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Luglio / Agosto - Sardinews

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ferente disponibilità di dati per le duetipologie territoriali. L’analisi condottasull’insieme dei territori ha permessodi estrapolare le tendenze di fondo intermini di popolazione e condizioni naturali,mentre l’analisi ristretta condottasulle 19 regioni individuate ha consentitodi evidenziare le tendenze relative allestrutture economiche.I risultati ottenutiL’analisi effettuata sembra indicare, daun lato, una sostanziale fragilità intrinsecadei territori esaminati e, dall’altra,la tenuta nel complesso di un certo gradodi sviluppo.A queste considerazioni d’insieme sidevono affiancare alcune importanti specificazioni:la dimensione, in particolare la popolazioneresidente, risulta determinante nelcaratterizzare il comportamento di questiterritori. In particolare esiste un valoresoglia, corrispondente a 4-5000 abitanti.Le isole che si trovano al di sotto di questovalore mostrano una dinamica, nonsolo demografica, in progressivo declino,mentre quelle che superano questo limitepresentano sintomi di vivacità sociale edeconomica;le condizioni naturali e geomorfologichesi dimostrano cruciali. Alcuni territori devonoconfrontarsi con un doppio o triplohandicap: insularità, montagnosità, edessere parte di un arcipelago. Quest’ultimoelemento amplifica notevolmente iproblemi. Le piccole isole facenti parte diun arcipelago scontano, spesso, una doppiainsularità in quanto, oltre ai problemidi carattere politico-istituzionale, devonoaffrontare quelli legati alla moltiplicazionedegli investimenti in infrastrutture ereti di trasporto non sempre giustificabilia causa della ridotta dimensione;L’analisi relativa all’attività economicamostra come le regioni insulari si collocanoin posizione di ritardo, sia rispettoalla media dell’Ue che con riferimentoai paesi d’appartenenza, con riguardo atutti gli indicatori, in particolare il Pil perabitante. Ciò si pone in diretta relazionealla iperspecializzazione che queste presentano.Si tratta di economie centrate, ilpiù delle volte, sul settore primario, altrevolte sul terziario, ma che, proprio a causadi ciò presentano un notevole grado difragilità in quanto vulnerabili rispetto adogni minima variazione di tendenza;Il fattore distanza non sembra condizionarein maniera determinante l’attivitàdei territori insulari. Dall’analisi condotta,l’effetto distanza non risulta esplicativodelle performances economichee sociali di queste regioni a differenzadella dimensione e della montagnosità.Probabilmente ciò è dovuto al fatto chequesti territori, nel loro insieme, nonsono eccessivamente lontani dalle costee dai centri economici del continenteeuropeo;Ponendo a confronto la situazione complessivadelle regioni insulari rispetto alleregioni più povere d’Europa, da un lato, ele regioni costiere dall’altro, emerge chele prime si situano in una posizione intermediatra le altre due. La situazione delleregioni insulari risulta migliore rispetto aquella delle regioni più povere e, talvolta,rispetto a quella delle regioni costiere.Conclusionie raccomandazioniLe politiche settoriali poste in essere finoad ora dall’Ue hanno avuto un innegabileimpatto di tipo settoriale nei sistemi economicidei territori considerati. Un maggiorecoordinamento di queste politicheconsentirebbe, tuttavia, il raggiungimentodi risultati più efficaci. A questo scoponello studio si propone la costituzionedi un gruppo di lavoro che si occupi delcoordinamento delle politiche comunitarie,non solo relativamente ai territoriinsulari ma a tutti i territori soggetti adhandicap naturali.Per supportare tecnicamente l’azionedi questo gruppo si ritiene opportunala creazione di un istituto di studi suiterritori dell’Unione soggetti ad handicapnaturali. Ciò soprattutto al fine dimigliorare l’informazione statistica, oggipiuttosto carente.Uno dei maggiori ostacoli emersi dallostudio è costituito dall’assenza di un organismodi collegamento a cui possanoconfluire le informazioni sulle diversepolitiche relative alle isole. In realtàqueste hanno, fino ad ora, mostrato latendenza a rappresentare i loro probleminei confronti dello stato di appartenenzapiuttosto che trovare una sede comune distudio, elaborazione e proposta.Un istituto di studi territoriali del tipoproposto presenterebbe anche il vantaggiodi disporre di maggiore autonomia rispettoalle istituzioni europee attualmenteesistenti. L’Ufficio statistico dell’Ue (Eurostat)ad esempio, non può ufficialmenteentrare in contatto con le autorità localio le associazioni del territorio in quantotenuto ad operare con le amministrazionistatali. Al contrario, l’analisi condottanell’ambito di questo studio mostra cheil rapporto con gli operatori locali risultadeterminante se si vuole disporre di unabase informativa accurata e affidabile.I nodi storiciLa strategia d’azione proposta prevede,inoltre, di estendere e potenziarel’operatività del programma Interreg.In particolare nello sviluppo dellenuove tecnologie. Queste costituisconouno strumento d’azione trasversaleche permette di superare, in parte, ivincoli causati dall’isolamento.Non tutte le isole sono soggette aglistessi vincoli. In questo senso risultaindispensabile porre in essere politichedifferenziate per tener conto dellediverse situazioni, fissando alcunepriorità di tipo territoriale. A questoscopo i criteri di riferimento individuatisono i seguenti: la dimensionedell’Isola, espressa principalmente intermini di popolazione; la nozione diarcipelago; la nozione di montagna.Per quanto riguarda le grandi isolesi suggerisce un rafforzamento dellarete ferroviaria e uno sviluppo deicollegamenti aerei. Questi ultimi inparticolare, non concepiti in terminibilaterali, isola-stato di appartenenza,ma come realizzazione di una rete dicollegamenti tra le isole in modo dafavorire gli spostamenti e gli scambidi esperienzeLa Sardegnae l’EuropaL’importanza dello studio in questioneper la Sardegna è notevole sottodue punti di vista:In primo luogo l’analisi fornisce unaconferma circa la rilevanza di alcunequestioni specifiche quali, oltrel’insularità, quelle legate alla montagnosità,la riaffermazione dell’importanzadi una rete ferroviaria efficientee la rilevanza dei collegamenti versol’esterno. Interessante, inoltre, laproposta di costituzione di un gruppodi coordinamento delle politichecomunitarie a favore delle isole con ilsupporto tecnico di un istituto di studistatistico-economici. Sarà opportunoche la Regione Sardegna perseguacon forza l’obiettivo di essere adeguatamenterappresentata in questiorganismi;In secondo luogo, il fatto che l’UnioneEuropea abbia ufficialmente presoatto dell’esistenza dei problemi connessialla condizione insulare, dandooperatività a un principio fino adora “relegato” sul terreno dei trattati,permette di proseguire con cautoottimismo la strada per raggiungerel’obbiettivo insularità dopo il 2006.Giorgio Pirasluglio agosto 2003 13

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