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Luglio / Agosto - Sardinews

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FinanzaIl futuro dei Consorzi fidi in Sardegna, la probabilità di insolvenza, la misurazione dei rischiBasilea 2, incubo per le piccole impreseGuida ragionata per evitare il panicoSi scrive Basilea 2 e si legge incuboper le piccole e medie imprese. Daqualche mese chi sfoglia la stampaspecializzata, ma anche i quotidianinazionali, si è accorto che qualcosa staagitando il mercato del credito alle Pmi.Il nuovo accordo di Basilea 2 è diventatocavallo di battaglia di giornalisti, banche,associazioni d’impresa, consorzi fidi erecentemente del Governo, ma il crescentedibattito ha generato una notevoleconfusione. Da ciò il bisogno di riordinarealcuni concetti chiave per capire leprospettive a breve scadenza dei consorzifidi, intermediari finora molto attivi inSardegna.Basilea 2Il nuovo accordo di Basilea 2 sui requisitipatrimoniali delle banche, che verrà approvatoentro dicembre 2003, contienele proposte di regolazione del mercatodel credito formulate nel gennaio 2001dal Comitato dei Governatori delle banchecentrali appartenenti al gruppo delG10. L’accordo si pone l’obiettivo diaumentare la stabilità del sistema bancariointernazionale attraverso un maggiorecontrollo sui rischi di credito, sui rischidi mercato e operativi. Per raggiungerel’obiettivo l’accordo indica tre pilastri,tre forme di controllo sul sistema bancarioda utilizzare in modo congiunto:I requisiti patrimoniali minimiViene modificata la misura previstadall’accordo del 1988 che richiedeva unrequisito di accantonamento dell’8 percento minimo. In primo luogo l’accantonamentofisso viene sostituito da unaccantonamento variabile in funzionedella rischiosità del proprio portafogliodi crediti. In secondo luogo ora si tieneconto del rischio operativo (frodi, cadutadei sistemi) e del rischio di mercato. Terzo,per il rischio di credito, le banche potrannoutilizzare metodologie diverse dicalcolo dei requisiti. Le metodologie piùavanzate permettono di utilizzare sistemidi internal rating, cioè modelli realizzatiall’interno delle banche e non più delegatialle agenzie esterne. La differenziazionedei requisiti in funzione della probabilitàd’insolvenza è particolarmente ampia,soprattutto per le banche che adotterannole metodologie più avanzate.Il controllo prudenziale delle Banche20luglio agosto 2003Raffaele Paci (primo a destra) al convegno della Lega delle cooperative. (foto <strong>Sardinews</strong>)centraliA supporto del primo pilastro, è previstoun controllo discrezionale da partedelle banche e da parte delle autorità divigilanza. Le Banche Centrali hanno unamaggiore discrezionalità nel valutarel’adeguatezza patrimoniale delle banche,potendo imporre una copertura superioreai requisiti minimi in funzione delle strategieaziendali in materia di patrimonializzazionee di assunzione di rischi.Disciplina del mercato e trasparenzaSono previste regole di trasparenza perl’informazione al pubblico sui livelli patrimoniali,sui rischi e sulla loro gestione.Un ruolo particolarmente importante èaffidato alla comunicazione al mercatoeffettuata anche tramite il bilancio.Il cambiamento più importante rispettoall’Accordo di Basilea 1 del 1988 si riferiscealla misurazione dei rischi, quindial primo pilastro. La misurazione delrischio potrà avvenire attraverso ratinginterni e dovrà misurare anche tipologiedi rischio non considerate in Basilea 1come il rischio operativo (per esempio ilrischio informatico o procedurale).I principali aspetti critici sono tre:La discriminazione tra banche (quellepiccole non potranno utilizzare le metodologiepiù avanzate, quindi subirannoun onere patrimoniale maggiore rispettoai grandi gruppi);La penalizzazione del finanziamento allepmi indotto dal sistema dei rating;Il problema della prociclicità finanziaria(nei periodi di rallentamento economico,l’accordo avrebbe l’effetto di indurre lebanche a ridurre gli impieghi, causa ilcrescere del rischio, con la potenzialeconseguenza di inasprire la crisi stessa).La trza bozza di Basilea 2, pubblicato il29 aprile, in parte risponde ai problemisollevati da chi ritiene che l’accordo siatroppo complesso sia per le banche che perle imprese. Le modifiche più importanti apportatenella nuova versione sono tre:appiattimento della curva del rischio, cioèla relazione tra i requisiti di capitale e laprobabilità di insolvenza, per l’esposizionedelle banche nei confronti delle imprese;creazione di una curva del rischio addizionaleper le piccole e medie imprese, inmodo da differenziarle nell’applicazionedei requisiti patrimoniali dall’esposizioneal dettaglio. In particolare la perdita attesasu ogni credito (loss given default), cheequivale all’insolvenza decurtata dei possibilirecuperi successivi, in caso di creditialle pmi potrà essere coperta per il 75% dairedditi futuri. Ne deriva un notevole abbattimentodel rischio e quindi del capitale daaccantonare; trattamento del rischio operativo,derivante per esempio dal collasso deisistemi informatici o da frodi di dipendenti.E’ stata introdotta la possibilità di una maggioreflessibilità per il calcolo delle riservedi capitale da accantonamento.Per i gruppi bancari che ambiscono alriconoscimento più avanzato dell’accordo(cd. Advanced Approach) che dovrebbeconsentire i più rilevanti vantaggi sul pianoregolamentare ed operativo, nonché i maggioribenefici patrimoniali, Basilea 2 difatto entra in vigore nel corso del 2003. Infatti,secondo quando indicato dallo stessoaccordo, le banche dovranno dimostrare diavere adottato l’uso interno dei modelli daalmeno tre anni e di avere rispettato in queitre anni la conformità operativa, strumentalee organizzativa per potersi qualificareper gli approcci più avanzati.Rating ed evoluzione delle bancheIl rating è uno strumento di analisi checonsente la valutazione della solvibilitàdi un qualsiasi soggetto (Stato o impresa)che si indebita, attraverso la descrizione

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