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La Gregoriana Anno XVIII - n.44 - Maggio 2013 - Pontifical ...

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VITA ACCADEMICAUna Facoltà per ritrovareil senso della Missionedi ILARIA MORALIDirettore del Dipartimento di MissiologiaIn occasione degli 80 annidalla sua fondazione, la Facoltàdi Missiologia ha avviatoun rinnovamento con l’istituzionedei Dipartimenti di Missiologiae di Teologia delle Religioni.A inaugurarli, tre giornatedi studio sul tema Missione,Chiesa e Teologia a 50 anni dalConcilio Vaticano IIOttanta anni dopo la sua fondazione, avvenuta il 7 agosto 1932 surichiesta di Papa Pio XI a P. Ledóchowski, allora Generale dellaCompagnia di Gesù, la Facoltà di Missiologia ha varato un progettodi riforma che vede nella costituzione di due differenti dipartimenti– Missiologia e Teologia delle religioni – un primo segno disvolta. Tale cambiamento avviene a ridosso dell’anniversario conciliaree in coincidenza con l’<strong>Anno</strong> della Fede, introducendo il qualeBenedetto XVI ha ricordato che «la Chiesa, in tutte le sue componenti,ha il compito, il mandato di trasmettere la parola dell’amoredi Dio che salva» (Udienza Generale, 10 ottobre 2012).Si può dunque comprendere perché, nell’inaugurare questo suonuovo percorso, la Facoltà abbia voluto offrire tre giornate di studiosul tema Missione, Chiesa e Teologia a 50 anni dal Concilio Vaticano II(28-30 novembre 2012). Una delle priorità inscritte nella sua stessastoria è infatti quella di adoperarsi affinché la missione della Chiesasia sempre al centro dell’attenzione della riflessione e della ricercaaccademica, tanto nella declinazione più tradizionale della Missioad Gentes, quanto nella più recente Nuova Evangelizzazione, nonchéin relazione a temi di frontiera come la Teologia delle Religioni.Una Facoltà alla periferia del sapere teologico?Già nel 1960, nella prefazione al volume di Studia Missionaliaper i primi 25 anni della Facoltà, il Rettore Paolo Muñoz Vegaspiegava che a servizio della stessa Chiesa «non esistono né barrierené dei limiti tra le diverse facoltà né tra le loro attività rispettive»e, d’altra parte, che i problemi inerenti alla missionenon costituiscono «una “riserva di caccia” per i soli professori estudenti della Facoltà di Missiologia» (Studia Missionalia 10 [1960]III,V). Un richiamo molto forte, ma non del tutto nuovo. Già all’iniziodegli anni Quaranta, il gesuita P. Henri de Lubac, a chigli aveva chiesto di spiegare “perché le missioni”, aveva rispostoche il solo fatto di doversi porre una tale questione era «un paradossoe quasi uno scandalo [...] tanto l’opera missionaria è cosaessenziale e centrale, tanto sembra impossibile parlare dellaChiesa, fosse nel modo più rudimentale, senza far entrare le missioninella sua stessa definizione». Proseguiva con una punta dipolemica Padre de Lubac -numerose opere trattano della chiesasenza neanche abbordare il problema missionario [...] i trattatiteologici essi pure sono in proposito quasi muti, – e io dico quasi,per eufemismo» 1 .1HENRI DE LUBAC, «Le Fondement théologique des missions (1941 et 1946)», in Théologie dansl’histoire (Paris : Desclée de Brouwer 1990) 159-219.18 | 44/<strong>2013</strong>

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