Impatto Magazine: Gli indici statistici // N. #9 // 2 dicembre 2014
www.impattomagazine.it // info@impattomagazine.it // Impatto Magazine: Gli indici statistici. Questa settimana in primo piano: Ritorna il meeting dell'Opec, nasce l'asse Arabia Saudita - Stati Uniti per mettere in difficoltà Russia e Iran? Follow Us on Facebook: https://www.facebook.com/impattomagazine
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essere di ferro.<br />
Lentamente tutto torna<br />
alla normalità. Sono sola<br />
in quel vagone. Il treno<br />
comincia a fermarsi<br />
stazione dopo stazione.<br />
Metto le mani in tasca:<br />
cerco l’orologio. Sono<br />
curiosa di sapere che ora<br />
è. Le luci nel vagone si<br />
spengono. È buio.<br />
L’unica luce che scorgo è<br />
quella dei raggi del sole<br />
che provano ad entrare<br />
tunnel dopo tunnel. Le<br />
porte hanno ancora le<br />
sembianze di una<br />
serratura gigante. Le<br />
oltrepasso. Mi accorgo<br />
che ci sono delle persone.<br />
Sono statue di gesso<br />
dallo sguardo amorfo e<br />
senza vita. Sono l’unica<br />
alla quale batte il cuore.<br />
Non c’è più nessuno.<br />
Nemmeno il mondo c’è.<br />
Ci sono soltanto io. È la<br />
resa dei conti finale.<br />
Porte - il capotreno fischia<br />
e il viaggio ha subito inizio.<br />
Guardo fuori. Il treno è in<br />
una galleria. C’è pietra<br />
intorno e non c’è via<br />
d’uscita. Mi guardo intorno.<br />
Mi volto. Dietro di me tutto<br />
è in miniatura. Mi spavento<br />
e inizio ad andare veloce.<br />
Vedo una luce provenire<br />
dall’ esterno. Non mi<br />
sembra il sole. Mi affaccio al<br />
finestrino. Il treno sta<br />
prendendo colore, si sta<br />
velocemente vestendo di<br />
toni psichedelici, quasi<br />
sembra virtuale. Le persone<br />
sono tornate vive.<br />
Improvvisamente si alzano<br />
tutti. Odo in lontananza<br />
applausi e fischi. Al centro<br />
trovo la vecchina con in<br />
mano una busta dalla quale<br />
tira fuori mele rosse che<br />
rotolano sul pavimento<br />
gommoso. Saranno<br />
all’incirca più di un<br />
centinaio di mele.<br />
Lentamente i passeggeri si<br />
mettono in fila davanti a lei<br />
ballando la samba e<br />
schioccando le dita sul<br />
percorso tracciato dai frutti<br />
del peccato. Sento dentro di<br />
me una musica che parte.<br />
Mi volto e vedo un’altra fila<br />
di passeggeri. Come in una<br />
catena di montaggio,<br />
ognuno coreograficamente<br />
si passa i miei dolci. Il<br />
penultimo della fila li<br />
poggia uno ad uno sul capo<br />
prima di riporli nel vassoio<br />
di cartone che non è più<br />
bagnato. Quando l’ultimo<br />
pasticcino ha concluso la<br />
coreografia, tutti i<br />
passeggeri si uniscono in un<br />
trenino di festa che si<br />
muove lungo tutto il<br />
vagone. Avanzano verso di<br />
me. È il mio pensiero che li<br />
dirige. Passato e presente<br />
stanno per scontrarsi. Io al<br />
centro. Hanno il potere<br />
schiacciarmi. A me la scelta.<br />
Urlo e tutto si ferma. Le<br />
porte del treno si aprono.<br />
Mi volto. Non c’è più<br />
nessuno. Le due file sono<br />
sparite. Intravedo il nome<br />
di una stazione: la vecchina<br />
scende. Mi affaccio di<br />
nuovo al finestrino: il treno<br />
è, di nuovo, il freddo<br />
prodotto di un progetto<br />
ferroviario. Il mio volto è<br />
riflesso nel vetro: un paio<br />
di orecchini di perla<br />
adornano i miei lobi<br />
insieme alle cuffiette. Una<br />
nuova fermata: il bambino<br />
con il libro indaco, mano<br />
nella mano con la sua<br />
mamma, scende. Ci vuole<br />
ancora un po’ affinché<br />
giunga anche il mio turno.<br />
Edifici, campi di grano,<br />
laghi e strade sembrano<br />
scarabocchi di velocità fino<br />
a quando non assumono<br />
l’aspetto che tutti<br />
conosciamo quando anche<br />
il folle giullare delle calze<br />
conclude il suo viaggio.<br />
Una mela che rotola sul<br />
pavimento accompagna la<br />
mia attesa. I suoni<br />
dell’Africa annunciano la<br />
mia destinazione. Le porte<br />
impiegano qualche minuto<br />
per aprirsi. Si fondono e si<br />
trasformano di nuovo in<br />
una grande serratura fino<br />
ad aprirsi. Mi diramano<br />
qualche scalino che solco<br />
quasi con dispiacere. Non<br />
ho più paura.<br />
Surreale - tutto si<br />
trasforma all’interno.<br />
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