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Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.22 Pagina 11<br />

Aprile<br />

2011<br />

11<br />

Costantino Coros<br />

A Roma il primo<br />

meeting di Forma<br />

A<br />

lla presenza di quasi mille<br />

giovani, tra i 16 e i<br />

18 anni, giunti a Roma<br />

da tutta Italia, si è svolto oggi il<br />

primo meeting di “Forma”, l’associazione<br />

degli enti di formazione<br />

professionale che si ispirano<br />

alla dottrina sociale della<br />

Chiesa (www.formafp.it), sul<br />

tema: “Giovani: una impresa<br />

chiamata lavoro”.<br />

Investire sui<br />

mestieri artigiani.<br />

“Bisogna dare vita ad un piano<br />

nazionale, che partendo dai mestieri<br />

artigiani, a rischio estinzione,<br />

punti a costruire un percorso educativo<br />

e di inserimento lavorativo<br />

per migliaia di ragazzi, i quali superando qualche<br />

ritrosia, potrebbero trovare in questo ambito<br />

produttivo, impieghi soddisfacenti sia sotto il<br />

profilo professionale che reddituale”.<br />

Questo è l’appello che Maurizio Drezzadore, presidente<br />

di “Forma”, ha rivolto al governo, aprendo<br />

il meeting dell’associazione.<br />

Per raggiungere tale obiettivo, ha aggiunto Drezzadore,<br />

“la piccola impresa e la formazione professionale<br />

devono stringere un’alleanza per l’occupazione”<br />

ed ha proseguito dicendo che “lo stesso ragionamento<br />

si deve fare anche per le professioni<br />

che riguardano i servizi di cura alla persona, garantendo<br />

maggiore dignità e più adeguati riconoscimenti<br />

economici, incoraggiando così i ragazzi<br />

a scegliere questa strada lavorativa che è chiamata<br />

ad assolvere un compito di grande utilità<br />

sociale”.<br />

Per il presidente di “Forma”, “oltre agli incentivi<br />

come il credito d’imposta e il rilancio dell’apprendistato<br />

è necessario dare un nuovo baricentro<br />

alla scuola e rafforzare l’istruzione tecnica e la<br />

formazione professionale, che possono essere<br />

il vero volano per sconfiggere la disoccupazione<br />

giovanile”.<br />

Dentro il lavoro c’è l’uomo.<br />

“Non c’è dubbio che i giovani si devono preoccupare<br />

del lavoro, ma la loro prima impresa è<br />

quella d’impegnarsi per costruire loro stessi, non<br />

lasciare indietro il loro essere persona, perché<br />

dentro il lavoro, ciascun ragazzo e ragazza scrive<br />

la sua vocazione a formare la propria dignità<br />

umana che è fatta di spiritualità oltre che di<br />

relazioni”, ha detto nel corso del suo intervento<br />

mons. Domenico Sigalini, assistente unitario<br />

dell’Azione Cattolica italiana, aggiungendo<br />

che “l’essere umano non è una macchina e non<br />

deve essere considerato tale, ma ha il suo mondo<br />

interiore che deve essere posto in primo piano,<br />

in modo tale che possa essere messo in grado<br />

di affrontare le difficoltà della vita”.<br />

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, rivolgendosi<br />

ai presenti ha detto:<br />

“Seguite la vostra vocazione, cercate la bellezza<br />

di questo tempo, seppur difficile, ma anche con<br />

tante opportunità da cogliere, cercatela nel rapporto<br />

con gli altri, con i vostri coetanei” perché<br />

“se c’è senso della vita, allora c’è anche il senso<br />

del lavoro”. Il ministro ha poi sottolineato che<br />

“la conoscenza è importante perché permette<br />

di guidare i cambiamenti in atto verso una evoluzione<br />

positiva” ed ha elencato le principali criticità<br />

del mercato del lavoro nazionale individuate<br />

nelle “fortissime differenze esistenti tra le competenze<br />

richieste dalle imprese e quelle disponibili,<br />

nella mancanza di figure tecniche come<br />

matematici, ingegneri, fisici ed economisti e negli<br />

squilibri della durata degli studi, dove si esce<br />

troppo prima o troppo tardi”.<br />

Sacconi ha anche ricordato che “i percorsi di studio<br />

si devono contaminare con il mercato del<br />

lavoro” e che “non c’è contrapposizione tra conoscenze<br />

pratiche e teoriche”.<br />

Educare i giovani.<br />

“La finalità delle organizzazioni che si sono riunite<br />

in ‘Forma’ fin<br />

dal 1999 per<br />

volontà di don<br />

Mario Operti,<br />

che ne fu un<br />

convinto promotore,<br />

è quella<br />

di impegnarsi<br />

quotidianamente<br />

a formare i giovani<br />

attraverso<br />

la dedizione<br />

al lavoro, l’educazione<br />

alla socialità e alla cittadinanza, considerato<br />

che il 20% dei ragazzi impegnati nella<br />

formazione professionale sono migranti”, ha<br />

detto mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio<br />

Cei per i problemi sociali e il lavoro.<br />

In questo cammino, ha aggiunto mons. Casile,<br />

“siamo animati dalla forza del Vangelo che ci<br />

sprona ad impegnarci per una civiltà più umana,<br />

più giusta e più cristiana”.<br />

Dalle rilevazioni del centro studi di Confartigianato<br />

risulta che, negli ultimi due anni, circa 984 mila<br />

ragazzi, sono usciti dal mercato del lavoro e quasi<br />

598 mila diplomati e laureati residenti al Sud,<br />

negli ultimi dieci anni, si sono dovuti trasferire<br />

al Nord per poter lavorare.<br />

Secondo Confartigianato, “ora che l’economia<br />

mondiale ha superato la fase più critica, le forme<br />

dei contratti flessibili sono quelle che stanno<br />

movimentando in positivo la ripresa dell’occupazione”.<br />

Per Cristiano Nervegna, segretario generale di<br />

“Forma”, “oggi serve una formazione che avvicini<br />

i ragazzi al lavoro e che quindi faccia loro<br />

affrontare in modo meno traumatico il nodo del<br />

precariato”. Si tratta, per Nervegna, “di mettere<br />

in moto un nuovo progetto educativo che valorizzi<br />

il dialogo tra giovani e adulti”.<br />

Fonte: www.agensir.it

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