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Aprile_11:Pag prova.qxd 02/04/2011 9.52 Pagina 33<br />

Aprile<br />

2011<br />

33<br />

Francesco Canali<br />

Una delle più antiche tradizioni<br />

religiose gavignanesi,<br />

è stata la<br />

Festa dell’Invenzione della SS.<br />

Croce (dal latino inventio, ritrovamento),<br />

ricorrenza nata per<br />

commemorare il ritrovamento della SS. Croce<br />

di Gesù Crocifisso, ad opera di Elena Flavia Giulia<br />

Augusta, madre dell’imperatore Costantino<br />

(ca.280-337).<br />

E proprio per onorare una reliquia così importante,<br />

Elena, proclamata santa dopo la sua conversione<br />

al cristianesimo, edificò a Roma la basilica<br />

di S. Croce in Gerusalemme, una delle più<br />

antiche del cristianesimo.Non conosciamo l’epoca<br />

in cui i gavignanesi hanno cominciato a<br />

festeggiare la ricorrenza, certamente a partire<br />

dagli inizi del ‘700 quando sulla cima del colle<br />

che sovrasta il paese, chiamato monte cotto, fu<br />

eretta una chiesolina, successivamente ingrandita<br />

e ampliata nel 1763, chiamata Chiesa del<br />

Calvario o della Croce, ove all’interno vi era un<br />

quadro rappresentante la Crocifissione e una<br />

statua di S. Antonio Abate. All’interno della chiesa<br />

si svolgevano infatti due importanti festività<br />

religiose e cioè la Festa dell’Invenzione della SS.<br />

Croce e quella di S. Antonio Abate, patrono degli<br />

animali che cadevano rispettivamente il 3 maggio<br />

e il 17 gennaio.<br />

La festa dell’Invenzione della SS.Croce, che vedeva<br />

la partecipazione di tutto il popolo e il clero<br />

al completo, aveva inizio con la processione che<br />

si snodava dalla chiesa arcipretale di S.Maria<br />

Assunta e si concludeva nella tarda serata con<br />

l’accensione di grandi falò o focaracci nei diversi<br />

rioni del paese al grido di “evvi, evvi, evviva<br />

la santa croci”, antico rito pagano propiziatorio<br />

di buoni raccolti e in particolare delle messi. La<br />

festa era anche allietata da “sbari di mortari”,<br />

piccoli fuochi artificiali” e la corsa di un “piccolo<br />

palio”. La ricorrenza, richiamava una tale moltitudine<br />

di fedeli da richiedere una “forza” per<br />

garantirne l’ordine pubblico. Così scriveva il gonfaloniere<br />

Desiderio Volpicelli in occasione della<br />

festa del 1832 al governatore di <strong>Segni</strong>: “Il giorno<br />

giovedì 3 corrente maggio, è in questa comunità<br />

una festa di precetto nella quale ha anche<br />

luogo una processione che dalla chiesa principale<br />

portasi a quella del Calvario. Poiché nel decorso<br />

di tal giorno tutto proceda con ordine e decenza,<br />

per rapporto di polizia amministrativa, veggo<br />

necessario di invocare la forza di tre o quattro<br />

individui che mantenga in tale occasione l’opportuna<br />

tranquillità”.<br />

Tra la fine del ‘700 e gli inizi del nuovo secolo<br />

in un clima di cauto riformismo, grazie all’opera<br />

dell’illuminato Segretario di Stato card.<br />

Ercole Consalvi (1757-1824), furono apportate<br />

importanti riforme sociali e religiose nello Stato<br />

della Chiesa come la decadenza della feudalità<br />

(1816) ecc. In questo nuovo clima, Pio VI con<br />

Breve del 23 maggio 1798, riduceva drasticamente<br />

le festività religiose di precetto portandole<br />

da 35 a 15 e tra queste anche quella<br />

dell’Invenzione della SS. Croce. Il decretò provocò<br />

però un tale malcontento tra la religiosissima<br />

popolazione di Gavignano, tanto da spingere<br />

nell’anno 1800 i rappresentanti della<br />

comunità ad inoltrare una supplica al nuovo pontefice<br />

Pio VII, affinché le due ricorrenze della festa<br />

dell’Invenzione delle SS. Croce e della Madonna<br />

di Rossilli fossero ripristinate come “ feste di precetto”.Questo<br />

il testo: “Giuseppe Cipriani,<br />

Filippo Pasquini e Giuseppe Marcelli pubblici rappresentanti<br />

di questa Comunità di Gavignano di<br />

Campagna , <strong>Diocesi</strong> di <strong>Segni</strong>, prostrati ai SS.<br />

Piedi della S.V. devotamente rappresentano a<br />

nome di tutto il popolo, che avendo la sorte di<br />

avere nel suo territorio un’antica miracolosa Immagine<br />

di Maria SS. esistente nella chiesa abbaziale di<br />

Rossilli dove si porta più volte l’anno a visitarla<br />

processionalmente e segnatamente nella terza<br />

festa della Pentecoste, in cui si celebra la festa<br />

della medesima. Avendo altresì la suddetta popolazione<br />

il vantaggio di avere poco lontano dal<br />

paese una chiesa dedicata alla Passione di Nostro<br />

Signore Gesù Cristo, detta chiesa del calvario,<br />

in cui si celebra la festa dell’Invenzione della SS.<br />

Croce e nella quale si va parimenti in processione<br />

a visitarla nella festa suddetta.<br />

Quindi, per eccitare maggiormente i divoti alla<br />

pietà e temendo che in avvenire si diminuisca<br />

la devozione verso la suddetta Sacra Immagine<br />

di Maria SS.ma e verso la chiesa del Calvario,<br />

non essendo di precetto le feste suddette, supplicano<br />

pertanto la S.V. a rimetterle di precetto”.<br />

La richiesta fu accolta il 13 luglio 1802 dalla<br />

Sacra Congregazione de’ Riti mentre il vescovo<br />

di <strong>Segni</strong>, mons. Paolo Ciotti, il 30 agosto 1807<br />

proclamava ufficialmente le due ricorrenze<br />

nuovamente feste “ de praecepto cum onere audiendi<br />

Sacrum et abstinendi ab operibus servilibus”<br />

e cioè con l’obbligo dell’ascolto della Santa Messa<br />

con l’astensione dal lavoro.La ricorrenza<br />

dell’Invenzione della SS. Croce è stata celebrata<br />

fino agli anni sessanta del secolo scorso quando<br />

nel 1970, in seguito alla riforma liturgico-pastorale,<br />

la festa veniva definitivamente cancellata<br />

dal calendario liturgico Rito Romano e con essa<br />

si spegnevano malinconicamente per sempre anche<br />

gli ultimi falò.<br />

Nell’immagine:<br />

Ritrovamento e ricognizione dell’autenticità della vera<br />

croce, 1452-66 Piero della Francesca, Arezzo

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