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Impatto Magazine: Gli indici statistici // N. #9 // 2 dicembre 2014

www.impattomagazine.it // info@impattomagazine.it // Impatto Magazine: Gli indici statistici. Questa settimana in primo piano: Ritorna il meeting dell'Opec, nasce l'asse Arabia Saudita - Stati Uniti per mettere in difficoltà Russia e Iran? Follow Us on Facebook: https://www.facebook.com/impattomagazine

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Redatto da<br />

Gennaro Battista<br />

<strong>Gli</strong> <strong>indici</strong> <strong>statistici</strong> combinano<br />

numerose misurazioni in un unico<br />

punteggio, fornendo così dei dati<br />

significativi e di semplice lettura a<br />

chi ne fa uso. Mettendo insieme vari<br />

parametri opportunamente pesati<br />

è possibile ottenere valutazioni<br />

sintetiche su qualsiasi argomento,<br />

e infatti esistono <strong>indici</strong> di tutti i tipi,<br />

dedicati alle più svariate questioni<br />

sociali: dall’istruzione sino alla<br />

misura della felicità. Negli ultimi<br />

vent’anni gli <strong>indici</strong> hanno goduto di<br />

un vero e proprio boom; piacciono<br />

così tanto da essere diventati il<br />

piatto principale attraverso cui si<br />

forma l’opinione pubblica. Dato ciò,<br />

migliorare il proprio posizionamento<br />

nei vari ranking è divenuto un<br />

obiettivo fondamentale dei policy<br />

<strong>Gli</strong> <strong>indici</strong><br />

istici<br />

maker occidentali.<br />

Indici virtuosi, l’esempio del PISA<br />

Ogni tre anni viene pubblicato<br />

il programma dell’OCSE per la<br />

valutazione internazionale degli<br />

studenti, il PISA: questo indice valuta<br />

il rendimento scolastico dei 15enni<br />

di quasi tutti i paesi del mondo,<br />

confrontandone le capacità di lettura<br />

e comprensione dei testi, le abilità<br />

matematiche e scientifiche. Si tratta di<br />

un indice estremamente meticoloso,<br />

che unisce decine di sottomisure<br />

opportunamente standardizzate,<br />

usufruendo di una metodologia chiara<br />

e illustrata anche nei suoi limiti.<br />

I ministri dell’istruzione dei paesi<br />

più sviluppati al mondo tengono in<br />

grande considerazione i dati forniti dal<br />

PISA. Nel 2001, quando fu pubblicata<br />

la prima classifica, stupì il basso<br />

posizionamento della Germania, di<br />

poco al di sotto della media OCSE<br />

in tutte le categorie. Bastò questo<br />

per convincere il governo tedesco a<br />

finanziare un programma di riforme<br />

dal valore di 4 miliardi di € che ha<br />

portato a risultati più che concreti.<br />

Oggi la Germania è nella TOP20 di tutte<br />

le classifiche, toccando addirittura<br />

la 12ma posizione nella categoria<br />

delle scienze. Risultati ancora più<br />

deprecabili furono quelli ottenuti<br />

dagli studenti italiani, ma nel nostro<br />

paese invece di criticare il sistema<br />

scolastico, chiaramente inefficiente e<br />

vetusto, a essere attaccato fu il metodo<br />

dell’analisi. Ancora oggi gli studenti<br />

meridionali si ritrovano con livelli<br />

di istruzione degni di un paese in via<br />

di sviluppo, solo i liceali del nordest<br />

possono vantare un’istruzione di<br />

livello europeo.<br />

Indici virtuosi, il caso del TIP - Il<br />

dipartimento di stato americano, ogni<br />

anno, pubblica un rapporto detto TIP<br />

(Trafficking in Person), che si occupa<br />

del dramma della tratta illegale degli<br />

esseri umani. I governi dei paesi in via<br />

di sviluppo vengono così classificati in<br />

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