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MANUALE SULLA GESTIONE SOSTENIBILE DEI VIVAI - Ce.Spe.Vi.

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Ambiente ideale per l’insediamento e la diffusione di Phytophthora spp. è il vivaio, per la presenza<br />

di materiale di varia origine (es. geografica) allevato in spazi piuttosto ristretti con condivisione<br />

dell’acqua di irrigazione e quella di scolo.<br />

Diverse sono le specie di Phytophthora segnalate nel nostro Paese in ambiente vivaistico. Per lo più<br />

si tratta di specie polifaghe eterotalliche. Tra quelle più comunemente isolate si riportano ad<br />

esempio P. nicotianae su pittosporo, forsithia, mirto, eucalipto lavanda; P. palmivora su edera<br />

pittosporo, mirto, lavanda ed altre specie ornamentali; P. cryptogea su lentisco; P. cinnamomi su<br />

Chamaecyparis e su viburno; P. ramorum (patogeno considerato da quarantena) su rododendro. Tra<br />

le specie omotalliche si ricorda P. cactorum su viburno e come segnalazioni sporadiche P. italica su<br />

mirto e P. hedraiandra su viburno.<br />

La trattazione degli ospiti e dei danni legati a infestazioni di specie polifaghe di Phytophthora<br />

potrebbe essere molto più lunga ed includere anche P. cactorum, e P. citricola, oltre alla già<br />

menzionata P. cinnamomi, tra le specie più comunemente presenti sul materiale vivaistico del<br />

nostro Paese. Di fatto, la potenziale diffusione di queste specie su ospiti nuovi, ovvero in aree<br />

ancora indenni, come pure il rischio di ibridazione tra specie diverse in un ambiente come il vivaio,<br />

così ricco di specie vegetali, spesso provenienti da paesi diversi, allevate con elevata densità e non<br />

di rado sovra-irrigate, costituisce un tema allarmante che andrebbe tenuto ben presente, al fine di<br />

evitare diffuse e gravi morie a carico del patrimonio verde nazionale originate dalla semplice<br />

commercializzazione di materiale infetto.<br />

Sia in vaso sia in pieno campo, gli attacchi più gravi avvengono in presenza di elevati valori termoigrometrici<br />

(tipici delle serre) ed in terreni eccessivamente umidi e con frequenti ristagni d’acqua.<br />

Le prime infezioni sono prodotte dalle oospore presenti nel terreno mentre la diffusione della<br />

malattia avviene, per mezzo di altre forme di spore, tramite l’acqua di irrigazione e le piogge. Il<br />

patogeno presente nel terreno si insedia sulla pianta ospite attraverso le ferite create nella regione<br />

del colletto durante il trapianto o nel corso delle operazioni colturali. Le piante colpite avvizziscono<br />

e muoiono in breve tempo.<br />

Verticillium dahliae e V. albo-atrum. Si tratta di due specie che si caratterizzano per la produzione<br />

di abbondanti conidi su conidiofori portati in “verticilli”. Dei due patogeni tracheomicotici, V.<br />

dahliae è il più termofilo e nel suolo produce microsclerozi, organi di sopravvivenza di diametro di<br />

50-200 μm. V. albo-atrum è presente in climi più freschi e non forma microsclerozi ma solo micelio<br />

durevole, ispessito e scuro. I patogeni infettano numerosissime specie, provocando deperimento ed<br />

avvizzimento, essendo agenti di tracheomicosi. La penetrazione nella pianta avviene tramite<br />

l’apparato radicale e anche per ferite causate nella zona del colletto. Anche i nematodi possono<br />

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