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Studia Romanistica Beliana

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successivi perfezionarono le proprie metodologie. Andrea Giuseppe Fornasari-Verce conobbe<br />

altrettanta fortuna e la sua Theoretisch-praktische Anleitung zur Erlernung der italienischen<br />

Sprache fu pubblicata la prima volta nel 1815 e la ventesima nel 1859. La Sprachlehre di<br />

Mussafia conobbe 32 edizioni tra il 1860 e il 1925.<br />

Una delle personalità che operò con più continuità ed originalità nella Vienna<br />

dell’Ottocento fu Giovanni Battista Bolza, figura di spicco nel microcosmo culturale della<br />

capitale asburgica. Giunse a Vienna nel 1801 e vi morì nel 1869. Era lombardo di nascita e<br />

formazione, fu insegnante d’italiano del futuro imperatore Francesco Giuseppe, rivestì alte<br />

cariche al Ministero dell’Istruzione, fondò e diresse la “Rivista viennese” (1838-1840), diede<br />

un contributo determinante alla riforma dei licei e delle università nel Lombardo-Veneto,<br />

scrisse innumerevoli grammatiche e dizionari d’italiano, tradusse Lessing e Grillparzer.<br />

Rappresenta senz’altro una figura emblematica dell’intellettuale italiano che nell’Ottocento si<br />

propone come mediatore culturale tra l’Impero asburgico e l’Italia.<br />

Giovanni Battista Bolza, come Filippi come, Fornasari-Verce, come Ponisio,<br />

accompagnava i testi di grammatica e grammaticografia con antologie, con compendi di<br />

letteratura, con dizionari il cui scopo era di divulgare modelli letterari e linguistici<br />

precipuamente all’interno dell’apparato amministrativo dell’Impero. Ad un primo spoglio dei<br />

lavori pubblicati da Bolza risulta abbastanza chiaro come fossero fedeli ai modelli consolidati<br />

della tradizione puristica italiana, quelli di un Antonio Cesari per intenderci, tuttavia è anche<br />

altrettanto chiaro che ne elaborò altri del tutto personali, derivanti dalla necessità di offrire<br />

concrete forme comunicative ai funzionari di un Impero multinazionale e plurilingue.<br />

Consideriamo la versione aggiornata dell’introduzione al Prontuario di vocaboli e modi<br />

errati, edito per la terza volta a Vienna nel 1858:<br />

Al benevolo Lettore.<br />

Non è da jeri, che si lamenta lo strazio che si fa della lingua nostra nelle segreterie, nei banchi, e nelle<br />

pubbliche e private scritture; e già più volte valenti uomini si provarono a por riparo a tanto danno da ciò. Dai<br />

siffatti libri distinguesi questo, per ciò che in esso ai vocaboli e modi errati più in uso, con allato le correzioni in<br />

ordine alfabetico, si sono aggiunte nello stesso ordine le principali regole grammaticali, con ispeciale riguardo<br />

all’uso, tanto difficile, di quelle voci italiane che si comprendono sotto il nome generale di particelle.<br />

Conciossiaché egli accade spesso, anche a chi non è al tutto digiuno di cose di lingua, d’essere […]<br />

Così io scriveva or sono quattro anni dando per la prima volta alle stampe il presente opuscolo: e dacché lo<br />

spaccio di due edizioni in così breve tempo, ne provarono l’opportunità, ho procacciato, nel dar mano alla terza,<br />

di renderlo meno immeritevole dell’ottenuto favore col condurlo a quel maggior grado di perfezione che per me<br />

si potesse 9 .<br />

Da questo breve testo si può notare come Bolza sembri privilegiare il linguaggio aulico:<br />

rinveniamo l’imperfetto in –a, della tradizione letteraria, la prostesi vocalica (ispecial), forme<br />

sintetiche delle preposizioni articolate (col condurlo), la dislocazione a sinistra dell’aggettivo<br />

(pubbliche e private scritture), l’enclisi pronominale tipica del linguaggio settecentesco<br />

(distinguesi questo libro), forme arcaicizzanti di congiunzioni e avverbi (conciossiaché,<br />

dacché). In tutto il saggio risulta poi assai evidente l’insistenza con cui Bolza deplora l’uso<br />

non corretto della lingua, censurandone in primo luogo l’uso pubblico dell’italiano che si fa<br />

nelle cancellerie. In questo contesto uno dei bersagli preferiti di Bolza sono i francesismi. Un<br />

esempio valga per tutti: alla voce bigiotteria scrive ‘BIGIOTTERIA o BISCIUTTERIA sono<br />

francesismi usati ora nella stessa Firenze, ma non conosciuti dalla buona lingua, la quale ha<br />

Minuteria. = Tutto quello che fra gli orefici si domanda lavorare di minuteria, si conduce col<br />

cesello, le quali minuterie sono anelli, pendenti, maniglie, ecc.’ 10 . Termini quali ‘buona<br />

9 Bolza Giovanni Battista, 1858 (prima ed.: 1853), Prontuario di vocaboli e modi errati e delle principali teorie,<br />

regole, proprietà e particelle della lingua italiana per parlare e scrivere correttamente, Vienna C. Gerold: III-<br />

IV. La prima edizione apparve a Venezia per i tipi di Giuseppe Antonelli.<br />

10 Ibid.: 34.<br />

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