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Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.36 Pagina 21<br />

Aprile<br />

2011<br />

21<br />

L<br />

mons. Franco Risi<br />

’impegno per la<br />

formazione<br />

degli operatori<br />

vocazionali e la<br />

costruzione della comunione<br />

possono rappresentare<br />

due obiettivi<br />

significativi che un<br />

Centro Diocesano<br />

Vocazioni può prefiggersi<br />

per la sua attività.<br />

Li descrivo tenendo<br />

in considerazione,<br />

i propositi di attuazione<br />

e di realizzazione.<br />

In merito alla formazione<br />

degli operatori vocazionali<br />

va riconosciuto<br />

ai nostri Vescovi il<br />

ruolo di avanguardia e<br />

di continua iniziativa in<br />

campo Pastorale; essi<br />

assolvono degnamente la loro funzione di guide.<br />

L’attuale rinnovamento della Pastorale vocazionale,<br />

infatti, è arrivato dai vertici della Chiesa, in<br />

modo particolare è scaturito da un serio e faticoso<br />

lavoro di studio, di riflessione e di ricerca condotto<br />

dal Centro Nazionale. Le realtà locali hanno partecipato<br />

a volte limitatamente, a questo coraggioso<br />

rinnovamento, continuando la Pastorale spesso<br />

con metodi divenuti anacronistici o cadendo nel<br />

disimpegno più totale. Oggi esse si trovano di fronte<br />

a visioni e direttive quasi del tutto nuove: ad<br />

una “letteratura” vocazionale ampia e profonda<br />

che deve essere conosciuta e digerita.Ci riferiamo<br />

soprattutto al Piano Pastorale per le vocazioni,<br />

agli atti dei Convegni nazionali e internazionale<br />

per le vocazioni, da anni ormai divenuti una consuetudine<br />

nella Chiesa, ai ricchi studi della rivista<br />

“Vocazioni” e ad altre pubblicazioni del<br />

C.N.V.Per non correre il rischio di intraprendere<br />

sentieri divenuti oggi impraticabili, dati i notevoli<br />

mutamenti culturali, per essere insomma all’altezza<br />

dei tempi e delle mutate situazioni, è opportuno<br />

che un Centro Diocesano Vocazioni senta<br />

anch’esso il dovere di impegnarsi nello studio, proponendosi<br />

con ciò di preparare gli operatori pastorali<br />

in genere e vocazionali in specie, perché siano<br />

in grado di affrontare le attuali contingenze culturali<br />

ed ecclesiali, per una pertinente ed efficace<br />

proposta vocazionale. Concretamente, questo<br />

lavoro di studio e di preparazione degli operatori<br />

si sta facendo con la diffusione e la lettura dei<br />

testi sopracitati. Sarebbe opportuno quindi che un<br />

C.D.V. abbia una propria biblioteca con libri, riviste<br />

e sussidi audiovisivi, in materia di Pastorale<br />

giovanile e vocazionale di modo che ai suoi collaboratori<br />

possa offrire delle letture di testi fondamentali<br />

su cui confrontarsi negli incontri del Centro;<br />

così anche alle parrocchie possa offrire sussidi<br />

e materiale più divulgativo per la formazione degli<br />

operatori. Inoltre, un C.D.V. deve poter proporre<br />

periodicamente delle conferenze di aggiornamento<br />

tenute da “esperti”. Altro aspetto importante della<br />

formazione è la partecipazione ai convegni nazionali<br />

ed a periodici convegni vocazionali regionali<br />

se programmati. E’ un lavoro che richiede umiltà,<br />

sacrificio e costanza, spesso incompreso da<br />

chi è troppo attento ai risultati o troppo abituato<br />

a iniziative autonome. Le fondamenta sono<br />

sempre pesanti e nascoste ma esse sono l’inizio<br />

e il sostegno perenne dell’edificio. L’esperienza<br />

di chi ha lavorato in questi anni nel C.D.V. ha avvertito<br />

quanto sia urgente l’esigenza della comunione,<br />

come contenuto e come metodo. Se non si lavora<br />

insieme, si lavora male e, forse, inutilmente.<br />

Una convinzione che è andata maturando nella<br />

sperimentare la fatica di inserire armonicamente<br />

nella Pastorale ordinaria il servizio del C.D.V.,<br />

è il disagio provato di fronte ad iniziative “private”<br />

parallele. Per funzionare bene il C.D.V. deve<br />

avere lo stesso volto della Chiesa che è il popolo<br />

adunato dalla Trinità. E’ davvero un grande mistero<br />

di comunione. In essa ogni credente è portatore<br />

di doni e la comunione risulta come un insieme<br />

di esperienze diverse. Sul piano operativo la<br />

Chiesa-comunione comporta la consapevolezza<br />

della relatività di ogni dono, del dono di ciascuno<br />

con quello degli altri. Quindi ogni iniziativa deve<br />

essere un fatto ecclesiale e non un fatto semplicemente<br />

privato, o di gruppo, o d’“Istituto”. Nel<br />

Vademecum del Direttore del C.D.V. oltre a ribadire<br />

quanto detto, si legge che fra gli obiettivi, c’è<br />

quello di “lavorare per tutte le vocazioni, assieme<br />

a tutti gli operatori della Pastorale”. In molte<br />

diocesi questo è un dato assodato<br />

in altre si sta tuttavia lavorando per<br />

raggiungere questo risultato. Il<br />

Centro Diocesano Vocazioni costruisce<br />

la comunione in due direzioni al<br />

suo interno e nei confronti di tutti gli<br />

operatori Pastorali Diocesani. Il<br />

C.D.V. cura l’amicizia tra i suoi membri,<br />

il lavoro comune che unisce e la<br />

preghiera che cementa l’unione. Il C.D.V.<br />

è composto dai responsabili di tutte<br />

le componenti vocazionali: la famiglia,<br />

i sacerdoti diocesani, i religiosi,<br />

le religiose, i diaconi, un rappresentante<br />

dei giovani ecc. Nei confronti<br />

degli operatori Pastorali<br />

Diocesani, il C.D.V. cerca la comunione<br />

attraverso una costante,<br />

reciproca informazione, l’offerta<br />

e la richiesta di collaborazione<br />

e soprattutto attraverso i convegni<br />

vocazionali da esso promossi.<br />

Con il criterio della comunione<br />

il C.D.V. si propone di superare,<br />

la dove fosse ancora necessario,<br />

progressivamente e senza<br />

forzature, due possibili<br />

mentalità non corrette, come la<br />

eccessiva preoccupazione per una Pastorale vocazionale<br />

Diocesana e una comprensibile mentalità<br />

di delega. Interessante a questo proposito l’esperienza<br />

recente del C.D.V della diocesi di Tivoli,<br />

che ha saputo proporre e promuovere, grazie anche<br />

ai seminaristi del Pontificio Seminario Leoniano<br />

di Anagni, dei fine settimana vocazionali, in diverse<br />

parrocchie del territorio diocesano, coinvolgendo:<br />

sacerdoti, parroci, religiosi e religiose, catechisti,<br />

gruppi parrocchiali e movimenti ecc. in tematiche<br />

di carattere vocazionale. Hanno inoltre promosso<br />

e animato la preghiera e la celebrazione dell’Eucaristia<br />

per questo fine. Nella nostra diocesi invece si realizza<br />

una settimana cosiddetta vocazionale presso<br />

il centro di spiritualità “S. Maria dell’Acero”; si<br />

tratta di una convivenza nella quale si riflette e<br />

si ascolta la Parola di Dio, che interpella anche<br />

oggi ragazzi e ragazze a seguirlo con gioia e generosità.<br />

Importante in questa esperienza è la presenza<br />

delle Suore Apostoline in quanto specialiste<br />

per carisma del ministero della formazione vocazionale,<br />

note per redigere la rivista di orientamento<br />

vocazionale “SE VUOI”. Queste sono alcune delle<br />

iniziative del C.D.V, ma sicuramente uno sguardo<br />

più allargato alle altre diocesi porterebbe a considerare<br />

tante a altre iniziative in merito, forse<br />

anche più valide delle due citate.

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