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Impatto Magazine: Gli indici statistici // N. #9 // 2 dicembre 2014

www.impattomagazine.it // info@impattomagazine.it // Impatto Magazine: Gli indici statistici. Questa settimana in primo piano: Ritorna il meeting dell'Opec, nasce l'asse Arabia Saudita - Stati Uniti per mettere in difficoltà Russia e Iran? Follow Us on Facebook: https://www.facebook.com/impattomagazine

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un miraggio: le rotaie<br />

annunciano che il treno<br />

sta arrivando. Come un<br />

salame di cioccolato<br />

arriva accompagnato<br />

dallo Small Town Boy dei<br />

Bronski Beat. I piedi dei<br />

pendolari che si<br />

affrettano a raggiungere<br />

il vagone sembrano<br />

andare a tempo di musica<br />

e coreograficamente si<br />

accompagnano a quelli di<br />

coloro appena giunti in<br />

stazione. Consapevole<br />

che tutto resterà<br />

immutato per almeno<br />

cinque minuti, mi alzo<br />

con calma. Presto<br />

attenzione al goloso<br />

contenuto della mia<br />

borsa e, accompagnata<br />

dall’alone di profumi,<br />

salgo sul treno e tra una<br />

spallata, un colpo di<br />

ascella e di aliti che non<br />

ricordano rose e violette,<br />

riesco a dispormi vicino<br />

Pastarelle - custodite nella mia<br />

borsa di cuoio bella pulita.<br />

al finestrino. Non mi è dato<br />

di sapere se arriverò o meno<br />

in tempo all’appuntamento<br />

e pertanto spoglio il mio<br />

polso dall’orologio pirate<br />

black, il colore preferito dei<br />

Punk del 1978. Mi è stato<br />

regalato da una parente che<br />

nel 1978 ha vissuto a Londra<br />

facendo propria la filosofia<br />

di vita cantata dai Sex<br />

Pistols. É un po’ sua la colpa<br />

del mio modo di vedere la<br />

vita e dello sguardo perso<br />

che assumo quando osservo<br />

le persone attraverso i vetri<br />

delle finestre dei vagoni<br />

ferroviari. Scarpe, ginocchia<br />

e volti che dietro la serietà<br />

delle labbra chiuse<br />

nascondono una storia. Le<br />

porte si chiudono, il<br />

capotreno fischia. Il viaggio<br />

ha inizio e io incomincio a<br />

fantasticare che il mio<br />

momento preferito non è<br />

lontano: il treno è quasi<br />

arrivato a destinazione e se<br />

qualcuno scende, di certo,<br />

potrò sedermi. La verità è<br />

che per arrivare alla fermata<br />

di mio interesse, occorre<br />

circa mezz’ora. L’occhio nel<br />

cielo, l’Eye in The Sky degli<br />

Alan Parson Project mi<br />

riporta alla realtà dei fatti: il<br />

treno non ha fatto sosta alla<br />

prima fermata. Ha<br />

continuato a proseguire.<br />

Quel che mi suscita<br />

disappunto è che nessuno<br />

dei passeggeri sembra<br />

essersi accorto della cosa.<br />

Probabilmente qualcuno<br />

comincerà a scendere alla<br />

fermata successiva.<br />

Placando i battiti cardiaci,<br />

continuo il mio gioco<br />

preferito: osservo mani,<br />

piedi, occhi, teste. Il<br />

divertimento si interrompe<br />

perché si avvicina a me<br />

l’anziana donna alla quale<br />

non ho ceduto il posto<br />

quando il treno si faceva<br />

attendere. Avvicina il suo<br />

volto a me come in uno<br />

zoom. Pochi centimetri<br />

dividono i nostri occhi. Non<br />

emette alcun suono, eppure<br />

mi parla: mi dice che sono<br />

io che sto conducendo il<br />

viaggio. Sta a me decidere<br />

dove far arrivare il treno<br />

che si fermerà solo quando<br />

sarò io a volerlo. É il viaggio<br />

del cambiamento. Mentre<br />

nei tunnel del suono<br />

penetra un pezzo di musica<br />

Chill out, da grigio e bianco<br />

il vagone assume i toni di<br />

un arcobaleno di luci al<br />

neon. Fuori il cielo si colora<br />

di arancione mentre il sole<br />

sembra un piatto di carta<br />

dipinto con tempera gialla.<br />

I pali ai quali i passeggeri si<br />

mantengono hanno le<br />

fattezze di una canna di<br />

bambù. Il colletto di<br />

volpino della vecchina ora<br />

è orchidea radiante. Con<br />

sorprendente agilità<br />

comincia una lunga corsa<br />

lungo il vagone che di tanto<br />

in tanto interrompe<br />

slittando e sgommando<br />

con le scarpe di velluto<br />

nero con la suola quasi<br />

staccata. Le avrà comprate<br />

per pochi euro in un<br />

mercatino dell’usato.<br />

Questo non ha importanza<br />

perché sfoga la sua follia<br />

staccando l’unico sedile<br />

non occupato lanciandolo<br />

Panchine di attesa<br />

una stazione sperduta<br />

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