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Scultori in <strong>Toscana</strong><br />
Kevo<br />
Bisenzio, Cappella Villa Rucellai (2012);<br />
All’ombra degli etruschi, personale, Dicomano,<br />
Museo Etrusco, Palazzo Comunale<br />
(2012); Una favola moderna, personale,<br />
Pontassieve, Sala Eroine, Palazzo Comunale<br />
(2012); Tra forma e sintesi, personale, Vicchio<br />
del Mugello, Museo Casa di Giotto<br />
(2012); Legno e colore in Viterbo, personale,<br />
Viterbo, Museo Colle del Duomo (2013);<br />
Naturalmente arte, personale, Firenze, Museo<br />
di Storia Naturale La Specola (2013);<br />
Arte da Firenze, Bratislava, Slovacchia<br />
(2013); Omaggio al ciclismo ricordando<br />
Gino Bartali, Firenze, Ciclomuseo Gino Bartali<br />
(2014); mostra personale, Poppi, Galleria<br />
Comunale d’Arte Contemporanea, Palazzo<br />
Giorgi (2014); I due volti dell’arte,<br />
personale, Carpi, Palazzo dei Pio (2014). Più<br />
volte finalista del Premio Firenze, tra il<br />
2009 e il 2014, ha vinto il secondo e il terzo.<br />
Nel 2010 ha donato l’opera "La fatica" al<br />
Comitato provinciale del Ciclismo Fiorentino<br />
e nel 2012 l’opera "Il navigatore" al Palazzo<br />
Municipale Sansoni Trombetta, nel<br />
comune di Pontassieve.<br />
Don Chisciotte, 2014, pino e ottone, cm. 100<br />
Non si può dire che sia un conservatore: il<br />
suo approccio alla scultura non ha nulla di<br />
convenzionale o di retorico; al contrario, le<br />
uniche regole in cui si riconosce sono quelle<br />
che lui stesso ha tratto dall’esperienza. In<br />
effetti, è più corretto definire Kevo un “rivoluzionario<br />
moderato” che, pur agendo in<br />
piena libertà da qualunque schema, non rinuncia<br />
ad una rigorosa concezione del lavoro<br />
artistico. (…) Il suo obiettivo è operare<br />
una sintesi fra tradizione e rinnovamento,<br />
pur conservando un’originalità che lo<br />
emancipa da qualunque etichettatura. (…)<br />
Scegliendo il legno quale unico mezzo<br />
espressivo, Kevo dimostra di voler preservare<br />
i valori di un’arte antica quanto l’uomo<br />
per aggiornarli ai canoni dell’estetica moderna.<br />
Non è un caso che i suoi esordi siano legati<br />
alla scultura primitiva, da cui ha attinto quell’arcaismo<br />
della forma che connota in maniera trasversale<br />
e con episodi assai diversi l’intero suo<br />
percorso. (…) Le opere degli ultimi anni rappresentano,<br />
infatti, l’espressione più compiuta e, per<br />
molti aspetti, più riuscita della volontà - da sempre<br />
presente nel suo lavoro - di affrancare la scultura<br />
dalla contingenza del tempo e dello spazio<br />
per farne veicolo di una verità atemporale, originaria,<br />
imperitura. (…) Proseguendo in quest’analisi,<br />
incontriamo "Ballerina" (2008), "Il pesce"<br />
(2008) e "Madre con bambino" (2011), da cui si<br />
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