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Studia Romanistica Beliana

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grammatica scritta in Italia. Noi sappiamo però che alcuni di questi manuali furono ristampati<br />

ed adottati nelle scuole del Regno d’Italia, per cui rimane da stabilire quale contributo abbiano<br />

dato questi autori alla discussione intorno alla questione della lingua e se abbiano in qualche<br />

modo influenzato la storia dell’italiano nel Regno d’Italia.<br />

Oltre all’aspetto prettamente linguistico, queste grammatiche vanno anche considerate per<br />

il loro ruolo di intermediazione culturale che svolsero tra l’Austria asburgica e l’Italia, infatti<br />

le grammatiche erano colme di modelli letterari e venivano accompagnate da antologie<br />

letterarie scritte dagli stessi autori. Giovanni Battista Bolza, per esempio, faceva leggere a<br />

Francesco Giuseppe le novelle del Boccaccio, la Gerusalemme liberata del Tasso, l’Orlando<br />

Furioso, l’Artaserse di Metastasio, il Conte di Carmagnola ed I promessi sposi di Manzoni,<br />

ma anche i grandi romanzi storici che al tempo andavano per la maggiore, come La duchessa<br />

di Bracciano del Guerrazzi. Si possono dunque scrivere pagine importanti sulla ricezione e<br />

sull’insegnamento della letteratura italiana nell’Ottocento nell’Impero asburgico.<br />

I modelli letterari, probabilmente, costituivano un tutt’uno con i modelli etici che erano<br />

contenuti nelle frasi grammaticali o nelle espressioni idiomatiche dei manuali. Noi sappiamo<br />

ad esempio che i programmi scolastici dell’Impero asburgico erano stati stilati a fine<br />

Settecento da una commissione guidata dall’arcivescovo di Vienna Cristoforo Bartolomeo<br />

Migazzi (1714-1803). Sappiamo inoltre che erano le leggi in materia scolastica e la già<br />

menzionata Dispensa dei libri scolastici a stabilire i modelli e i valori al centro dell’istruzione.<br />

E’ ovvio quindi che questi modelli venissero anche trasmessi attraverso le grammatiche, nella<br />

scelta delle traduzioni, nei testi letterari e nelle frasi degli esercizi strutturali che, per la loro<br />

brevità, potevano essere facilmente assimilati e dovevano orientare i discenti nella vita sociale<br />

del tempo. Pensiamo a frasi quali: ‘Agire è vita, ozio è morte/Un amico costante è raro/Buon<br />

grano fa buon pane/L’ordine è una mezza vita/Una buona coscienza è un buon guanciale/Tal<br />

opera, tal mercede/Tal paese, tale usanza/Cieco è l’occhio, se l’animo è distratto’ 22 .<br />

Ritengo che un ulteriore percorso stimolante sia lo studio di queste grammatiche dal punto<br />

di vista della storia linguistica d’Italia. La ricerca di Maria Catricalà ci offre un inventario<br />

minuzioso delle grammatiche apparse tra il 1860 ed il 1918 nel Regno d’Italia ma, per una<br />

scelta di carattere geopolitico, tralascia del tutto il nostro corpus di grammatiche. Comparando<br />

la produzione italiana con quella austriaca, penso che si possa giungere ad un quadro più<br />

esaustivo della storia linguistica d’Italia, oltre che della direzione presa fuori d’Italia dalle<br />

discussioni intorno alla questione della lingua. Proprio Maria Catricalà ci fa notare che nel<br />

secondo Ottocento in sede ministeriale e fra gli studiosi fu combattuta una guerra ‘tra<br />

metodisti, tradizionalisti e teorico-pratici, riguardo alla didattica, tra puristi, manzoniani e<br />

fautori del criterio storico, in fatto di norma linguistica’ 23 . Si tratterà quindi di capire se la<br />

‘grammaticografia asburgica’ sia stata influenzata da queste discussioni ed abbia lasciato<br />

tracce significative nella storia della lingua in Italia.<br />

E’ assai probabile che gli stilemi morfosintattici, le opzioni fonetiche e le scelte lessicali<br />

divulgate da queste grammatiche fra i discenti dei territori austriaci possano aver dato vita ad<br />

un “italiano asburgico” le cui categorie linguistiche devono ancora essere descritte, precisate e<br />

liberate dai preconcetti in cui le hanno relegate i conflitti nazionali.<br />

Summary<br />

The 17th and the 18th century are the Golden Age of the Italian language and literature in<br />

Austria. At that time several poets were engaged at the Viennese Court. Nevertheless, the 19th<br />

22 Filippi Domenico Antonio, s.d. [1846], Neues und unterhaltendes Italienisches Lesebuch zum Schul- und<br />

Privatgebrauche für Anfänger und Geübtere, Wien-Leipzig, Manz-Gebhardt.<br />

23 Maria Catricalà, op. cit.: 13s.<br />

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