Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier
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Degustazioni<br />
Le nobili<br />
Bollicine<br />
dall’Alto Adige<br />
NEL SUD TIROLO<br />
LA VOCAZIONE SPUMANTISTICA<br />
NASCE A FINE OTTOCENTO<br />
E OGGI IMPREZIOSISCE L’OFFERTA<br />
SEMPRE PIÙ ARTICOLATA DI QUESTA<br />
MAGNIFICA TERRA DA VINO<br />
anche l’Alto Adige, o Süd Tirol, come preferiscono<br />
chiamarlo in provincia di Bolzano, da<br />
C’è<br />
tenere in considerazione quando si desidera<br />
tracciare una mappa completa delle zone di produzione<br />
di metodo classico in Italia. Certo, la produzione,<br />
attestata intorno alle 220-230 mila bottiglie complessive,<br />
è una produzione quasi confidenziale, molto lontana<br />
dai 5 milioni di bottiglie totalizzate dal Trentino<br />
e dai 10 della Franciacorta, però nell’ambito di quel<br />
45% della produzione altoatesina destinata ai vini bianchi<br />
(il 55% è ancora appannaggio delle uve rosse, con<br />
un predominio della Schiava o Vernatsch) le bollicine<br />
nobili riescono con notevole efficacia a completare ed<br />
impreziosire l’offerta, sempre più articolata, di questa<br />
magnifica terra da vino.<br />
Otto in totale – vedere qui l’elenco http://www.vinialtoadige.it/it-6-330.aspx<br />
– le aziende produttrici, sei delle<br />
quali fanno parte della <strong>Associazione</strong> dei produttori altoatesini<br />
di spumante o, per dirla in tedesco, Vereinigung<br />
Südtiroler Sekterzeuger nach dem klassischen Verfahren,<br />
creata nel 1990 da nove membri fondatori, tra cui Josef<br />
Reiterer, Lorenz Martini e Alois Ochsenreiter, che si<br />
posero come obiettivo la comune difesa dei proprio inte-<br />
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di Franco Ziliani<br />
ressi nonché l’efficace promozione degli spumanti metodo<br />
classico e della produzione di qualità. Sono produzioni<br />
artigianali, l’azienda più “grande”, la Arunda Vivaldi<br />
di Meltina, incantevole località di montagna posta a<br />
1200 metri, distante una quindicina di chilometri da<br />
Terlano, non arriva a centomila bottiglie, fermandosi a<br />
novantamila, che propongono bottiglie destinate ad un<br />
mercato di nicchia, ad appassionati esigenti alla ricerca<br />
di produzioni particolari, che uniscono il pregio di<br />
uno spiccato carattere e goût de terroir, dato dalla collocazione<br />
in una situazione alto collinare o quasi “di<br />
montagna” dei vigneti, a un savoir faire collaudato nel<br />
tempo a una lunga presenza nel territorio di produzione<br />
delle uve.<br />
Come in altre zone di produzione sono lo Chardonnay<br />
e il Pinot nero le due varietà maggiormente utilizzate,<br />
ma a conferire particolarità, e una certa quale eleganza,<br />
alle basi “spumante” e quindi ai vini, è la presenza<br />
di una terza varietà, molto diffusa in Alto Adige, come<br />
il Pinot bianco, che nel delicato equilibrio della composizione<br />
delle cuvée conferisce il sapore fruttato, ma<br />
anche il “sale” e il nerbo ai vini, mentre lo Chardonnay<br />
assicura finezza e soavità e il Pinot Nero la pienezza e<br />
la struttura.<br />
Con il Pinot bianco, che in alcune cuvée è presente con<br />
quantità varianti dal 20 al 30 per cento, occorre fare<br />
molta attenzione, perché l’uso di uve provenienti da terreni<br />
con cospicuo contenuto di porfido può regalare, se<br />
le uve non sono mature al punto giusto e se le vinificazioni<br />
non vengono condotte con estremo rigore, note<br />
leggermente amare, ma il suo uso ben calibrato è un’arma<br />
in più, in termini di eleganza, di profondità, di ricchezza<br />
di sapore, di cui i produttori di bollicine metodo<br />
classico possono avvalersi. Le condizioni per la produzione<br />
di vini di alta qualità sono pressoché ideali,