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Luglio / Agosto - Sardinews

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Finanzadel comportamento di indicatori opportunamentescelti. Mentre lo scoring è unpunteggio su scala numerica continua, ilrating esprime classi di merito ordinali equalitative, che consentono di accogliereindicatori non solo quantitativi (tipo Roi,Roe), ma anche qualitativi (si pensi allaqualità del management di un’azienda).Dal 1998, quindi ben prima di Basilea 2,le banche hanno adottato modelli di rating,spinte dall’evoluzione del mercato.L’attività tradizionale di intermediazionedi denaro ha visto gradualmente decrescerei profitti (a causa del calo del margined’interesse) e crescere la rischiosità degliimpieghi (a causa del crescere dei volumiscambiati e della conseguente incertezzadel mercato). Le banche si sono rivolteall’offerta di servizi, più remunerativi esenza rischio. Ma non hanno rinunciatoa prestare denaro. Hanno cambiato ilmodo di farlo, introducendo l’ asset allocation:hanno cioè scelto quali impieghi(gli assets) detenere, quindi quali clientifinanziare, in funzione del loro rapportotra rendimento e rischio. Alcune banchesi sono orientate al large corporate (Eni,Fiat ecc.), altre allo small business, altresi sono specializzate sul credito al consumo.Tutte lo hanno fatto dopo aver sottopostola propria clientela ideale a rating,in modo da predeterminarne il livellodi rischio e con ciò poter salvaguardarela redditività dei propri crediti. Quindil’adozione del rating da parte delle bancheesiste da prima di Basilea 2.Il rating secondo Basilea2La normativa di Basilea 2 fissa solole linee guida, lasciando ampio spazioalle banche ed alle autorità centrali dicontrollo; non obbliga le banche ad utilizzareprocedure di rating interno. Ognibanca potrà scegliere tra tre modalità dicomportamento: il cosiddetto StandardApproach (livello minimo, obbligatorio);il metodo Irb (Internal Rating Based approach)di base (Foundation);il metodoIrb avanzato.Lo Standard Approach non si discostamolto dal sistema attuale, introdotto dal1° accordo di Basilea del 1988, che prevedeun accantonamento dell’8% a frontedi ogni impiego. Tuttavia il Comitatopropone di basare le ponderazioni su valutazioniesterne della qualità creditizia(rating esterni, da Moody’s ecc.). Quindile ponderazioni consentiranno di ridurregli accantonamenti di capitale per gli impieghiverso le aziende con rating moltobuoni (AAA, AA, A, ecc.) di maggioraregli accantonamenti verso le imprese coni rating peggiori (CCC, D, ecc.) mentreMartino Ferraguti e Marcello Tiddia dellaSardafidi. A destra Laura Puddu e GabrieleManso del Confidi. (foto <strong>Sardinews</strong>)per gli impieghi verso aziende con ratingmedi e verso aziende senza rating laponderazione sarà neutrale (100%). E’evidente che, considerato il limitatissimonumero di aziende italiane che dispongonodi un rating esterno, di fatto questoapproccio non porterà particolari beneficialle banche, lasciandole praticamentenella situazione attuale.Quanto ai metodi IRB Internal RatingBased, senza entrare nel merito delledifferenze tra metodi IRB di base edavanzati, l’adozione dell’approccio piùavanzato (cd. Advanced Approach) dovrebbeconsentire i più rilevanti vantaggisul piano regolamentare ed operativo,nonché i maggiori benefici patrimoniali.In realtà, sulle scelte delle singole banchesarà determinante il ruolo di Banca d’Italia.Per quanto riguarda i metodi IRB, ilmetodo di calcolo del rating internamentealle banche potrà differire anche significativamentedall’una all’altra. In ognicaso le imprese saranno valutate, conriferimento alla rischiosità, cioè alla probabilitàdi insolvenza, sulla base di unascala ordinale di merito. Quali elementidi valutazione utilizzeranno in concretole banche? Possiamo identificare diverseclassi di elementi:caratteristiche proprie dell’aziendacliente: capacità storica e futura di generareliquidità, struttura patrimoniale,flessibilità finanziaria, qualità dei ricavi,qualità e tempestività delle informazioni,management, posizione nel settore;caratteristiche e andamento del settorein cui opera l’azienda; si tratta di informazionilegate al settore, al mercato ingenerale e al mercato locale;andamento del rapporto banca/azienda;si tratta di tutti quegli elementi che labanca può desumere dal rapporto storicocon il cliente (utilizzo degli affidamenti,sconfini, insoluti, ecc.);andamento del rapporto azienda/sistemabancario, tipicamente dati desumibilidalla Centrale dei Rischi e da strumentianaloghi.Quali prospettive per i confidiCon Basilea 2 il ruolo dei confidi diventaessenziale nell’ambito delle tre variabiliche influenzano il requisito minimo dicapitale delle banche, che nella formulazionematematica del 1° pilastro è ilprodotto delle tre variabili:la probabilità di insolvenza: questa ècalcolata dal rating. I confidi, pur noninfluendo direttamente sulla variabile,potranno sfruttare la specifica conoscenzadel sistema economico locale edelle proprie imprese per implementaremodelli di rating nell’ambito di agenzieper la valutazione esterna del merito dicredito (Ecaf), che, su base limitata (adesempio per tipologia di credito o pergiurisdizione), potranno essere riconosciutedall’autorità di vigilanza in base sesoddisfacenti alcuni requisiti di idoneità.la perdita attesa: i confidi potranno mitigarela perdita delle banche attraverso:(a) le garanzie reali, a 1° richiesta, noncollettive ed in rapporto 1.1; (b) le garanziepersonali con riconoscimento delmoltiplicatore, a condizione di avere unrating almeno pari a quello dell’impresada affidare, in modo da potersi sostituirealla garanzia, e quindi alla valutazione,della stessa impresa; (c) le garanzie collettivee sussidiarie che già oggi esistono,che non incidono affatto sul capitale divigilanza, ma hanno pur sempre un valoreeconomico per la banca che le riceve.L’esposizione al momento dell’insolvenza:la portata dell’esposizione dipende dalfatto che la banca abbia o meno trasferitoil rischio di credito su altri soggetti, mediantericorso a derivati oppure tramitecessione a terzi (cartolarizzazione).Qui lo spazio di intervento dei confidiè molto ridotto, perché senza rating unportafoglio di crediti alle PMI risultapoco collocabile sul mercato in quantomolto incerto. Tuttavia la Banca d’Italiasta studiando forme di cessione di portafoglioda parte delle banche a favore deiconfidi.Riccardo Barbieriluglio agosto 2003 21

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