Sugherobosco pari al 100 %.La Legge regionale è concordata tra l’Assessorato dell’Agricolturae l’Assessorato dell’Ambiente e autorizzata dall’Ue.Lo spostamento graduale degli indennizzi dal bestiame alla coperturaarborea avrà effetti benefici e duraturi perché toglieràforza alle attuali motivazioni e necessità che “giustificano” gliincendi, oltre ad avviare l’Isola verso un vero sviluppo sostenibile.Desertificazione: come fermarla?Il bosco a quercia da sughero è una grossa risorsa ambientale epuò avere un ruolo fondamentale nel fermare la desertificazione,contenere la siccità e preservare la biodiversità.La desertificazione comincia quando la quantità d’acqua «perduta»è superiore a quella «immessa» nell’ecosistema con lepiogge. Ma chi o che cosa immette l’acqua nell’ecosistema?L’humus, che è un prodotto di decomposizione della lettiera,che è costituita da foglie, rametti, resti di animali, ecc., è “l’imbuto”che permette il passaggio dell’acqua di pioggia nel terreno.I processi per la formazione dell’humus vengono operatinel suolo da diversi gruppi di organismi e di microrganismi.Se la lettiera è quella “giusta”, cioè derivata da piante autoctone,come la quercia da sughero, e se la lettiera é sufficiente,in quanto non viene asportata in quantità significative, alloral’humus costituisce in media 1/25-1/50 della massa totale delsuolo.Siccome l’humus è in grado di assorbire H 2O 20 volte il suopeso, avremo che in presenza di humus l’acqua assorbita saràcirca 2-4.000 m³/ha/anno = 2-4 milioni di litri/ha/anno. Ora piùaumenta l’humus prodotto e lasciato nel bosco, maggiore saràla quantità di acqua assorbita durante le piogge.L’humus prodotto dal bosco è in funzione della copertura arborea,maggiore sarà la copertura arborea, maggiore sarà l’humusprodotto, a parità di organismi e microrganismi del terrenoe dunque maggiore sarà la quantità di acqua assorbitaLa creazione di copertura arborea a quercia da sughero è moltoimportante nella regione mediterranea, perché riduce l’insolazioneal suolo, riduce la quantità di acqua evaporata nellaatmosfera e producendo lettiera adatta alla zona mediterraneaintercetta la pioggia sicché questa raggiunge il terreno più lentamente.Il materiale di risulta della copertura vegetale (foglie,rametti, rami, tronchi, semi, frutti) e i resti di animali, escrementi,ecc. costituiscono la lettiera, come si è detto, che, neisuoi diversi stadi di trasformazione fino a quello di humus edoltre, ha la proprietà, tra le altre, di assorbire l’acqua di pioggiacome una spugna e successivamente rilasciarla lentamente,permettendo il passaggio della umidità negli strati profondi delterreno, infiltrandosi in esso fino a percolare nelle falde (lentiidriche) che conservano l’acqua e poi la rilasciano all’esternocon le sorgenti. L’acqua che giunge al terreno può penetrare inesso attraverso i pori, oppure, se questi sono insufficienti odocclusi (anche in conseguenza di arature), scorrere in superficie.Sui diversi fattori che condizionano la capacità di infiltrazione,la presenza del bosco può agire sensibilmente. Sonodeterminanti a tal fine, dunque, gli apporti di sostanza organicae i vuoti lasciati dalle radici che muoiono o si decompongono.Forestare a quercia da sughero significa creare copertura arboreaadatta alla regione mediterranea.Per esempio, a parità di età con le altre querce (dieci anni), laquercia da sughero presenta una maggiore copertura di suolo:4.000 m² su 10.000, contro i 1.000 m² su 10.000 del leccio;copertura, dunque, del 40%. La copertura aumenta al cresceredell’età del popolamento forestale. Se cresce la copertura aumentain proporzione la quantità di lettiera, aumenta la quantitàdi precipitazioni trattenuta per unità di superficie, si abbassanoi picchi di piena e si accresce l’approvvigionamento delladiga in maniera sensibilmente maggiore rispetto alla parte delbacino senza copertura.Dunque, se cade una pioggia di 1 mm su un metro quadrato, laquantità d’acqua è di 1 litro, su 1 ha = 10 000 litri, su 100 ha= 1.000.000 litriSe i mm di pioggia che cadono in media nel bacino sono 500nell’arco dell’anno e la copertura arborea arriva al 100%, alloraavremo 500 x 1.000.000 = 500 milioni di litri per ogni100 ha di bacino imbrifero forestato. Dove sta il trucco? Nelcreare la copertura arborea costituita da specie autoctone perquella regione, dunque, per la Sardegna, copertura arborea asughera.26luglio agosto 2003
Il vocabolario del sugheroSfogliamo il vocabolario della terra e della forestaDeflussoLa presenza del bosco ha influenze piuttostomarcate sul deflusso dell’acquadi pioggia. La ritenzione o regimazionecomincia a manifestarsigià dai primi anni dopo l’impianto. Laquantità di acqua, che ogni anno, a paritàdi precipitazioni, viene trattenuta dal suolo,aumenta perché col tempo aumentala copertura e aumenta l’efficienza deimeccanismi di cattura della lettiera. Gliincrementi verranno indicati dagli apparatidi registrazione della diga.Il bosco di copertura a sughera, che generalettiera che produce humus ricco e adattoa trattenere l’acqua di pioggia in quantitàmassiva, riteniamo che risolva alla radiceil problema della desertificazione per laSardegna e per le terre d’Europa che siaffacciano sul bacino mediterraneo; essoha, inoltre, risvolti economici impensatiin quanto a produzione di sughero. Legrandi quantità di sughero prodotte daPortogallo e Spagna derivano da boschiartificiali: in particolare, il predominioportoghese a livello mondiale nel campodel sughero, si fonda su boschi impiantatidall’uomo agli inizi del ‘900.I 7 bacini imbriferiTra le misure da mettere in atto sul territorioper portare a soluzione il problemadell’approvvigionamento idrico la riforestazionea quercia da sughero dei 7 baciniimbriferi sardi si ritiene sia quella a cuibisogna dare più peso e sia da mettere inesecuzione in tempi brevi in Sardegna. Lariforestazione dei bacini imbriferi oltre cherisolvere il problema dell’acqua alla radice,lo risolve nella maniera più economicarispetto a tutte le altre soluzioni proposte,nel rispetto dell’ambiente e creando unosviluppo sostenibile delle zone interessatecon il reddito del sughero. (1. Sub-bacinoSulcis, 2. Tirso, 3. Temo-Mannu di PortoTorres-Coghinas, 4. Liscia, 5. Posada-Cedrino,6. Sud Orientale, 7. Flumendosa-Campidani-Cixerri).Gli incendiI processi per la formazione dell’humusvengono operati nel suolo da diversigruppi di organismi e di microrganismi,si è detto, i quali quando passa l’incendiovengono distrutti (fatti arrosto). Quindil’incendio blocca la vita nel suolo, anchese lo riempie di “cadaveri”.Perché la fabbrica dell’humus riprenda afunzionare, il suolo dovrà essere colonizzatodi nuovo e passeranno anni, senzaincendi, per avere le popolazioni di organismie microrganismi pre-incendio e unsuolo fertile e ricco.L’emergenza incendi, 15 incendi al giornoper 365 giorni l’anno nel 2001 (dati Cfva)e 125 milioni di euro per la lotta nel 2003(dati Cfva), che comportano un oneredi 75 euro (150.000 lire) per personaresidente, indica che le strategie usatefino ad oggi sono da cambiare, perchéstanno portando l’ambiente al collasso.Impiegando il personale dell’antincendionella riforestazione a sughera con lostesso budget annuo si potrebbe mutareil volto della Sardegna in qualche decadese si spostano anche gli incentivi dal bestiamealla copertura arborea, secondo leindicazioni Ue.AlluvioniIl bosco a querce nella regione mediterranea(e in particolare quello a quercia dasughero) esplica una fondamentale azionebenefica perché contribuisce alla stabilitàdei versanti, rallenta il ruscellamento eriduce l’erosione delle pendici, cioè laproduzione di sedimenti da cui prendonoorigine le onde di fango e la portata solidala quale, a sua volta, può tradursi in unrallentamento della corrente, per cui diminuendonela velocità essa ha bisognodi una maggior sezione di flusso.Se bisogna prendere provvedimenti didifesa idraulica di natura specifica per lalaminazione delle piene, quali casse diespansione e serbatoi di ritenuta, doveè necessario, questi non vanno mai disgiuntinella regione mediterranea dallariforestazione delle pendici e dei bacinicon le querce.Dissesto idrogeologicoLe frane da noi sono frequenti dopoviolenti temporali. All’origine, a parte lapredisposizione di natura geologica, viè quasi sempre la scomparsa del mantoboschivo. Le frane sono paragonabili adordigni ad orologeria. Se i rischi naturalisono una produzione sociale, allora il dissestoidrogeologico è produzione sociale.Si può intervenire per tempo nel reticoloidrografico mediante sistemazioni idraulico-forestali,privilegiando più che possibilequelle forestali a querce autoctonenel bacino mediterraneo. Il catasto delleopere e della entità delle superfici forestatecon essenze autoctone è fondamentaleper mantenerle e adeguarne la funzioneall’evoluzione del territorio e del corsod’acqua.Piante alloctoneTra le foglie, quelle delle Conifere, piùdure e ricche di resine, subiscono unaumificazione più lenta rispetto a quelledelle Latifoglie, al punto che se in unafaggeta l’umificazione avviene nel girodi un anno, in una pineta oppure in unaabetaia ci vorranno almeno 10 anni».(Occorrono 1,5-3 anni per la umificazionedelle foglie delle querce mediterraneesempre verdi).Siccome la quantità di humus prodotto daun bosco a conifere non è paragonabile aquella di un bosco a Querce nella regionemediterranea, ecco la ragione per cominciarea ridurre le conifere nei piani di gestioneforestale sostenibile in Sardegna,se si vuole bloccare la desertificazioneAratureRovesciando le zolle di terra l’aratro (soprattuttoquello che scava in profondità)favorisce la dispersione del terriccio superficiale,quello più fertile e contribuisceall’erosione del suolo. Dal 1995 chi aranon riceve più sussidi agricoli dal governodegli Stati Uniti. Invece dal 1898nelle regioni dell’ex-impero austro-ungaricovige una legge (ereditata in Italia dalTrentino-Alto Adige) per la quale chi arale terre di collina oltre una certa pendenzanon riceve finanziamenti pubblici.ParchiAnche territori assegnati ai parchi possonovenire riforestati a sughera e possonoessere normalizzate le sugherete che vi sitrovano seguendo i criteri indicati e ciò puòconsentire un reddito minimo a chi conferisceterreni ai Parchi. Poiché compito deiParchi, oltre la conservazione, è fornire “ricette”innovative, a basso impatto ambientaledell’uso del territorio, che coadiuvinola natura nell’aumentare le produzioni,si possono realizzare i tre tipo di bosco adiversa copertura arborea per “insegnare”come condurre un bosco dal punto di vistaproduttivo. Questo può aiutare le popolazionisarde che vivono nelle campagne afare le scelte più oculate sia dal punto divista ambientale che economico.luglio agosto 2003 27