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Scultori in <strong>Toscana</strong><br />
Patrizia Pandolfini<br />
La ragione dell’immaginare<br />
Patrizia Pandolfini Renzi propone con la propria<br />
opera un intervento nel quale la partecipazione<br />
è non solo prevista ma diviene un aspetto<br />
sostanziale. Gli oggetti che la costituiscono,<br />
realizzati utilizzando esperienza tanto figurative<br />
quanto astratte, esemplano ipotesi di percorsi,<br />
quasi sentenze, organizzando e qualificando<br />
uno spazio. Così un’introduzione è data<br />
da figure risolte con estrema sintesi volumetrica<br />
dello scabro modellato delle superfici, che<br />
suggeriscono profonde radici culturali e tendono<br />
a definire e/o rivendicare la continuità<br />
storica di una civiltà. Altri oggetti si assestano<br />
e si risolvono in solidi geometrizzanti: proprio<br />
per le caratteristiche delle capacità di comunicazione<br />
data dalla forma razionale possono<br />
essere ricollocati, postulando appunto interventi.<br />
La elementarità strutturale e la potenzialità<br />
delle ricollocazione si definiscono come<br />
l’avvio, attraverso l’astrazione, della ricerca di<br />
un nuovo linguaggio, più intimamente funzionale<br />
alle istanze poetiche determinate dalla<br />
personalità dell’artista, i cui segni vengono<br />
proposti in un ulteriore gruppo di oggetti dalla<br />
potente monumentalità e notevole carica di<br />
suggestione emotiva. Patrizia Pandolfini Renzi<br />
affronta quindi alcuni aspetti centrali del dibattito<br />
sul fare artistico e sulla comunicazione,<br />
offrendo anche percorsi di approccio che ne<br />
rendono molto correttamente non esclusiva la<br />
partecipazione.<br />
Ugo Barlozzetti Nudo, 2006, terracotta, cm. 130<br />
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