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Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.41 Pagina 26<br />

Aprile<br />

26 2011<br />

D<br />

Rossana Favale<br />

omenica 06 marzo 2011, nei locali della<br />

parrocchia Regina Pacis di <strong>Velletri</strong><br />

si è tenuta l’assemblea elettiva del Azione<br />

Cattolica Diocesana, con il seguente ordine del<br />

giorno: rinnovo cariche per il consiglio del triennio<br />

2011-2014.<br />

Erano presenti i delegati delle parrocchie dove<br />

l’associazione è presente: S. Maria Maggiore, S.<br />

Sebastiano (Valmontone); S. Maria del Carmine,<br />

S. Clemente, S. Martino, S. Salvatore(<strong>Velletri</strong>),<br />

S. Bruno (Colleferro), insieme alla decana dell’<br />

AC di <strong>Velletri</strong>, Laura Di Falco, al delegato regionale,<br />

Renato Rosicarelli, e ai due assistenti Don<br />

Angelo Mancini e Don Corrado Fanfoni, i quali<br />

alla fine dell’assemblea hanno Concelebrato l’Eucarestia<br />

con il Vescovo Mons. Vincenzo Apicella.<br />

La signora Di Falco, invitata a presiedere l’assemblea,<br />

ha rappresentato l’importanza del messaggio<br />

dell’ azione cattolica della nostra diocesi<br />

anche con riferimenti molto emotivi del passato.<br />

Nei vari interventi che si sono succeduti,<br />

si è tenuta come traccia e valore l’essenza di ”<br />

Vivere la Fede Amare la Vita”, che sarà il titolo<br />

dell’assemblea nazionale del 6/8 maggio 2011<br />

a Roma. Da queste riflessioni sono nate molte<br />

considerazioni, prese anche dal ”Progetto<br />

Formativo AC”:<br />

“Oggi non è facile scegliere di vivere l’essenziale.<br />

Noi riteniamo che questo sia il nostro primo<br />

servizio alla parrocchia e alla comunità ecclesiale.<br />

In un tempo di dispersione e di pluralità di<br />

proposte, scegliere L’essenziale implica un<br />

esercizio di continuo discernimento, di educazione<br />

ad abitare la profondità della vita e a non attaccarsi<br />

a elementi marginali che possono far perdere<br />

il senso delle poche cose che contano. Si<br />

tratta di trovare il cuore della vita cristiana: riconoscere<br />

il valore assoluto del mistero del<br />

Signore Gesù come centro non scontato della<br />

vita di fede e della Chiesa e, con amore e decisione,<br />

tornare di continuo a Lui e alle esperienze<br />

che ci fanno vivere di LUI giorno per giorno”<br />

Benedetto XVI ci dice: “In una chiesa missionaria,<br />

posta dinanzi ad una emergenza educativa<br />

come quella che si riscontra oggi in Italia,<br />

voi che la amate e la servite sappiate essere annunciatori<br />

instancabili ed educatori preparati e generosi;<br />

in una chiesa chiamata a prove anche molto<br />

esigenti di fedeltà e tentata di adattamento,<br />

siate Testimoni coraggiosi e profeti di radicalità<br />

evangelica; in una chiesa che quotidianamente<br />

si confronta con<br />

la mentalità<br />

relativistica, edonistica<br />

e consumistica,<br />

sappiate<br />

allargare<br />

gli spazi della<br />

razionalità<br />

nel segno di<br />

una fede amica<br />

dell’intelligenza<br />

sia nell’ambito<br />

di una<br />

cultura popolare<br />

e diffusa, sia in<br />

quello di una ricerca più elaborata e riflessa; in<br />

una Chiesa che chiama all’eroismo della santità,<br />

rispondete senza timore, sempre Confidando<br />

nella misericordia di Dio”.<br />

Noi, abbiamo scelto di essere missionari in una<br />

chiesa, in parrocchia ma prima di tutto siamo chiesa<br />

in famiglia, piccola comunità, ma la nostra chiamata<br />

ci ha portato in diocesi, una comunità più<br />

grande, dove alla nostra missione dobbiamo aggiungere<br />

la vocazione. Con la vocazione viviamo l’appartenenza<br />

all’ AC, appartenere all’AC significa<br />

qualificare l’appartenenza a Gesù Cristo e alla<br />

Chiesa. Noi non dobbiamo mai smettere di cercare<br />

Dio, dobbiamo maturare una fede che cambia<br />

la vita, un fede che fa maturare l’insegnamento<br />

evangelico, che genera vocazioni alla responsabilità.<br />

L’AC accompagna la vita ordinaria di ogni età,<br />

fa proprie le scelte pastorali della Chiesa locale<br />

e collabora nella realizzazione.<br />

A noi, laici di AC sono chiesti : passione, competenza,<br />

intenso impegno per la formazione al<br />

bene comune. Facendo una riflessione a voce<br />

alta, penso che si è tanto bravi a preparare fare<br />

molte cose, ma meno bravi ad essere attenti alle<br />

persone, all’ associazione territoriale e nazionale,<br />

se noi non attingiamo a quella Parola non ci arricchiamo,<br />

non ci mettiamo in discussione.<br />

Si sta attraversando un periodo particolare, sia<br />

nelle comunità cristiane sia nella realtà sociale,<br />

non ci dobbiamo scoraggiare, l’associazione nazionale<br />

e territoriale non deve fare una nuova associazione,<br />

ma capire con quali modalità e risorse<br />

mettersi al servizio. In una società che va sempre<br />

più verso ideali egoistici, rivolti al proprio Io<br />

in assoluto, dove in tutte le maniere e salse , dalla<br />

vita quotidiana a tutte le pubblicità che ci vengono<br />

propinate minuto per minuto della nostra<br />

vita, dove si vedono sempre esempi e persone<br />

vincenti che hanno raggiunto fama e successi<br />

economici ( i campioni del calcio , i grandi attori,<br />

i grandi manager, i grandi e squallidi personaggi<br />

che vendono la propria dignità ) è molto<br />

difficile proporre forme di aggregazione sociale<br />

e partecipative quali sono le azioni della nostra<br />

associazione o delle associazioni similari.<br />

Eppure esiste una realtà sociale immensa, che<br />

opera e ha valori sani, puliti , altruisti che sta intorno<br />

alla chiesa in generale, alle parrocchie , alle<br />

associazioni benefiche e di volontariato.<br />

La maggior parte di esse nate, negli anni della<br />

solidarietà sociale dove l’aggregazione umana<br />

era molto più sentita , prima della guerra si usciva<br />

da un mondo rurale e si istallavano le prime<br />

aggregazioni urbane, dopo la guerra esisteva una<br />

solidarietà proveniente dal bisogno e dalla<br />

necessità di riscatto, sono prosperate una miriade<br />

di forme associative, tra le quali l’Azione Cattolica<br />

che hanno infuso al paese una forma di sistema<br />

che ha tenuto fino ai nostri giorni, bisogna<br />

ricordare tutti i grandi uomini che hanno portato<br />

l’Italia ad essere una grande nazione come<br />

quella che è oggi e che sono stati impregnati dai<br />

valori sociali, culturali e religiosi delle associazioni<br />

di appartenenza quali Giorgio La Pira, Vittorio<br />

Bachelet, Aldo Moro, e molti altri.<br />

La decadenza dei valori, il cambiamento dei rapporti<br />

sociali, il mancato rispetto di se stessi e degli<br />

altri, e,elenco per ultimo ma che cosi non è, la<br />

crisi economica che ormai stiamo attraversando<br />

da un decennio che ha portato e sta portando<br />

sempre di più disuguaglianze nella società,<br />

i ricchi sempre più ricchi , i poveri sempre più<br />

poveri, e una classe media sempre più egoista<br />

nella difesa degli averi e della proprie posizioni,<br />

questo porta anche a un indurimento sentimentale<br />

verso le altre situazioni umane. I mass media<br />

che ci inculcano in tutti i momenti del giorno situazioni,<br />

immagini, fatti che sono lontani dalla vita<br />

quotidiana della maggioranza delle persone o situazioni<br />

tragiche che ci mettono ansie e paure mai<br />

o pochissime volte situazioni di altruismo quotidiano<br />

che danno senso alla vita vissuta.<br />

In questa situazione si sviluppa l’azione<br />

dell’Associazione la quale deve essere analizzata<br />

sotto tutti gli aspetti con le sue criticità e opportunità<br />

al fine di capire quali modalità , quali risorse,<br />

quali competenze, mettere in campo per essere<br />

autenticamente al servizio delle comunità locali,<br />

si tratta di far interagire persone, ruoli, occasioni,<br />

e programmi con tutte le realtà esistenti nelle<br />

parrocchie e in particolar modo di far comprendere<br />

che una non esclude un’altra che essere protagonisti<br />

significa non essere i primi della classe<br />

ma compartecipare alla vita quotidiana della comunità<br />

in tutti i suoi eventi e manifestazioni. In questo<br />

ultimo triennio la vita associativa dell’AC nella<br />

nostra diocesi è stata a fasi alternate, con grandi<br />

lanci di entusiasmo all’inizio per tutti i settori,<br />

poi seguita con un appiattimento specialmente<br />

per il settore adulti , e secondo le occasioni ed<br />

eventi in fase discontinua per il settore giovani/ragazzi.<br />

Si è concretizzato quello che con grande lungimiranza<br />

di analisi Vittorio Bachelet ha approfondito<br />

nella sua esperienza e sintetizzato con il<br />

seguente concetto: “ Se diamo qualcosa per la<br />

nostra attività, abbiamo sempre bisogno di un risultato<br />

concreto, almeno parziale, per avere la forza<br />

di andare avanti altriment , non dico al primo<br />

insuccesso, ma al primo attendere prolungato del<br />

successo ci scoraggiamo, diciamo che tutto va<br />

male, che non vale la pena, che bisogna cercare<br />

formule nuove, In sostanza non abbiamo pazienza<br />

e non siamo capaci di lavorare ad un piano<br />

di largo respiro come quello della Provvidenza…<br />

Non sappiamo più fare, cioè le cose piccole, il<br />

lavoro seccante, quotidiano, nascosto, cosi<br />

poco eroico cosi monotono anche. E cosi succede<br />

che noi facciamo, ogni tanto, quando un’idea<br />

ci entusiasma, quando un programma ci si<br />

rileva in tutta la sua attuale bellezza, dei grandiosi<br />

propositi di generosità, di fedeltà, di attivi-

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