Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier
Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier
Scarica l'Allegato - Associazione Italiana Sommelier
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
▲ Alcuni ambienti all'interno<br />
della tenuta di Venissa<br />
▲ Una vite di uva Dorona<br />
parte da vitigni autoctoni e originari (oltre l’80 per cento del totale) e anche<br />
da tecniche autoctone, come ad esempio, l’appassimento delle uve su graticci,<br />
per ottenere un vino maestoso come l’Amarone.<br />
Del resto, Prosecco, Valpolicella, Soave, Amarone, Recioto, Conegliano<br />
Valdobbiadene con il Cru Cartizze, Bardolino, Durello, Asolo, Lugana,<br />
Malanotte, Schiava, Casetta, Refrontolo, Torcolato, Pinello, Fior d’Arancio,<br />
Friularo, Enantio, Refosco, Colli di Conegliano, Casetta contraddistinguono<br />
vini Doc e Docg ottenuti da uve che da secoli vestono il Veneto e che<br />
da qui sono state portate altrove dai tanti veneti emigrati. Una curiosità:<br />
nel Veneto ci sono alcuni dei vigneti più preziosi al mondo. Nel territorio<br />
della Valpolicella classica sono 104 gli ettari a vite del Cartizze: per il terreno<br />
di queste colline c’è una valutazione di massima (si parla di due milioni<br />
e mezzo di euro ad ettaro) ma non un vero e proprio “prezzo”, perché<br />
solo un pazzo venderebbe anche un solo appezzamento. Questi vini si<br />
ottengono da antichi vitigni come Corvina, Molinara, Rondinella, Garganega,<br />
Glera, Durella, Raboso, Negrara, Vespaiola, Oseleta, Marzemino, Verdiso,<br />
Bianchetta o da moderni incroci qui realizzati come Manzoni Bianco e<br />
Manzoni Rosso. Sebastiano Carron che dagli uffici della regione descrive<br />
e racconta della cultura enogastronomia del territorio e delle sue valenze<br />
paesaggistiche spiega con orgoglio: «I nostri vini si bevono perché buoni.<br />
E anche con un conveniente rapporto prezzo-qualità. E poi chi li degusta<br />
sorseggia la storia, respira il territorio. Perché nel Veneto il vino è presente<br />
almeno da quando c’è l’uomo. E anche da prima, se si guarda l’impronta<br />
fossile di una foglia di ampelidea, vecchia di 50 milioni di anni,<br />
ritrovata in Lessinia, a Bolca». Carron prosegue illustrando l’evolversi<br />
del consumo di uva da parte degli antichi abitatori degli insediamenti palafitticoli<br />
del Garda e del Lago di Fimòn, delle prime coltivazioni di vite vinifera<br />
attribuibili alla civiltà paleoveneta ed etrusca, mentre spiega che le<br />
prime citazioni documentate dei vini locali sono quelle del Vino Retico, il<br />
vino dolce prodotto con uve appassite nella Retia, la regione collinare che<br />
agli albori di Roma si estendeva a settentrione della parte centrale della<br />
Pianura Padana. Testimonianze di vino si trovano da Cassiodoro al re longobardo<br />
Teodorico, che nel suo editto prevede pene per chi danneggi le<br />
viti o ne rubi i grappoli, passando per i Comuni e la Repubblica di Venezia.<br />
Tornando ai giorni nostri e alla Dorona, dopo la prima produzione, numerata,<br />
data la poca capacità produttiva, è in via di definizione il recupero<br />
di altre aeree lagunari da destinarsi alla vite, al vino e alla Dorona. Così<br />
la storia del vino e la tutela degli autoctoni lagunari nelle Serenissima e<br />
in Veneto proseguono guardando al futuro ma ben radicate nel passato.<br />
41