in questi<br />
mesi da parte di aziende italiane ed estere, per<br />
verificarne l’effettiva valenza innovativa e la solidità<br />
dei piani industriali. Stante le risorse che a<br />
breve saranno disponibili (circa 70 milioni di euro),<br />
conclude Smacchi, è indispensabile mettere<br />
subito in campo un crono programma di lavoro,<br />
in grado di scandire a tappe forzate, tutti i passaggi<br />
necessari per giungere a risultati concreti<br />
nel più breve tempo possibile”.<br />
“IL SOLE 24 ORE UFFICIALIZZA QUANTO SO-<br />
STENGO DA TEMPO. SERVE PIÙ CORAGGIO NEL-<br />
LE SCELTE E PIÙ RISPETTO PER UNA REGIONE<br />
PICCOLA CHE PUÒ ANCORA ESSERE UN MODEL-<br />
LO DI SVILUPPO” - NOTA DI SMACCHI (PD)<br />
Il consigliere regionale del Partito democratico<br />
Andrea Smacchi commenta l’articolo del Sole 24<br />
Ore di oggi sui fallimenti delle aziende italiane.<br />
Per Smacchi, che ricorda gli allarmi da lui lanciati<br />
a questo proposito negli ultimi mesi, “anche il più<br />
prestigioso giornale economico del Paese mette<br />
nero su bianco che la nostra <strong>Regione</strong> è tra quelle<br />
che hanno subito il peggior trend passando dalle<br />
136 aziende fallite del 2011 alle 174 del 2012<br />
con ben 39 aziende fallite solo nel terzo trimestre<br />
di questo anno”.<br />
Perugia, 15 ottobre 2012 - “Sono mesi che mi<br />
batto per contrastare la crisi drammatica che sta<br />
colpendo le nostre aziende, in particolare quelle<br />
della fascia appenninica, proponendo azioni che<br />
facciano dell’<strong>Umbria</strong> un nuovo modello di sviluppo,<br />
impegno concretizzatosi con la presentazione<br />
e l’approvazione di una mozione, votata<br />
all’unanimità dal <strong>Consiglio</strong> regionale, a sostegno<br />
di famiglie e imprese. Adesso anche il più prestigioso<br />
giornale economico del Paese mette nero<br />
su bianco che la nostra <strong>Regione</strong> è tra quelle che<br />
hanno subito il peggior trend passando dalle 136<br />
aziende fallite del 2011 alle 174 del 2012 con<br />
ben 39 aziende fallite solo nel terzo trimestre di<br />
questo anno”. Lo rimarca il consigliere regionale<br />
del Partito democratico Andrea Smacchi, commentando<br />
l’articolo del Sole 24 Ore di oggi<br />
(http://goo.gl/K2nf6) che evidenzia la peggior<br />
performance nazionale dell’<strong>Umbria</strong> riguardo alle<br />
imprese fallite. Per l'esponente della maggioranza<br />
siamo ormai “giunti ad un bivio, la politica<br />
umbra deve dimostrare di essere all’altezza delle<br />
sfide che ha davanti con scelte coraggiose che<br />
guardino con lungimiranza al futuro. In questo<br />
scenario la fascia appenninica sconta, oltre la sua<br />
posizione di isolamento, anche e soprattutto una<br />
mancata visione di politica economica generale<br />
che le consenta di tamponare la situazione facendo<br />
leva sulla unitarietà. E’ il momento di dimostrare<br />
la forza politica e culturale per ridisegnare<br />
l’<strong>Umbria</strong> del futuro con vere riforme a cominciare<br />
da quella sanitaria; quello che oggi non<br />
abbiamo il coraggio di fare ci verrà imposto da<br />
Roma domani. L’<strong>Umbria</strong> – aggiunge Smacchi - è<br />
stato un modello di riferimento negli anni in cui<br />
si costituirono le Regioni tanto da essere considerata<br />
un esempio. Ora, in uno scenario nuovo e<br />
senza la possibilità di sfruttare la leva del debito<br />
pubblico, dobbiamo essere protagonisti delle<br />
nostre scelte generando una nuova stagione di<br />
sviluppo e mobilità sociale. Sicuramente – osserva<br />
ancora il consigliere regionale - si dovranno<br />
correggere alcuni errori del passato e ridurre il<br />
costo del gigante pubblico regionale, ma dobbiamo<br />
avere l’audacia di mettere sui tavoli romani<br />
le nostre crisi aziendali così come fanno<br />
altre Regioni, che non hanno produzioni strategiche<br />
ad alto valore aggiunto come le nostre”. Secondo<br />
Andrea Smacchi servono “riforme pubbliche<br />
coraggiose, difesa intransigente della nostra<br />
industria pesante che rappresenta più del 25 per<br />
cento del Pil regionale e rilancio del settore delle<br />
costruzioni, che rappresenta un altro 25 per cento,<br />
con la riqualificazione degli edifici esistenti e<br />
una pianificazione del territorio che impedisca<br />
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