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MANUALE SULLA GESTIONE SOSTENIBILE DEI VIVAI - Ce.Spe.Vi.

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4. RIUTILIZZO <strong>DEI</strong> SUBSTRATI<br />

(S. Pecchia, G. Patalano, G. Vannacci)<br />

Sommario<br />

4.1. Problemi fitopatologici dei substrati di recupero nel florovivaismo.<br />

Il substrato tipico impiegato nel vivaismo ornamentale in Toscana è composto da torba (materiale<br />

fossile, quindi una risorsa non rinnovabile) e pomice (materiale drenante) che sono componenti<br />

sempre più scarsi e costosi. Poter riutilizzare il substrato recuperato dagli scarti di produzione<br />

(piante invendute) appare, pertanto, una operazione molto interessante per gli evidenti riflessi sui<br />

costi di produzione (i substrati hanno costi che si aggirano su 50-100 euro/m 3 ) e di smaltimento in<br />

discarica e più in generale sul consumo di torba nel settore vivaistico.<br />

Poiché il procedimento più diffuso di recupero degli scarti di produzione è costituito da una<br />

triturazione degli scarti (seguito da una vagliatura), il terriccio riciclato ha in genere una<br />

granulometria molto fine ed è abbastanza compatto. Pertanto, può essere necessario prevedere nella<br />

miscela una maggiore quantità di materiale drenante (pomice) e/o modificare ad hoc il regime<br />

irriguo (irrigando, ad esempio, meno frequentemente).<br />

In letteratura non sono molti i lavori condotti per valutare gli effetti di una coltivazione<br />

relativamente lunga (molti mesi, come accade nel caso delle piante ornamentali in vivaio) e non si<br />

conoscono lavori su substrati sottoposti, a fine coltura, a trattamenti meccanici relativamente<br />

drastici come quelli sopra indicati. Le modificazioni delle proprietà fisico-chimiche nel sistema<br />

sono provocate dall’irrigazione, dalla concimazione, dall’accrescimento delle radici e dalle<br />

escursioni termiche. Tali trasformazioni consistono, in genere, nel compattamento, nella perdita del<br />

materiale, nell’alterazione della dimensione delle particelle, nella modifica dei rapporti volumetrici<br />

tra i diversi materiali (deriva in basso delle particelle più piccole), nella diminuzione della capacità<br />

dell'aria (diminuzione della porosità libera) e nel conseguente aumento della capacità di ritenzione<br />

idrica. Nei substrati a base di torba si ha, nel tempo, una notevole diminuzione della capacità per<br />

l’aria, soprattutto nel caso di materiali poco fibrosi, con rischi di asfissia radicale per la pianta. Si<br />

hanno anche modifiche chimiche, costituite in genere da un aumento del pH e della salinità, che<br />

sono comunque più facili da correggere attraverso opportune correzioni dell’acqua irrigua o di<br />

fertirrigazione.<br />

Uno dei punti critici individuati nel processo produttivo della filiera florovivaistica è quello relativo<br />

ai substrati delle piante allevate in contenitore. Tali substrati infatti, prima di un loro eventuale<br />

riutilizzo, dovrebbero essere rigenerati e sterilizzati per prevenire l’insorgenza di numerose<br />

problematiche fitopatologiche e di flora spontanea.<br />

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