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Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.45 Pagina 29<br />
Aprile<br />
2011<br />
29<br />
L<br />
Sara Bruno*<br />
a morte di Gesù sulla croce costituisce<br />
l’immagine cardine dell’iconografia<br />
cristiana e quella sulla quale<br />
si concentra la contemplazione religiosa.<br />
Proprio per l’importanza che riveste, l’episodio<br />
è narrato da tutti gli evangelisti ed<br />
il racconto, così come il carattere iconografico che<br />
da questo si è sviluppato, ha riflettuto e continua<br />
a riflettere i caratteri dominanti del pensiero e del<br />
sentimento religioso di ogni periodo storico. Quando<br />
il cristianesimo era ancora una religione proscritta,<br />
la crocifissione non era raffigurata perché sostituita<br />
iconograficamente dall’agnello di Cristo<br />
accompagnato da una croce o dal semplice monogramma<br />
Chi-Rho.<br />
Subito dopo il riconoscimento della religione da<br />
parte di Costantino la croce continuò ad essere<br />
rappresentata senza la figura di Cristo, almeno<br />
fino al secolo VI quando iniziò a comparire nella<br />
maniera in cui la conosciamo: con la figura sofferente<br />
di Gesù. I primi esempi di rappresentazione<br />
sono negli avori intagliati, nei manoscritti<br />
e nelle decorazioni di oggetti in metallo. In questo<br />
periodo cominciano a comparire altre figure:<br />
la Madonna e San Giovanni, il centurione, il soldato<br />
che regge la spugna sulla canna, i ladroni<br />
e i soldati che giocano a dadi. Per molto tempo<br />
l’arte occidentale, sotto l’influsso bizantino, raffigurò<br />
Cristo vivo e con gli occhi aperti, un Salvatore<br />
trionfante con la corona sul capo.<br />
Dall’XI secolo la figura di Cristo si presenta emaciata<br />
e con il capo reclinato su una spalla; dal XIII<br />
secolo in poi sul capo compare la corona di spine.<br />
Da allora in poi questa fu l’iconografia predominante<br />
in tutto l’occidente. Durante il periodo medievale,<br />
quando l’iconografia della Crocifissione era abbastanza<br />
consolidata, le dottrine della fede si esprimevano<br />
anche tramite l’ausilio di simboli e allegorie<br />
e la scena con il Cristo crocifisso era ricca<br />
di elementi iconologici; dal rinascimento l’episodio<br />
cominciò ad essere arricchito da altre figure<br />
che si accalcavano sotto o intorno alla croce; nell’arte<br />
della Controriforma la figura di Cristo<br />
cominciò ad essere spesso raffigurata da sola, sottolineandone<br />
la sofferenza. I caratteri della Crocifissione<br />
si collegano strettamente alla dottrina cristiana:<br />
sacrificando se stesso sulla croce, Cristo ha reso<br />
possibile la redenzione dell’uomo, cioè la liberazione<br />
dal peccato dei progenitori che tutta l’umanità<br />
aveva ereditato. Sempre dal medioevo gli autori<br />
trovarono un collegamento tra la Caduta e la<br />
Crocefissione: il legno della croce proveniva dall’Albero<br />
della Conoscenza dell’Eden (o da un albero cresciuto<br />
da un suo seme) e il luogo in cui Gesù fu<br />
ucciso coincideva con il luogo della sepoltura di<br />
Adamo. Per questo il teschio raffigurato ai piedi<br />
della croce non alludeva soltanto al Golgota ( etimologicamente<br />
“luogo del teschio”) ma rappresentava<br />
il teschio stesso di Adamo. Al sangue versato da<br />
Cristo venne attribuito il potere di redimere: un concetto<br />
insito nel sacramento dell’eucarestia, e per<br />
questo nelle raffigurazioni della scena è spesso<br />
presente un calice, usato per raccoglierne le gocce;<br />
simbolo eucaristico e simbolo dell’intera Passio<br />
Christi. Il soggetto della crocifissione si è prestato<br />
spesso ad una raffigurazione simmetrica dei personaggi;<br />
spesso si trovano delle figure, una a destra<br />
e una a sinistra, o due gruppi che bilanciandosi<br />
tra di loro proiettano l’attenzione verso il centro,<br />
dove si trova il corpo sofferente di Gesù.<br />
In alcune raffigurazioni il lato in cui si trovavano<br />
i personaggi aveva un significato anche morale:<br />
il bene era alla destra del Salvatore ed il male alla<br />
sua sinistra. In tutti e quattro i Vangeli si parla dei<br />
due ladroni crocifissi con Gesù, uno alla sua destra,<br />
quello buono accolto in paradiso, ed uno alla sua<br />
sinistra, cattivo e quindi disceso agli inferi.<br />
Nel primo rinascimento i ladroni erano raffigurati<br />
inchiodati sulla croce ma con dimensioni più piccole<br />
rispetto alla figura di Cristo, in seguito per<br />
differenziarli dalla figura divina furono rappresentati<br />
legati alla croce. Nell’opera di Gavignano, in prestito<br />
temporaneo al Museo Diocesano per volere<br />
di Don Daniele Valenzi, l’iconografia è quella<br />
tipica dei due gruppi ripartiti sulla scena in maniera<br />
piuttosto asimmetrica. Sicuramente l’opera,collocabile<br />
cronologicamente a cavallo dei secolo XVII<br />
e XVIII, è stata realizzata da più mani, almeno da<br />
tre diversi artisti. La bipartizione Bene - Male non<br />
è data dai lati della croce ma sembra riguardare<br />
esclusivamente i personaggi. I soldati ed il ladrone<br />
cattivo hanno fattezze arabe e lineamenti che<br />
richiamano il mondo musulmano sconfitto durante<br />
la battaglia di Lepanto, ricordo presumibilmente<br />
ancora vivo dopo un secolo, perché testimonianza<br />
della vittoria della religione cristiana.<br />
Gesù sulla croce è sicuramente la parte più riuscita<br />
dell’opera, sembra rimandare stilisticamente e<br />
cromaticamente alla pittura della Controriforma,<br />
sia per l’uso dei colori, sia per il plasticismo della<br />
figura. L’artificio della scala sulla croce del ladrone<br />
buono, per farne scendere il corpo, e la posizione<br />
del cavallo dipinto di scorcio richiamano la<br />
pittura manierista e sembrano essere adottate più<br />
per mostrare l’abilità dell’artista che per una vera<br />
necessità. L’andatura sembra quasi essere a zigzag,<br />
tra gruppi e figure che si alternano su piani<br />
diversi, dando comunque unicità alla scena, almeno<br />
creativa. La raffigurazione della scena in orizzontale<br />
confluisce maggiore respiro all’orchestrazione<br />
generale e sembra stemperare le differenze stilistiche<br />
dei diversi autori. Conferisce inoltre equilibrio<br />
nonostante la molteplicità di personaggi e<br />
gruppi, come quello delle pie donne che sorreggono<br />
la Madonna, o il corpo abbandonato del ladrone<br />
cattivo sulla destra. Anche la luminosità sembra<br />
concentrarsi sulla figura di Cristo, pur con spazi<br />
di luce che illuminano tutti gli attori della scena.<br />
Nell’atrio del Museo, dove si trova questa tela,e<br />
che è dedicato proprio al tema della Crocifissione,<br />
sono visibili anche il Crocefisso ligneo restaurato<br />
proveniente dal Tempietto del Sangue e la<br />
Crocifissione della bottega di Antoniazzo Romano.<br />
Proprio quest’ultima opera, insieme alla Pergamena<br />
della Passione, sarà al centro dell’appuntamento<br />
di aprile de “L’arte al prezzo di un caffè”<br />
organizzata dai ragazzi del museo diocesano.<br />
Appuntamento dal 21 al 23 aprile,<br />
dalle 16.00 alle 18.00 per una visita guidata<br />
centrata sul tema cardine della nostra religione,<br />
anche in preparazione delle festività pasquali.<br />
*conservatore del Museo Diocesano