26.11.2014 Views

Scarica - Diocesi Velletri-Segni

Scarica - Diocesi Velletri-Segni

Scarica - Diocesi Velletri-Segni

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.32 Pagina 16<br />

Aprile<br />

16 2011<br />

don Antonio Galati<br />

«Io sono la risurrezione e la vita»<br />

(Gv 11, 25).<br />

Gesù è la vita donata<br />

dai sacramenti.<br />

Don Andrea Pacchiarotti<br />

“Io sono la risurrezione e la vita”. Questo quanto Gesù proclama: prima la risurrezione<br />

e poi la vita. Non nell’ultimo giorno bensì ora, perché la risurrezione<br />

è una esperienza che interessa il nostro presente e non solo il futuro. Tuttavia<br />

è esperienza comune vivere a volte una vita “addormentata”, chiusa nelle nostre<br />

sicurezze, centrata a tal punto su di noi che rischia di ristagnare in un sepolcro,<br />

luogo dove<br />

tutto marcisce,<br />

dove la nostra<br />

capacità di amare<br />

va incontro<br />

all’asfissia e alla morte. E ancora, può accadere che la nostra vita non profumi<br />

più di “vita nuova”, ma mandi cattivo odore. Eppure le lacrime di Gesù,<br />

la sua commozione smuovono la pietra… entra un raggio di sole, un grido di<br />

amico ha percuote il silenzio.<br />

Questo il miracolo di Gesù, miracolo che Egli continua a compiere davanti a<br />

i nostri sepolcri… a noi spetta accogliere il suo grido, far entrare la sua luce,<br />

diffondere il suo profumo, il profumo della vita nuova.<br />

La risurrezione di Lazzaro ci parla di vita risorta cioè vivere la vita stessa di<br />

Cristo: “per me vivere è Cristo” (Fil 1, 21).<br />

Il Vangelo ci ricorda che possiamo essere anche “chiusi” in un sepolcro, emanare<br />

il cattivo profumo del nostro metterci lontano da Dio, ma ecco che proprio<br />

Lui irrompe nella nostra vita e ci invita a riempire il nostro quotidiano di<br />

quelle cose che durano oltre la morte: riempire la nostra vita del profumo di<br />

Cristo. Non a caso, la liturgia bizantina il giorno della esaltazione della Croce<br />

copre di basilico (la pianta del re) e del suo profumo la croce, anzi ai fedeli<br />

che baciano la croce ne viene dato un rametto.<br />

La tradizione vuole che la Croce fu ritrovata da sant’Elena proprio grazie a<br />

questa pianta profumata. Per questo da sempre il basilico è il profumo della<br />

croce. Il luogo della morte di Cristo diventa sorgente di profumo.<br />

Potrebbe essere questo il segno di questa quinta domenica di quaresima, donare<br />

a tutti fedeli un rametto di basilico, ricordando che proprio Cristo è colui<br />

che da profumo alla nostra vita, profumo effuso per noi dalla Croce, profumo<br />

che ridesta vita dai nostri sepolcri.<br />

Il brano evangelico proposto dalla liturgia<br />

per la quinta domenica di quaresima<br />

è quello della risurrezione di Lazzaro<br />

(cfr. Gv 11, 1-45), che nella struttura del<br />

Vangelo secondo Giovanni è l’ultimo dei segni/miracoli<br />

compiuti da Gesù prima del suo ingresso a Gerusalemme.<br />

Inserito come brano evangelico della quinta domenica di<br />

quaresima, però, diventa anche l’ultimo segno/miracolo<br />

con cui si chiude il percorso di catechesi catecumenale<br />

in preparazione alla celebrazione dei sacramenti<br />

dell’Iniziazione Cristiana.<br />

Inserito in questo percorso catecumenale, il brano della<br />

risurrezione di Lazzaro rivela Gesù come il datore di vita,<br />

che la dona abbondantemente, tanto da far risorgere l’uomo<br />

dalla morte. Questo dono della vita nuova portata da<br />

Cristo è il compimento delle promesse fatte da Dio al suo<br />

popolo per mezzo del profeta Ezechiele (cfr. Ez 37, 12-<br />

14), che vengono riproposte all’ascolto dell’assemblea radunata<br />

nella Messa come prima lettura della<br />

Liturgia della Parola della quinta<br />

domenica di quaresima. Il Signore promette<br />

a Israele di farlo uscire dal sepolcro dell’esilio<br />

e riportarlo alla vita nella terra promessa.<br />

Al Nuovo Israele, che è la Chiesa,<br />

promette di donare ad ognuno il suo Spirito<br />

affinché l’uomo possa uscire dai sepolcri<br />

del male in cui si è rinchiuso con le proprie<br />

scelte e tornare alla vita nuova ricevuta<br />

nel battesimo, così come ai catecumeni<br />

invita a perseverare nel cammino di<br />

preparazione ai sacramenti per poter<br />

ricevere la vita nuova promessa a chi crede.Questa<br />

grande promessa della vita nuova<br />

è compiuta da Cristo che, risorgendo<br />

dalla morte, ha inaugurato i tempi ultimi,<br />

i tempi messianici in cui a tutti gli uomini,<br />

secondo il profeta Gioele, è donato lo Spirito di Dio<br />

(cfr. Gl 3, 1). Con l’Ascensione, il Signore resta in mezzo<br />

ai suoi e continua a santificarli con il suo Spirito, attraverso<br />

l’azione santificatrice della Chiesa, che si esercita<br />

pienamente nella celebrazione dei sacramenti, in primis<br />

quelli dell’Iniziazione Cristiana.<br />

In questo contesto, Lazzaro diventa figura di ogni cristiano<br />

che sta percorrendo il cammino quaresimale e catecumenale.<br />

Morto a causa della carne – le preoccupazioni che occupano<br />

ogni cuore umano – è invitato da Dio a risorgere,<br />

cioè a lasciare le bende e il sudario delle preoccupazioni<br />

che ne intralciano il cammino nella vita, per rinnovarsi,<br />

con la preghiera e la penitenza, nell’incontro liberante con<br />

il Signore, così da arrivare a Pasqua con il cuore libero<br />

di poter accogliere solo il messaggio liberante della vita<br />

che non può essere sconfitta e che, paradossalmente, proprio<br />

attraverso la morte si rinnova e diventa sorgente di<br />

vita per tutti.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!