Autorità di Bacino nella Regione <strong>Lazio</strong>VTRIRMInterregionale FioraRegionale <strong>Lazio</strong>FRNazionale Liri Garigliano VolturnoNazionale TevereLTInterregionale Trontolimiti provincialil’Unione Province Italiane).Taledefinizione è stata scelta per estendere, conil termine “potenziale”, il concetto dirischio anche alla pericolosità ed inoltreper contemplare la possibilità che laperimetrazione comprenda anche settorinon interessati da alcun dissesto (ipotesiconfermata da diverse Autorità, poiché lemetodologie utilizzate per perimetrareintroducono quasi sempre un margined’incertezza). Dallo studio emerge che,nella nostra Regione, in 366 comuni, cioèil 96,8% <strong>del</strong> totale, è presente almenoun’area a rischio potenziale (ricadente, adesempio, in “Fascia A” ovvero in un’areaesondabile per tempi di ritorno <strong>del</strong>la pienadi 50 anni, o su un versante interessato dauna frana attiva o quiescente).Complessivamente le aree in dissestoidraulico o geomorfologico interessanouna superficie pari a circa 1.252 km 2 checostituisce il 7,4% <strong>del</strong>la superficieregionale, di cui il 5,3% è relativo solo allefrane.Tale valore risulta alquanto inferiorea quello rilevato in altre Regioni con parilivello d’avanzamento degli studi.Dall’analisi <strong>dei</strong> dati storici contenuti nelprogetto AVI <strong>del</strong> CNR-GNDCI risultache, dal 1901 al 1990, sono circa 1074 lesegnalazioni di calamità naturali censite,273 <strong>del</strong>le quali si riferivano a frane e 483 apiene eccezionali o esondazioni.Nel triennio di finanziamento 1998-2000,con il D.L. 180/98 sono stati finanziati allaRegione <strong>Lazio</strong> 64 interventi urgenti per lariduzione <strong>del</strong> rischio idrogeologico per unammontare di oltre 33 milioni di euro.Trai più significativi si segnalano gli interventidi sistemazione idrogeologica nei comunidi Santa Marinella (RM) per 2 milioni dieuro, di Fiamignano (RI) per 1 milione dieuro e di Fabrica (VT),Allumiere (RM),Castel S. Elia (VT) e Bomarzo (VT) percirca novecentomila euro ciascuno.Successivamente sono stati trasferiti allaRegione fondi residui sulle annualità1999-2000, unitamente a nuovi fondi residisponibili per le medesime finalità dalD.L. 279/2000 “Decreto Soverato”, per unimporto globale pari ad oltre 9 milioni dieuro. Infine, con i fondi stanziati dallaLegge 179/02 - Collegato ambientale allafinanziaria, sono stati assegnati alla nostraRegione ulteriori 21.962.000 euro.Questi dati pongono in essere unadoverosa riflessione in ordine alla necessitàdi ridurre i livelli di rischio per lepopolazioni, non solo tramite opere didifesa passiva, ma tramite organici piani diinterventi che integrino le necessarie difesedegli insediamenti esistenti, con interventinon strutturali a carattere preventivo, qualiidonee misure di salvaguardia <strong>del</strong>territorio, manutenzione ordinaria <strong>dei</strong> corsid’acqua e <strong>dei</strong> versanti e <strong>del</strong>le opereesistenti, <strong>del</strong>ocalizzazione, ove necessario, diinsediamenti ed attività, potenziamento<strong>del</strong>le reti di monitoraggio e <strong>dei</strong> sistemi dipreallertamento, <strong>tutto</strong> questo al fine dieliminare gli attuali gravi squilibriidrogeologici e di contenere “costi” nonpiù sostenibili per l’intera comunità.Tutte le Autorità di Bacino presenti nellaRegione hanno adottato il progetto di PAI(solo il Tronto, che è in una fase piùavanzata, ha già adottato il Piano). Ilperiodo per le osservazioni, iniziato all’atto<strong>del</strong>la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale,si è concluso e l’iter prevede adesso losvolgimento <strong>del</strong>la conferenzaprogrammatica da parte <strong>del</strong>la Regione.I PAI, una volta approvati, porranno inessere l’insieme di misure non strutturali(norme d’uso <strong>del</strong> suolo nelle aree indissesto idrogeologico, nelle fasce fluviali,nelle aree a rischio idrogeologico, normeed indirizzi per interventi dimanutenzione, di rinaturazione, per operepubbliche, urbanistici, di monitoraggio) estrutturali (programmazione interventi erelativi fabbisogni finanziari) conl’obiettivo primario di garantire nelterritorio <strong>del</strong> bacino un livello di sicurezzaadeguato rispetto ai fenomeni di rischioidraulico ed idrogeologico.Il quadro <strong>dei</strong> fabbisogni finanziariprospettato nei PAI <strong>dei</strong> bacini ricadenti nelterritorio <strong>del</strong>la Regione prevedono unfabbisogno complessivo che supera i 500milioni di Euro per raggiungere, nell’arcodi un ventennio, condizioni di sicurezzaidrogeologica accettabili.professioneGeologo 3-2003 21
L’argomentoparliamo di...Erosione eripascimento<strong>del</strong>le coste lazialiI litorali laziali presentanotratti di pregio naturalisticodi alto livello, ma soffronoanche di una fragilità difronte alla normale azione<strong>del</strong> mare ed alla sconsiderataazione <strong>del</strong>l’uomo che negliultimi decenni ha impostoscelte pianificatorie sbagliate.Vediamo i rimedi chesi stanno eseguendoper mitigare il rischiodi erosione <strong>del</strong>le costenella nostra Regione.Massimo Gabellinigeologo presso l’ICRAM di Roma,m.gabellini@icram.orgPaolo Lupinoingegnere presso il Dipartimento OO.PP. - Regione <strong>Lazio</strong>,plupino@regione.lazio.itLuisa Nicolettibiologa presso l’ICRAM di Roma,l.nicoletti@icram.orgLa costa laziale si sviluppa per circa 300km (350 km comprese le isole pontine)con ampi tratti costituiti da spiagge (circa230 km). Il litorale si suddivide in 6 grandifalcate contraddistinte dalle propaggini <strong>dei</strong>monti <strong>del</strong>la Tolfa (Capo Linaro), dalla Foce<strong>del</strong> Tevere, da Capo d’Anzio, dal Circeo eda Gaeta.Dall’esame sistematico <strong>del</strong>la cartografia,dalle segnalazioni provenienti dal territorioe dalla constatazione diretta, si rilevanocirca 120 km di litorale in erosione cronica,con trend erosivi che vanno da 3.000mc/anno/km (Anzio, Formia) fino a20.000 mc/anno/km (Focene, Ostia).Il problema <strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong>le coste haassunto un carattere emergenziale diesigenza sociale a partire dagli anni ’60-’70per una serie di fattori diretti ed indirettitra cui possono essere indicati comeprincipali:• decremento generalizzato <strong>del</strong> trasportosolido da parte <strong>dei</strong> fiumi per effetto didighe, <strong>del</strong>le escavazioni di inerti daglialvei, <strong>del</strong>la protezione <strong>del</strong> suolonell’entroterra con conseguenteinversione di tendenza di molti litorali (daavanzamento a regressione)• incremento <strong>del</strong>l’urbanizzazione <strong>del</strong>lacosta con distruzione <strong>del</strong>le dune (riservanaturale di sabbia per la compensazionedi eventi estremi) e realizzazione di opererigide nei pressi <strong>del</strong>la battigia (muri dicontenimento, scogliere, ecc.)• incremento <strong>del</strong>le affluenze turistiche connuova richiesta di aree per le attivitàbalneari.Questi fattori derivano da cause di ordinegenerale e riguardano precise scelte disviluppo socio-economico su cui sarebbeopportuno riflettere per trovare rimedi chene attenuino gli effetti più rovinosi.Gli effetti di tali scelte hanno comportato,nelle aree litoranee, deficit strutturali didimensioni così macroscopiche da nonpoter essere più affrontati con logiche didifesa passiva e locale tendenti a diminuireo contenere i fenomeni erosivi.Per fronteggiare il problema la Regione<strong>Lazio</strong> ha intrapreso un programmacontraddistinto da tre attività principali diverifica:• Verifica <strong>dei</strong> fabbisogni: l’esame <strong>del</strong>lebasi cartografiche e <strong>del</strong>le foto aereeconsente un confronto <strong>del</strong>le linee di rivae la loro evoluzione nel tempo (analisidiacroniche). Questo sistema haconsentito di valutare a larga scala lo stato<strong>dei</strong> litorali e di conseguenza di definire lemacro-esigenze che costituiscono ilpunto di partenza per i programmi diintervento.• Verifica <strong>dei</strong> sistemi di difesa adottati:per organizzare un programma organicodi interventi è necessario usciredall’ambito <strong>del</strong>le sperimentazioni a <strong>tutto</strong>campo ed operare <strong>del</strong>le scelte di indirizzogiustificate dall’oggettivo esame <strong>dei</strong>22 professioneGeologo 3-2003