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Luglio / Agosto - Sardinews

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Fondazione De BenedettiIl convegno di Alghero sui tassi di occupazione femminile in Europa e sul mercato del lavoroIn Portogallo 90 laureate su cento lavoranoQuanta strada da fare in Sardegna, in ItaliaNegli ultimi decenni la posizionedelle donne nel mondo del lavoroè profondamente mutata e haregistrato notevoli progressi sotto diversiaspetti. Le differenze tra i tassi di occupazionefemminili e maschili sono andateaffievolendosi in tutti i Paesi europei.Ancor meglio, sono quasi scomparse nelconfronto tra uomini e donne che hannoconseguito alti livelli di istruzione. InPortogallo, Paese con maggiori difficoltànel correggere le distorsioni nel mercatodel lavoro a favore della componentemaschile della popolazione, i tassi dioccupazione per le donne che hanno conseguitouna laurea si attestano al 90 percento. Anche la nostra isola contribuiscealla composizione di questo scenarioottimistico. La differenza di 22 punti percentualenei tassi di attività femminili emaschili registrata nel 2002 in Sardegna(Forze di Lavoro, Istat) deve essere largamenteimputata alle fasce di popolazionecon istruzione medio-bassa.Quindi, più donne lavorano rispetto atrent’anni fa e, ancora più importante,le differenze in campo professionale tradonne single e donne sposate non sonopiù così accentuate come un tempo.Tuttavia, questo taglio positivo nelladescrizione del problema dell’interazionetra genere e mercato del lavoro nonesaurisce la vastità dei fattori che ancoracontribuiscono a rendere più difficilela partecipazione alla forza lavoro alledonne indebolendone, di conseguenza,anche le opportunità lavorative. Ledimensioni da esplorare sono tante: ledonne, vengono trattate come gli uomininel mercato del lavoro? Sono soddisfattedelle opportunità a loro disposizione edei risultati professionali raggiunti? Sottoquali condizioni riescono a coniugaremeglio lavoro e maternità? È possibilemigliorare le loro prospettive con interventilegislativi?Il quinto convegno europeo della Fondazione“Rodolfo Debenedetti” (Alghero,21 giugno), ha concentrato la propriaattenzione su queste problematiche. Ilavori sono stati aperti dal Commissarioeuropeo per l’occupazione e le politichesociali, Anna Diamantopoulou, che hainviato un video messaggio, dal sindacodi Alghero Marco Tedde, dal presidentedella Commissione per le pari opportunitàdella Sardegna Anna Maria Aloi edal presidente della Fondazione RodolfoDebenedetti Carlo De Benedetti.I diversi fattori che contribuiscono avariegare il quadro delle problematichedel connubio di donne e lavoro, a livelloeuropeo, sono stati diverse volte sottolineatinegli studi presentati da due gruppidi esperti, tutti presenti ad Alghero.Il primo gruppo ha studiato la partecipazionefemminile al mercato del lavoro dalpunto di vista macroeconomico. Coordinatida Christopher Pissarides (LondonSchool of Economics), hanno lavoratoPietro Garibaldi (Università Bocconie Fondazione RDB), Claudia Olivetti(Boston University), Barbara Petrongolo(London School of Economics) e Etien-ne Wasmer (Ecares, Universitè Libre deBrussels).Il secondo gruppo ha invece studiatoil punto di vista microeconomico dellapartecipazione femminile al mercato dellavoro, e le interazioni con aspetti demografici.Coordinati da Daniela Del Boca(Child - Center for Household, IncomeLabor and Demographics e Universitàdi Torino), hanno contribuito da Rolf Aaberge(Research Department Statistics,Norway), Ugo Colombino (Universitàdi Torino), John Ermisch (University ofEssex), Marco Francesconi (Universityof Essex), Silvia Pasqua (Università diTorino) e Steinar Strøm (University ofOslo e Università di Torino).Un chiaro punto di riferimento durantel’intera giornata sono state le linee guidadella politica occupazionale dei prossimidieci anni delineate nell’Agenda di Lisbona.Viene definito, a livello europeo,obiettivo principale delle politiche dellavoro la creazione di nuovi posti di lavoro.Se nel 2000 il 54 per cento delledonne europee tra i 15 e i 64 anni avevanoun lavoro entro il 2010 la percentualedeve portarsi almeno al 60. Gli obiettivistabiliti a Stoccolma tendono alla pariopportunità tra uomini e donne sia intermini di possibilità di impiego che diguadagno. Ciò comporta l’ingresso dipiù donne nel mercato del lavoro e unaumento dei salari relativi delle donnerispetto a quelli degli uomini. Solo alcunipaesi dell’Europa del Nord e il RegnoUnito hanno già raggiunto l’obiettivo del60 per cento di occupazione femminile.I paesi che entreranno nel 2004, a partequalche eccezione, sono tutti molto aldi sotto di questa percentuale. Nei paesidel mediterraneo il tasso di occupazionefemminile si aggira attorno a un modesto40. La nostra isola si attesta addirittura aldi sotto di questa media. Solo il 32 percento della popolazione femminile in etàdi lavoro risultava occupata nel 2002.Lo studio presentato dal primo gruppoarriva alla conclusione che per avvicinarsiagli obiettivi di Lisbona è necessarioriformare i mercati del lavoro creandoopportunità ancora più forti per la nascitadi nuove imprese. L’introduzione di flessibilitànella creazione di posti di lavoro,attraverso l’utilizzo delle forme atipiche,14luglio agosto 2003

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